L’intero progetto di ricerca è nato a partire da una riflessione intorno al mancato riconoscimento sociale, economico e giuridico della professione bibliotecaria. Conseguentemente ci si è chiesti se questo scarso riconoscimento nei confronti della professione potesse essere concausa di due fenomeni che affliggono le biblioteche italiane: lo scarso utilizzo dei servizi bibliotecari e i finanziamenti esigui ad essa destinati. Nell’anno 2021 gli utenti iscritti che hanno usufruito di almeno un servizio bibliotecario sono stati circa il 7,5% della popolazione (4,4 milioni di persone su 59 milioni) , dato in profonda decrescita rispetto al 2019 dove gli utenti attivi erano intorno al 13% (7,8 milioni di utenti attivi) . Nel 2022 torna a crescere la percentuale di coloro che hanno fruito delle biblioteche (10,2% della popolazione), ma rimane tuttavia preoccupante il fatto che «rispetto al 2019, nel 2022 le prevalenze sono diminuite particolarmente per i giovani e i giovanissimi di 6-24 anni». Questa domanda di ricerca ha inevitabilmente sollevato altre domande, tra cui in particolare: per quale motivo è così complesso dall’esterno comprendere le mansioni, le funzioni e il ruolo del bibliotecario? Come mai un generico utente che entra in biblioteca non ha una chiara idea di cosa debba aspettarsi, e pretendere, dal servizio bibliotecario? Per quale motivo sussiste uno stereotipo del bibliotecario così radicato nella communis opinio? Come mai la maggior parte degli studenti maturandi non sa che esistono dei percorsi universitari per diventare un bibliotecario, o non immagina che sia necessario seguire un percorso formativo specifico per diventarlo? La volontà di cercare di rispondere a queste domande, o per lo meno di provare a individuare delle possibili concause di questi fenomeni, è scaturita dalla convinzione profonda che la biblioteca possa realmente generare un impatto sulla società e nei territori di riferimento solo grazie alla presenza del bibliotecario. E con bibliotecario si intende bibliotecario formato e competente, non bibliotecario in quanto persona che lavora all’interno dell’istituzione biblioteca. Come verrà approfondito nel primo capitolo, queste domande sono sorte e sono state alimentate dall’attività di ricerca sul campo che ha avuto inizio con il progetto di tesi di diploma presso la Scuola di specializzazione in beni archivistici e librari della Sapienza Università di Roma, ed è continuata grazie alla partecipazione in qualità di ricercatrice a diverse indagini del Laboratorio di biblioteconomia sociale e ricerca applicata alle biblioteche (BIBLAB) di Sapienza Università di Roma. Le diverse attività di ricerca hanno avuto, e hanno tuttora, obiettivi differenti, ma un comune denominatore: vedere nei bibliotecari italiani gli interlocutori privilegiati per comprendere il ruolo, la funzione, l’impatto, il futuro della professione e delle biblioteche nella contemporaneità. La maggior parte dei progetti ha previsto l’impiego degli strumenti propri della ricerca sociale, in particolar modo qualitativa ma in alcuni casi anche quantitativa. Attraverso le tecniche dell’intervista in profondità, del focus group e del questionario si è avuta la possibilità di confrontarsi direttamente con i professionisti delle biblioteche italiane, avendo sempre come volontà sottese, e non necessariamente esplicitate, le seguenti: comprendere chi è il bibliotecario oggi e quale è la sua funzione, immaginare chi sarà il bibliotecario domani e quale sarà la sua funzione.
Identità, percezione e stereotipo: analisi della figura del bibliotecario italiano / Battaggia, Maddalena. - (2023 May 30).
Identità, percezione e stereotipo: analisi della figura del bibliotecario italiano
BATTAGGIA, MADDALENA
30/05/2023
Abstract
L’intero progetto di ricerca è nato a partire da una riflessione intorno al mancato riconoscimento sociale, economico e giuridico della professione bibliotecaria. Conseguentemente ci si è chiesti se questo scarso riconoscimento nei confronti della professione potesse essere concausa di due fenomeni che affliggono le biblioteche italiane: lo scarso utilizzo dei servizi bibliotecari e i finanziamenti esigui ad essa destinati. Nell’anno 2021 gli utenti iscritti che hanno usufruito di almeno un servizio bibliotecario sono stati circa il 7,5% della popolazione (4,4 milioni di persone su 59 milioni) , dato in profonda decrescita rispetto al 2019 dove gli utenti attivi erano intorno al 13% (7,8 milioni di utenti attivi) . Nel 2022 torna a crescere la percentuale di coloro che hanno fruito delle biblioteche (10,2% della popolazione), ma rimane tuttavia preoccupante il fatto che «rispetto al 2019, nel 2022 le prevalenze sono diminuite particolarmente per i giovani e i giovanissimi di 6-24 anni». Questa domanda di ricerca ha inevitabilmente sollevato altre domande, tra cui in particolare: per quale motivo è così complesso dall’esterno comprendere le mansioni, le funzioni e il ruolo del bibliotecario? Come mai un generico utente che entra in biblioteca non ha una chiara idea di cosa debba aspettarsi, e pretendere, dal servizio bibliotecario? Per quale motivo sussiste uno stereotipo del bibliotecario così radicato nella communis opinio? Come mai la maggior parte degli studenti maturandi non sa che esistono dei percorsi universitari per diventare un bibliotecario, o non immagina che sia necessario seguire un percorso formativo specifico per diventarlo? La volontà di cercare di rispondere a queste domande, o per lo meno di provare a individuare delle possibili concause di questi fenomeni, è scaturita dalla convinzione profonda che la biblioteca possa realmente generare un impatto sulla società e nei territori di riferimento solo grazie alla presenza del bibliotecario. E con bibliotecario si intende bibliotecario formato e competente, non bibliotecario in quanto persona che lavora all’interno dell’istituzione biblioteca. Come verrà approfondito nel primo capitolo, queste domande sono sorte e sono state alimentate dall’attività di ricerca sul campo che ha avuto inizio con il progetto di tesi di diploma presso la Scuola di specializzazione in beni archivistici e librari della Sapienza Università di Roma, ed è continuata grazie alla partecipazione in qualità di ricercatrice a diverse indagini del Laboratorio di biblioteconomia sociale e ricerca applicata alle biblioteche (BIBLAB) di Sapienza Università di Roma. Le diverse attività di ricerca hanno avuto, e hanno tuttora, obiettivi differenti, ma un comune denominatore: vedere nei bibliotecari italiani gli interlocutori privilegiati per comprendere il ruolo, la funzione, l’impatto, il futuro della professione e delle biblioteche nella contemporaneità. La maggior parte dei progetti ha previsto l’impiego degli strumenti propri della ricerca sociale, in particolar modo qualitativa ma in alcuni casi anche quantitativa. Attraverso le tecniche dell’intervista in profondità, del focus group e del questionario si è avuta la possibilità di confrontarsi direttamente con i professionisti delle biblioteche italiane, avendo sempre come volontà sottese, e non necessariamente esplicitate, le seguenti: comprendere chi è il bibliotecario oggi e quale è la sua funzione, immaginare chi sarà il bibliotecario domani e quale sarà la sua funzione.File | Dimensione | Formato | |
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