Giuseppe Ganduscio (1925-1963) was a Sicilian intellectual who devoted his entire life to valuing the community from which he belonged, both in the field of traditional musical practices and in the political-social sphere. He worked with figures such as sociologist Danilo Dolci, antifascist and pacifist Aldo Capitini, and ethnomusicologist Roberto Leydi. Under the direction of Leydi he stood out in the early twentieth century as the first Sicilian performer in the folk music revival, an activity that is still documented in a few discographic productions, both personal and anthologies, published by I Dischi del Sole and by Ricordi. However, Giuseppe Ganduscio's effort to research in the field of folk Sicilian music has largely gone unnoticed even though between 1962 and the first few months of 1963 he made recordings in Ribera, Sant'Anna, and Roccamena. The tapes containing these documents had been kept in Roberto Leydi's private archive for forty years. In 2002 an agreement was made to donate the archive to the Bellinzona Center for Dialectology and Ethnography in Switzerland and was subsequently transferred on the death of the ethnomusicologist in 2003 (a digital copy of the records is being kept in the archives of the National Swiss Fonoteca). Here has been made an inventory and contextualisation of these unpublished works, providing a significant multimedia selection. The ethnomusicological research of Ganduscio has thus been confirmed by returning to the sites he traveled to more than sixty years ago. There has now emerged a composed picture, enriched by the testimonies of the heirs of the traditions described by Giuseppe Ganduscio: some musical practices, particularly those connected to ancient crafts, are now extinct, while devotional songs are still performed in ritual contexts.

Giuseppe Ganduscio (1925-1963) è stato un intellettuale siciliano che ha dedicato la propria esistenza alla valorizzazione del mondo contadino dal quale proveniva, sia in campo politico-sociale sia nell’ambito delle pratiche musicali tradizionali. Ha collaborato con figure quali il sociologo Danilo Dolci, il filosofo antifascista e pacifista Aldo Capitini e l’etnomusicologo Roberto Leydi. Sotto la guida di quest’ultimo si è distinto, nei primissimi anni Sessanta del Novecento, come primo interprete siciliano di folk music revival, attività di cui rimane traccia in alcune produzioni discografiche sia personali sia antologiche edite da I Dischi del Sole e da Ricordi. Sostanzialmente ignorato è stato invece il contributo che Giuseppe Ganduscio ha dato alla documentazione sul campo della musica popolare siciliana, effettuando fra il 1962 e i primi mesi del 1963 registrazioni a Ribera, Sant’Anna e Roccamena. I nastri contenenti questi documenti sono stati custoditi per quaranta anni nell’archivio privato di Roberto Leydi, che nel 2002 stipulò un accordo di donazione al Centro di Dialettologia e di Etnografia di Bellinzona in Svizzera. Alla morte dell’etnomusicologo, avvenuta nel 2003, si è attuato il trasferimento di questi materiali (una copia digitale delle registrazioni è oggi custodita anche negli archivi della Fonoteca Nazionale Svizzera). I documenti sonori inediti raccolti da Ganduscio sono qui inventariati e contestualizzati, offrendone in allegato multimediale una selezione significativa. I rilevamenti di Ganduscio sono stati quindi verificati tornando sui luoghi da lui percorsi più di sessant’anni fa. Ne è emerso un quadro composito, arricchito dalle testimonianze degli eredi delle tradizioni documentate dall’intellettuale riberese: alcune pratiche musicali, in particolare quelle associate agli antichi mestieri, sono ormai scomparse, mentre i canti di genere devozionale sono tuttora in gran parte eseguiti nei contesti rituali.

La ricerca etnomusicologica di Giuseppe Ganduscio in Sicilia (1962-1963) / Hoffmann, Luisa. - In: ETNOGRAFIE SONORE/ SOUND ETHNOGRAPHIES. - ISSN 2611-4267. - 2:V(2022), pp. 67-122.

La ricerca etnomusicologica di Giuseppe Ganduscio in Sicilia (1962-1963)

Luisa Hoffmann
2022

Abstract

Giuseppe Ganduscio (1925-1963) was a Sicilian intellectual who devoted his entire life to valuing the community from which he belonged, both in the field of traditional musical practices and in the political-social sphere. He worked with figures such as sociologist Danilo Dolci, antifascist and pacifist Aldo Capitini, and ethnomusicologist Roberto Leydi. Under the direction of Leydi he stood out in the early twentieth century as the first Sicilian performer in the folk music revival, an activity that is still documented in a few discographic productions, both personal and anthologies, published by I Dischi del Sole and by Ricordi. However, Giuseppe Ganduscio's effort to research in the field of folk Sicilian music has largely gone unnoticed even though between 1962 and the first few months of 1963 he made recordings in Ribera, Sant'Anna, and Roccamena. The tapes containing these documents had been kept in Roberto Leydi's private archive for forty years. In 2002 an agreement was made to donate the archive to the Bellinzona Center for Dialectology and Ethnography in Switzerland and was subsequently transferred on the death of the ethnomusicologist in 2003 (a digital copy of the records is being kept in the archives of the National Swiss Fonoteca). Here has been made an inventory and contextualisation of these unpublished works, providing a significant multimedia selection. The ethnomusicological research of Ganduscio has thus been confirmed by returning to the sites he traveled to more than sixty years ago. There has now emerged a composed picture, enriched by the testimonies of the heirs of the traditions described by Giuseppe Ganduscio: some musical practices, particularly those connected to ancient crafts, are now extinct, while devotional songs are still performed in ritual contexts.
2022
Giuseppe Ganduscio (1925-1963) è stato un intellettuale siciliano che ha dedicato la propria esistenza alla valorizzazione del mondo contadino dal quale proveniva, sia in campo politico-sociale sia nell’ambito delle pratiche musicali tradizionali. Ha collaborato con figure quali il sociologo Danilo Dolci, il filosofo antifascista e pacifista Aldo Capitini e l’etnomusicologo Roberto Leydi. Sotto la guida di quest’ultimo si è distinto, nei primissimi anni Sessanta del Novecento, come primo interprete siciliano di folk music revival, attività di cui rimane traccia in alcune produzioni discografiche sia personali sia antologiche edite da I Dischi del Sole e da Ricordi. Sostanzialmente ignorato è stato invece il contributo che Giuseppe Ganduscio ha dato alla documentazione sul campo della musica popolare siciliana, effettuando fra il 1962 e i primi mesi del 1963 registrazioni a Ribera, Sant’Anna e Roccamena. I nastri contenenti questi documenti sono stati custoditi per quaranta anni nell’archivio privato di Roberto Leydi, che nel 2002 stipulò un accordo di donazione al Centro di Dialettologia e di Etnografia di Bellinzona in Svizzera. Alla morte dell’etnomusicologo, avvenuta nel 2003, si è attuato il trasferimento di questi materiali (una copia digitale delle registrazioni è oggi custodita anche negli archivi della Fonoteca Nazionale Svizzera). I documenti sonori inediti raccolti da Ganduscio sono qui inventariati e contestualizzati, offrendone in allegato multimediale una selezione significativa. I rilevamenti di Ganduscio sono stati quindi verificati tornando sui luoghi da lui percorsi più di sessant’anni fa. Ne è emerso un quadro composito, arricchito dalle testimonianze degli eredi delle tradizioni documentate dall’intellettuale riberese: alcune pratiche musicali, in particolare quelle associate agli antichi mestieri, sono ormai scomparse, mentre i canti di genere devozionale sono tuttora in gran parte eseguiti nei contesti rituali.
ganduscio; etnomusicologia; sicilia; ricerca sul campo; canti contadini; settimana santa; canto popolare siciliano
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La ricerca etnomusicologica di Giuseppe Ganduscio in Sicilia (1962-1963) / Hoffmann, Luisa. - In: ETNOGRAFIE SONORE/ SOUND ETHNOGRAPHIES. - ISSN 2611-4267. - 2:V(2022), pp. 67-122.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1691793
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