L’articolo si propone di rispondere ad alcune recenti suggestioni di Wilkinson (2017) a proposito dell’amore come “concetto politico improprio”, analizzando il ruolo dell’amore all’interno degli spazi di commoning (concetto tradotto nel testo come messa in comune). Attraverso l’analisi di due iniziative di messa in comune (Communia a Roma, la Plataforma de los Afectados por la Hipoteca, PAH a Barcellona/Sabadell), la tesi del contributo si sviluppa in due punti. Il primo, riguardante l’amore “buono” e generativo di matrice spinoziana, rivela come tale amore “buono”, espresso dalla pratica del consenso e dall’armonia del gruppo, non sia scevro da relazioni di potere e dominio. Il secondo riguarda coloro per cui l’amore rappresenta un’esperienza troppo forte e dolorosa che non si possono o vogliono più permettere, dimostrando come non tutti possano permettersi l’amore che guida la riproduzione degli spazi di messa in comune. Dal punto di vista metodologico l’articolo è il risultato di una ricerca sul campo a Roma (18 mesi) e Barcellona/Sabadell (5 mesi) fondata su diversi metodi di ricerca (osservazione partecipante/partecipazione osservante; interviste; questionari) all’interno di un paradigma di ricerca azione militante. Infatti il progetto di ricerca alla base dell’articolo si basa sulla “politica delle possibilità” introdotta da Gibson-Graham (2006).
L'amore alla guida degli spazi di messa in comune? / Di Feliciantonio, C. - In: ACME. - ISSN 1492-9732. - 17:2(2018), pp. 454-479.
L'amore alla guida degli spazi di messa in comune?
Di Feliciantonio C
2018
Abstract
L’articolo si propone di rispondere ad alcune recenti suggestioni di Wilkinson (2017) a proposito dell’amore come “concetto politico improprio”, analizzando il ruolo dell’amore all’interno degli spazi di commoning (concetto tradotto nel testo come messa in comune). Attraverso l’analisi di due iniziative di messa in comune (Communia a Roma, la Plataforma de los Afectados por la Hipoteca, PAH a Barcellona/Sabadell), la tesi del contributo si sviluppa in due punti. Il primo, riguardante l’amore “buono” e generativo di matrice spinoziana, rivela come tale amore “buono”, espresso dalla pratica del consenso e dall’armonia del gruppo, non sia scevro da relazioni di potere e dominio. Il secondo riguarda coloro per cui l’amore rappresenta un’esperienza troppo forte e dolorosa che non si possono o vogliono più permettere, dimostrando come non tutti possano permettersi l’amore che guida la riproduzione degli spazi di messa in comune. Dal punto di vista metodologico l’articolo è il risultato di una ricerca sul campo a Roma (18 mesi) e Barcellona/Sabadell (5 mesi) fondata su diversi metodi di ricerca (osservazione partecipante/partecipazione osservante; interviste; questionari) all’interno di un paradigma di ricerca azione militante. Infatti il progetto di ricerca alla base dell’articolo si basa sulla “politica delle possibilità” introdotta da Gibson-Graham (2006).File | Dimensione | Formato | |
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