This contribution wants to offer a glimpse of that seventeenth and eighteenth-century tendency to reduce pre-existing structures, especially medieval ones, “to the modern style”, in the particular historical and geographical context of the city of Ancona in the aftermath of the concession of the customs exemption at the beginning of the Thirties of the eighteenth century. The focus is on the reconstructions of the three complexes built by the mendicant Orders of Ancona – Augustinians, Dominicans, Franciscans – which were among the most relevant episodes in the context of the phenomenon of urban and architectural renovation that affected the city in the period. A first consideration is related to the fact that the three factories constituted vehicles for the diffusion of that language which, although imported by the architects employed by the Papal State in the renovation works of the port – first Luigi Vanvitelli and then Carlo Marchionni – took hold to such an extent to become essential at least for the entire following century, moreover guiding the first nineteenth and twentieth-century expansions of the city beyond the walls. These interventions, then, finally allowed that adaptation to the counter-reformist model which had not been possible to achieve until the region experienced a new prosperity in the second half of the eighteenth century, and for which it is possible to read in all the cases examined the same kind of uniforming will. If the reconstruction of these three buildings did not represent the answer to the new needs of the Orders, it at least allowed the overcoming of the old ones, as well as confirming – and in the case of the Dominican church, accentuating – the strong urban character alive in each of the three complexes since their foundation.

Il presente contributo muove dal tentativo di offrire uno sguardo su quella tendenza sei e settecentesca al ridurre «alla moderna» le preesistenze, soprattutto medievali, nel particolare contesto storico e geografico della città di Ancona all’indomani della concessione della franchigia doganale all’inizio degli anni Trenta del Settecento. L’attenzione è posta sulle ricostruzioni dei tre grandi complessi realizzati dagli ordini mendicanti anconetani – Agostiniani, Domenicani, Francescani – che furono tra gli episodi più rilevanti nell’ambito del fenomeno di rinnovamento urbano e architettonico che interessò la città nel periodo. Una prima considerazione è relativa al fatto che le tre fabbriche costituirono dei veicoli per la diffusione di quel linguaggio che, seppur importato dagli architetti impiegati dallo Stato Pontificio nei lavori di rinnovamento del porto – Luigi Vanvitelli prima e Carlo Marchionni poi – prese piede a tal punto da divenire imprescindibile almeno per tutto il secolo successivo, peraltro guidando le prime espansioni otto e novecentesche della città oltre le mura. Tali interventi, poi, consentirono finalmente quell’adeguamento al modello controriformista che non era stato possibile attendere finché la regione non conobbe un nuovo benessere nella seconda metà del XVIII secolo, e per cui è possibile leggere in tutti e tre i casi presi in esame lo stesso tipo di volontà uniformatrice. Se la ricostruzione di queste tre grandi fabbriche non rappresentò la risposta a nuove esigenze degli ordini, permise, quantomeno, il superamento delle vecchie, oltre a confermare – e nel caso della chiesa dei Domenicani, ad accentuare – lo spiccato carattere urbano vivo in ognuno dei tre complessi sin dalla loro fondazione.

Sant'Agostino, San Domenico e San Francesco alle Scale. Tre chiese di ordini mendicanti ricostruite ad Ancona nel Settecento / Convertini, ANGELA MICHELA. - (2023), pp. 321-334. (Intervento presentato al convegno Rappresentazione, architettura e storia. La diffusione degli ordini religiosi in Italia e nei Paesi del Mediterraneo tra Medioevo ed Età Moderna. Atti del Convegno internazionale (10-11 maggio 2021) tenutosi a Rome, Italy).

Sant'Agostino, San Domenico e San Francesco alle Scale. Tre chiese di ordini mendicanti ricostruite ad Ancona nel Settecento

Angela Michela Convertini
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2023

Abstract

This contribution wants to offer a glimpse of that seventeenth and eighteenth-century tendency to reduce pre-existing structures, especially medieval ones, “to the modern style”, in the particular historical and geographical context of the city of Ancona in the aftermath of the concession of the customs exemption at the beginning of the Thirties of the eighteenth century. The focus is on the reconstructions of the three complexes built by the mendicant Orders of Ancona – Augustinians, Dominicans, Franciscans – which were among the most relevant episodes in the context of the phenomenon of urban and architectural renovation that affected the city in the period. A first consideration is related to the fact that the three factories constituted vehicles for the diffusion of that language which, although imported by the architects employed by the Papal State in the renovation works of the port – first Luigi Vanvitelli and then Carlo Marchionni – took hold to such an extent to become essential at least for the entire following century, moreover guiding the first nineteenth and twentieth-century expansions of the city beyond the walls. These interventions, then, finally allowed that adaptation to the counter-reformist model which had not been possible to achieve until the region experienced a new prosperity in the second half of the eighteenth century, and for which it is possible to read in all the cases examined the same kind of uniforming will. If the reconstruction of these three buildings did not represent the answer to the new needs of the Orders, it at least allowed the overcoming of the old ones, as well as confirming – and in the case of the Dominican church, accentuating – the strong urban character alive in each of the three complexes since their foundation.
2023
Rappresentazione, architettura e storia. La diffusione degli ordini religiosi in Italia e nei Paesi del Mediterraneo tra Medioevo ed Età Moderna. Atti del Convegno internazionale (10-11 maggio 2021)
Il presente contributo muove dal tentativo di offrire uno sguardo su quella tendenza sei e settecentesca al ridurre «alla moderna» le preesistenze, soprattutto medievali, nel particolare contesto storico e geografico della città di Ancona all’indomani della concessione della franchigia doganale all’inizio degli anni Trenta del Settecento. L’attenzione è posta sulle ricostruzioni dei tre grandi complessi realizzati dagli ordini mendicanti anconetani – Agostiniani, Domenicani, Francescani – che furono tra gli episodi più rilevanti nell’ambito del fenomeno di rinnovamento urbano e architettonico che interessò la città nel periodo. Una prima considerazione è relativa al fatto che le tre fabbriche costituirono dei veicoli per la diffusione di quel linguaggio che, seppur importato dagli architetti impiegati dallo Stato Pontificio nei lavori di rinnovamento del porto – Luigi Vanvitelli prima e Carlo Marchionni poi – prese piede a tal punto da divenire imprescindibile almeno per tutto il secolo successivo, peraltro guidando le prime espansioni otto e novecentesche della città oltre le mura. Tali interventi, poi, consentirono finalmente quell’adeguamento al modello controriformista che non era stato possibile attendere finché la regione non conobbe un nuovo benessere nella seconda metà del XVIII secolo, e per cui è possibile leggere in tutti e tre i casi presi in esame lo stesso tipo di volontà uniformatrice. Se la ricostruzione di queste tre grandi fabbriche non rappresentò la risposta a nuove esigenze degli ordini, permise, quantomeno, il superamento delle vecchie, oltre a confermare – e nel caso della chiesa dei Domenicani, ad accentuare – lo spiccato carattere urbano vivo in ognuno dei tre complessi sin dalla loro fondazione.
Agostiniani; Domenicani; Francescani; Ancona; Settecento
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Sant'Agostino, San Domenico e San Francesco alle Scale. Tre chiese di ordini mendicanti ricostruite ad Ancona nel Settecento / Convertini, ANGELA MICHELA. - (2023), pp. 321-334. (Intervento presentato al convegno Rappresentazione, architettura e storia. La diffusione degli ordini religiosi in Italia e nei Paesi del Mediterraneo tra Medioevo ed Età Moderna. Atti del Convegno internazionale (10-11 maggio 2021) tenutosi a Rome, Italy).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1688806
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