Introduzione Gli OCB-I (Williams e Anderson, 1992) si sono dimostrati importanti nel predire diversi outcome a livello individuale, ma anche organizzativo (Podsakoff et al., 2000). Mettere in pratica questi comportamenti implica per l’individuo una conoscenza del proprio ruolo, dell'organizzazione e dei colleghi. Questa può essere difficile da raggiungere, soprattutto per un nuovo arrivato che non è familiare né con l’ambiente, né con i compagni di lavoro (Louis, 1980). Così, il processo di adattamento all’inizio può essere stressante e determinare un rapporto oneroso con i colleghi (Taormina e Law, 2000), soprattutto per coloro che non posseggono alcune risorse fondamentali per fronteggiare la faticosa situazione (Xanthopoulou et al., 2007). Obiettivi e metodi Nel nostro contributo ipotizziamo che livelli diversi di Socializzazione Organizzativa predicano la messa in atto di OCB-I, con la mediazione dell’Interpersonal Strain (Borgogni et al., 2012). Ci aspettiamo inoltre che una risorsa individuale come la Positività (Caprara et. Al, 2009), intervenga nel moderare il rapporto tra Socializzazione e Interpersonal Strain. Per testare le ipotesi, si è fatto ricorso ad un campione di 765 allievi del Corpo della Guardia di Finanza, di età compresa tra i 18 ed i 33 anni, intervistati nel momento di entrata in caserma. Risultati Il modello ipotizzato è stato corroborato dai dati. Il livello di Socializzazione si è visto intervenire nel predire l’Interpersonal Strain, ma questo rapporto è moderato dalla Positività. In più, l’Interpersonal Strain ha dimostrato il suo ruolo di mediatore tra Socializzazione e OCB-I. Conclusioni I risultati dimostrano come un adeguato inserimento di un nuovo lavoratore in un’organizzazione sia importante per l’individuo, ma anche per gli altri dipendenti e per l’organizzazione in generale. Il nostro studio offre indicazioni per gli interventi in ambito militare e aziendale, volti al miglioramento del processo di inserimento di un nuovo lavoratore.

Il ruolo della socializzazione organizzativa nel predire i comportamenti pro-sociali verso i colleghi: la funzione della positività e lo stress interpersonale. In G. Alessandri and S. Livi (Chairs), Il costo della socializzazione. Ruolo dei fattori personali e sociali nell’inserimento in nuovi contesti. Simposio condotto durante il Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia per le Organizzazioni (Associazione Italiana di Psicologia), Pavia, Italia / Theodorou, A; Alessandri, Guido; Livi, Stefano; Cinque, Luigi. - (2016).

Il ruolo della socializzazione organizzativa nel predire i comportamenti pro-sociali verso i colleghi: la funzione della positività e lo stress interpersonale. In G. Alessandri and S. Livi (Chairs), Il costo della socializzazione. Ruolo dei fattori personali e sociali nell’inserimento in nuovi contesti. Simposio condotto durante il Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia per le Organizzazioni (Associazione Italiana di Psicologia), Pavia, Italia

Theodorou A;Livi Stefano;
2016

Abstract

Introduzione Gli OCB-I (Williams e Anderson, 1992) si sono dimostrati importanti nel predire diversi outcome a livello individuale, ma anche organizzativo (Podsakoff et al., 2000). Mettere in pratica questi comportamenti implica per l’individuo una conoscenza del proprio ruolo, dell'organizzazione e dei colleghi. Questa può essere difficile da raggiungere, soprattutto per un nuovo arrivato che non è familiare né con l’ambiente, né con i compagni di lavoro (Louis, 1980). Così, il processo di adattamento all’inizio può essere stressante e determinare un rapporto oneroso con i colleghi (Taormina e Law, 2000), soprattutto per coloro che non posseggono alcune risorse fondamentali per fronteggiare la faticosa situazione (Xanthopoulou et al., 2007). Obiettivi e metodi Nel nostro contributo ipotizziamo che livelli diversi di Socializzazione Organizzativa predicano la messa in atto di OCB-I, con la mediazione dell’Interpersonal Strain (Borgogni et al., 2012). Ci aspettiamo inoltre che una risorsa individuale come la Positività (Caprara et. Al, 2009), intervenga nel moderare il rapporto tra Socializzazione e Interpersonal Strain. Per testare le ipotesi, si è fatto ricorso ad un campione di 765 allievi del Corpo della Guardia di Finanza, di età compresa tra i 18 ed i 33 anni, intervistati nel momento di entrata in caserma. Risultati Il modello ipotizzato è stato corroborato dai dati. Il livello di Socializzazione si è visto intervenire nel predire l’Interpersonal Strain, ma questo rapporto è moderato dalla Positività. In più, l’Interpersonal Strain ha dimostrato il suo ruolo di mediatore tra Socializzazione e OCB-I. Conclusioni I risultati dimostrano come un adeguato inserimento di un nuovo lavoratore in un’organizzazione sia importante per l’individuo, ma anche per gli altri dipendenti e per l’organizzazione in generale. Il nostro studio offre indicazioni per gli interventi in ambito militare e aziendale, volti al miglioramento del processo di inserimento di un nuovo lavoratore.
2016
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1690171
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