Concussione e induzione indebita. l'incerta prevedibilità delle conseguenze sanzionatorie

Le Sezioni unite Maldera nel 2014 hanno inserito, nell’ambito di una interpretazione costituzional mente adeguatrice, all’interno delle figure di concussione e induzione indebita “elementi di tipi cità aggiuntivi”; requisiti che sul piano testuale non si rinvengono, di fonte esclusivamente giuri sprudenziale. Tali elementi costitutivi sono: per il delitto di induzione indebita, la “finalità di indebito tornaconto personale”; e, per il delitto di concussione, la “minaccia ad altri di un male ingiusto”. Ciò ha comportato uno slittamento del delitto previsto dall’art. 319-quater c.p. verso il microsistema della corruzione in senso stretto. Sulla scorta della recente giurisprudenza costitu zionale (sent. n. 115 del 2018 a chiusura del “caso Taricco” e sent. n. 98 del 2021 in tema di divieto di analogia), secondo la quale non si possono ritenere facenti parte delle incriminazioni elementi che non si ricavano direttamente dal testo delle disposizioni, ci si chiede se possa essere sollevata questione di costituzionalità sul “diritto vivente” (in relazione soprattutto al delitto di induzione indebita), non essendo questi elementi ricavabili in alcun modo dall’enunciato legislativo nei suoi possibili significati letterali. In definitiva, gli stessi accadimenti storici sono spesso qualificati in modo differente dalla giurisprudenza: a volte ricondotti alla concussione, altre volte all’induzione indebita oppure addirittura alla corruzione o alla istigazione alla stessa nonché al traffico di influenze illecite; tutto ciò in palese contraddizione con i principi costituzionali (e sovranazionali) di prevedibilità, determinatezza, certezza del diritto, uguaglianza e separazione dei poteri.