Razionale: L’11 marzo 2020 l’OMS ha dichiarato l’inizio della pandemia da Covid-19 e sebbene attualmente siamo in una fase discendente ancora non ne è stata dichiarata la fine ufficialmente. I pazienti affetti da Covid19, soprattutto coloro che sviluppano la malattia di grado severo, frequentemente presentano anche la disfagia tra i sintomi. Anche se la maggior parte delle persone sviluppano una malattia con sintomi lievi e senza complicanze, circa il 14% dei soggetti affetti presenta sintomi gravi che richiedono il ricovero in ospedale, il supporto dell’ossigeno-terapia ed in circa il 5% l’ammissione in un’unità di Terapia Intensiva. La valutazione precoce dello stato nutrizionale e un adeguato apporto di nutrienti in questi pazienti sono interventi fondamentali che integrano il trattamento, al fine di contrastare la disidratazione, la malnutrizione, la sarcopenia e tutte le altre complicanze a cui possono andare facilmente incontro. Materiali e metodi: Nel periodo tra novembre 2021 e dicembre 2022 sono stati valutati per disfagia 690 pazienti ricoverati presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I, dal servizio di Foniatria. Di questi, 66 pazienti erano positivi al Sars-Cov-2. L’intero campione è stato valutato con bedside examination e valutazione endoscopica della deglutizione (FEES), utilizzando la scala DOSS, il P-score, il PAS ed il PSCA score per la valutazione del grado di severità. Risultati: Durante il periodo pandemico preso in esame, il 9.6% dei pazienti disfagici ospedalizzati sono risultati essere positivi per infezione da Sars-Cov2, l’età media è di 77 aa, il punteggio medio DOSS è di 3,07. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una sola valutazione, e solo nello 0,07 % di casi è stata necessaria una seconda rivalutazione. Conclusioni: L’infezione da Sars-Cov-2 con lo sviluppo dei sintomi del Covid-19, l’ospedalizzazione con eventuale permanenza in terapia intensiva e la sarcopenia nei pazienti anziani, aumentano il rischio dell’insorgenza della disfagia. Gli esiti di deficit della sensibilità, presenti anche dopo la risoluzione dell’infezione, aumentano il rischio di persistenza della disfagia, pertanto, è necessario effettuare uno screening precoce.
Infezione da Sars-Cov2 e disfagia nei pazienti ospedalizzati: nostra esperienza / Pipitone, LUCIA LIBERA; D'Elia, Chiara; Maltese, Marina; Licci, Francesco; Deflorio, Giovanni; Longo, Lucia. - (2023), pp. 55-55. (Intervento presentato al convegno 54mo SIFEL Congresso Nazionale Società di Audiologia e Foniatria 2023 tenutosi a Modena).
Infezione da Sars-Cov2 e disfagia nei pazienti ospedalizzati: nostra esperienza
Lucia Libera PipitonePrimo
;Francesco Licci;Giovanni DeflorioPenultimo
;Lucia Longo
Ultimo
2023
Abstract
Razionale: L’11 marzo 2020 l’OMS ha dichiarato l’inizio della pandemia da Covid-19 e sebbene attualmente siamo in una fase discendente ancora non ne è stata dichiarata la fine ufficialmente. I pazienti affetti da Covid19, soprattutto coloro che sviluppano la malattia di grado severo, frequentemente presentano anche la disfagia tra i sintomi. Anche se la maggior parte delle persone sviluppano una malattia con sintomi lievi e senza complicanze, circa il 14% dei soggetti affetti presenta sintomi gravi che richiedono il ricovero in ospedale, il supporto dell’ossigeno-terapia ed in circa il 5% l’ammissione in un’unità di Terapia Intensiva. La valutazione precoce dello stato nutrizionale e un adeguato apporto di nutrienti in questi pazienti sono interventi fondamentali che integrano il trattamento, al fine di contrastare la disidratazione, la malnutrizione, la sarcopenia e tutte le altre complicanze a cui possono andare facilmente incontro. Materiali e metodi: Nel periodo tra novembre 2021 e dicembre 2022 sono stati valutati per disfagia 690 pazienti ricoverati presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I, dal servizio di Foniatria. Di questi, 66 pazienti erano positivi al Sars-Cov-2. L’intero campione è stato valutato con bedside examination e valutazione endoscopica della deglutizione (FEES), utilizzando la scala DOSS, il P-score, il PAS ed il PSCA score per la valutazione del grado di severità. Risultati: Durante il periodo pandemico preso in esame, il 9.6% dei pazienti disfagici ospedalizzati sono risultati essere positivi per infezione da Sars-Cov2, l’età media è di 77 aa, il punteggio medio DOSS è di 3,07. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una sola valutazione, e solo nello 0,07 % di casi è stata necessaria una seconda rivalutazione. Conclusioni: L’infezione da Sars-Cov-2 con lo sviluppo dei sintomi del Covid-19, l’ospedalizzazione con eventuale permanenza in terapia intensiva e la sarcopenia nei pazienti anziani, aumentano il rischio dell’insorgenza della disfagia. Gli esiti di deficit della sensibilità, presenti anche dopo la risoluzione dell’infezione, aumentano il rischio di persistenza della disfagia, pertanto, è necessario effettuare uno screening precoce.File | Dimensione | Formato | |
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