Gli scavi condotti dall'Università del Salento hanno riportato alla luce il Ploutonion di Hierapolis di Frigia (Turchia), monumento celebre e luogo di pellegrinaggio fin dal I secolo a.C.. La Porta degli Inferi, o di Plutone, il signore dell’Ade – Ploutonion in greco, Plutonium in latino – era il luogo da cui si aveva accesso secondo la mitologia e la tradizione ellenistica e romana all’inferno e coincideva con alcune aperture nel terreno (stomia) da cui scaturivano emissioni venefiche. Molte sono le fonti antiche che riferiscono del plutonion. Il fulcro del santuario era rappresentato da un piccolo edificio teatrale sovrastante l’apertura di una grotta dalla quale fuoriusciva l’acqua sorgiva insieme alle emissioni di anidride carbonica, dove gli animali venivano sacrificati per soffocamento provocato dalle esalazioni. A questa area erano annessi altri vani utilizzati dai fedeli in una sorta di percorso rituale fatto di abluzioni, libagioni e sacrifici in onore delle divinità ctonie. Diffusa era anche la pratica di gettare volatili nella grotta dove morivano a causa della nocività dei vapori, differentemente dai sacerdoti che rimanevano incolumi. Nel 2014 è stato avviato lo studio dei resti animali recuperati all’interno del santuario. In questa sede si presentano i risultati dello studio dei resti di volatili dal deposito votivo di I-II secolo d. C. rinvenuto all’esterno del corridoio presente al di sotto del teatro sul lato settentrionale.

Gli animali alla porta degli inferi di Hierapolis: uno studio preliminare / De Grossi Mazzorin, Jacopo; Minniti, Claudia. - (2022), pp. 525-538. - HIERAPOLIS DI FRIGIA.

Gli animali alla porta degli inferi di Hierapolis: uno studio preliminare

CLaudia Minniti
2022

Abstract

Gli scavi condotti dall'Università del Salento hanno riportato alla luce il Ploutonion di Hierapolis di Frigia (Turchia), monumento celebre e luogo di pellegrinaggio fin dal I secolo a.C.. La Porta degli Inferi, o di Plutone, il signore dell’Ade – Ploutonion in greco, Plutonium in latino – era il luogo da cui si aveva accesso secondo la mitologia e la tradizione ellenistica e romana all’inferno e coincideva con alcune aperture nel terreno (stomia) da cui scaturivano emissioni venefiche. Molte sono le fonti antiche che riferiscono del plutonion. Il fulcro del santuario era rappresentato da un piccolo edificio teatrale sovrastante l’apertura di una grotta dalla quale fuoriusciva l’acqua sorgiva insieme alle emissioni di anidride carbonica, dove gli animali venivano sacrificati per soffocamento provocato dalle esalazioni. A questa area erano annessi altri vani utilizzati dai fedeli in una sorta di percorso rituale fatto di abluzioni, libagioni e sacrifici in onore delle divinità ctonie. Diffusa era anche la pratica di gettare volatili nella grotta dove morivano a causa della nocività dei vapori, differentemente dai sacerdoti che rimanevano incolumi. Nel 2014 è stato avviato lo studio dei resti animali recuperati all’interno del santuario. In questa sede si presentano i risultati dello studio dei resti di volatili dal deposito votivo di I-II secolo d. C. rinvenuto all’esterno del corridoio presente al di sotto del teatro sul lato settentrionale.
2022
Le attività delle campagne di scavo e restauro 2012-2015. Volume 2
978-625-8056-05-1
sacrificio; Hierapolis; Turchia; resti di uccelli; archeozoologia
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Gli animali alla porta degli inferi di Hierapolis: uno studio preliminare / De Grossi Mazzorin, Jacopo; Minniti, Claudia. - (2022), pp. 525-538. - HIERAPOLIS DI FRIGIA.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Minniti_porta-inferi-Hierapolis_2022.pdf

solo gestori archivio

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 3.11 MB
Formato Adobe PDF
3.11 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1689922
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact