«Lascio ogni volta il cuore sul suo enorme lungomare, pieno di ragazzi e marinai, liberi e felici. Si ha poco l’impressione di essere in Italia». Pier Paolo Pasolini mostrava un grande amore verso Livorno, descrivendone i caratteri di territorio cosmopolita e multiculturale, porto franco per popoli, fedi e lingue diverse, punto d’incontro di mille avventure, di gente che passa e si ferma a guardare. Questo suo aspetto è certamente dovuto al rapporto con il mare, protagonista della sua fisionomia urbana, con il suo carattere di città ideale – un mix tra Venezia e i navigli a Milano – dovuto al progetto del Buontalenti che nel 1577 ampliò il borgo labronico con una pianta pentagonale circondata dall’acqua. Ma non avendo una vera identità storica, Livorno ha sempre avuto il mare come suo “simbolo” e, dopo la grande devastazione bellica, la ricostruzione ha guardato ad un diradamento del tessuto che difficilmente permette di riconoscere trame urbane, se non, appunto, per le vie d’acqua interne rappresentate dal “giro dei fossi”. Una rigenerazione urbana con l’acqua protagonista L’acqua, vero “monumento” identitario livornese, direttamente o indirettamente, è protagonista anche di molti progetti di rigenerazione urbana in corso, diventando, da limite invalicabile, un elemento di distinzione del territorio. Se si esclude lo sviluppo di fine Novecento della Porta a Terra, previsto da Augusto Cagnardi quale nuovo ingresso alla città, sulle relazioni città-mare poggiano molte delle traiettorie di crescita e di rigenerazione urbana del patrimonio pubblico e delle aree dismesse.
Ritratti di città. Livorno, sempre più d’acqua / Iacomoni, Andrea. - In: IL GIORNALE DELL'ARCHITETTURA. - ISSN 2284-1369. - (2023).
Ritratti di città. Livorno, sempre più d’acqua
Iacomoni Andrea
2023
Abstract
«Lascio ogni volta il cuore sul suo enorme lungomare, pieno di ragazzi e marinai, liberi e felici. Si ha poco l’impressione di essere in Italia». Pier Paolo Pasolini mostrava un grande amore verso Livorno, descrivendone i caratteri di territorio cosmopolita e multiculturale, porto franco per popoli, fedi e lingue diverse, punto d’incontro di mille avventure, di gente che passa e si ferma a guardare. Questo suo aspetto è certamente dovuto al rapporto con il mare, protagonista della sua fisionomia urbana, con il suo carattere di città ideale – un mix tra Venezia e i navigli a Milano – dovuto al progetto del Buontalenti che nel 1577 ampliò il borgo labronico con una pianta pentagonale circondata dall’acqua. Ma non avendo una vera identità storica, Livorno ha sempre avuto il mare come suo “simbolo” e, dopo la grande devastazione bellica, la ricostruzione ha guardato ad un diradamento del tessuto che difficilmente permette di riconoscere trame urbane, se non, appunto, per le vie d’acqua interne rappresentate dal “giro dei fossi”. Una rigenerazione urbana con l’acqua protagonista L’acqua, vero “monumento” identitario livornese, direttamente o indirettamente, è protagonista anche di molti progetti di rigenerazione urbana in corso, diventando, da limite invalicabile, un elemento di distinzione del territorio. Se si esclude lo sviluppo di fine Novecento della Porta a Terra, previsto da Augusto Cagnardi quale nuovo ingresso alla città, sulle relazioni città-mare poggiano molte delle traiettorie di crescita e di rigenerazione urbana del patrimonio pubblico e delle aree dismesse.File | Dimensione | Formato | |
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