L’impugnazione dei provvedimenti delle autorità pubbliche nazionali costituisce un importante strumento di private enforcement nel diritto ambientale dell’Unione. Tale fattispecie, prevista dall’art. 9, par. 3, della Convenzione di Aarhus, non è stata oggetto di armonizzazione, per cui il riconoscimento della legittimità ad agire dei soggetti privati dipende dai sistemi processuali nazionali. Di regola, la Corte di giustizia riconosce detta legittimità alle persone fisiche e giuridiche qualora la controversia riguardi norme di diritto derivato sufficientemente chiare e precise, tali da conferire loro diritti soggettivi. Tuttavia, in alcune pronunce (C-240/09, C-664/15), anche recenti (C-873/19), la Corte ha prospettato un approccio argomentativo differente, ricavando il locus standi dei privati invocando la nozione di tutela giurisdizionale effettiva. Analizzando la giurisprudenza menzionata, il presente contributo indaga le possibilità, per i privati, di contestare l’operato di uno Stato membro in materia ambientale dinanzi al giudice interno, riflettendo sul ruolo esercitato dalla tutela giurisdizionale effettiva. Secondo la Corte, come si evidenzierà, tale concetto è suscettibile di restringere il margine di discrezionalità concesso agli Stati nel disciplinare le condizioni di accesso alle giurisdizioni nazionali, anche in assenza di diritti soggettivi chiaramente conferiti dalla normativa rilevante nel caso di specie. Detto approccio sembra suggerire un possibile ampliamento della posizione riconosciuta ai privati dinanzi al giudice nazionale, anche in settori del diritto ambientale dell’Unione in cui non esistono norme di diritto derivato sull’accesso alla giustizia.
L’accesso dei privati alla giustizia nei ricorsi interni in materia ambientale. Quale spazio per la tutela giurisdizionale effettiva? / DI ANSELMO, Lorenzo. - (2023), pp. 391-411. (Intervento presentato al convegno “L’effettività del diritto dell’Unione europea tra strumenti di attuazione pubblici e mezzi di tutela privati” - III Edizione dell’Incontro fra i giovani studiosi del Diritto dell’Unione europea promosso da AISDUE tenutosi a Firenze).
L’accesso dei privati alla giustizia nei ricorsi interni in materia ambientale. Quale spazio per la tutela giurisdizionale effettiva?
Lorenzo Di Anselmo
2023
Abstract
L’impugnazione dei provvedimenti delle autorità pubbliche nazionali costituisce un importante strumento di private enforcement nel diritto ambientale dell’Unione. Tale fattispecie, prevista dall’art. 9, par. 3, della Convenzione di Aarhus, non è stata oggetto di armonizzazione, per cui il riconoscimento della legittimità ad agire dei soggetti privati dipende dai sistemi processuali nazionali. Di regola, la Corte di giustizia riconosce detta legittimità alle persone fisiche e giuridiche qualora la controversia riguardi norme di diritto derivato sufficientemente chiare e precise, tali da conferire loro diritti soggettivi. Tuttavia, in alcune pronunce (C-240/09, C-664/15), anche recenti (C-873/19), la Corte ha prospettato un approccio argomentativo differente, ricavando il locus standi dei privati invocando la nozione di tutela giurisdizionale effettiva. Analizzando la giurisprudenza menzionata, il presente contributo indaga le possibilità, per i privati, di contestare l’operato di uno Stato membro in materia ambientale dinanzi al giudice interno, riflettendo sul ruolo esercitato dalla tutela giurisdizionale effettiva. Secondo la Corte, come si evidenzierà, tale concetto è suscettibile di restringere il margine di discrezionalità concesso agli Stati nel disciplinare le condizioni di accesso alle giurisdizioni nazionali, anche in assenza di diritti soggettivi chiaramente conferiti dalla normativa rilevante nel caso di specie. Detto approccio sembra suggerire un possibile ampliamento della posizione riconosciuta ai privati dinanzi al giudice nazionale, anche in settori del diritto ambientale dell’Unione in cui non esistono norme di diritto derivato sull’accesso alla giustizia.File | Dimensione | Formato | |
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