Il termine “disarmo” evoca un concetto complesso, la cui analisi coinvolge riflessioni di carattere sociologico, antropologico, filosofico e teologico. Una complessità di approcci e di prospettive che, ad esempio, appare evidente già dalla difficoltà nel definire i confini fra dis-armo e non-vio- lenza, nel legare o meno la “violenza” all’“arma”. Se, infatti, l’anti-mili- tarismo o l’anti-armismo può considerarsi come fase preliminare e con- dizione necessaria alla non-violenza, bisogna anche rilevare che con la parola “arma” non si indica unicamente uno strumento atto ad uccidere, ma ci si può riferire anche alla “forza”, concettualmente distinta dalla violenza: accanto all’arma materiale distruttiva vi è anche l’arma morale costruttiva, la forza resistente1 , l’arma non violenta. E, d’altro canto, la violenza di un’“arma” non si lega esclusivamente alla sua attitudine ad uccidere, ma più in generale, alla sua capacità di “violare”, di generare sofferenza (fisica, morale, culturale), di ferire, di minacciare, di domi- nare2 . Ancora, l’intelligenza può essere messa al servizio della violenza armata e, in quanto strumento di “intelligence”, supportare operazioni di guerra e di dominio, divenendo “ragione armata”.

Il sentiero abbandonato del disarmo / Amorosi, MARIA CATERINA. - (2022), pp. 115-140. (Intervento presentato al convegno Il costituzionalismo democratico moderno può sopravvivere alla guerra? tenutosi a "Rome; Italy").

Il sentiero abbandonato del disarmo

Maria Caterina Amorosi
2022

Abstract

Il termine “disarmo” evoca un concetto complesso, la cui analisi coinvolge riflessioni di carattere sociologico, antropologico, filosofico e teologico. Una complessità di approcci e di prospettive che, ad esempio, appare evidente già dalla difficoltà nel definire i confini fra dis-armo e non-vio- lenza, nel legare o meno la “violenza” all’“arma”. Se, infatti, l’anti-mili- tarismo o l’anti-armismo può considerarsi come fase preliminare e con- dizione necessaria alla non-violenza, bisogna anche rilevare che con la parola “arma” non si indica unicamente uno strumento atto ad uccidere, ma ci si può riferire anche alla “forza”, concettualmente distinta dalla violenza: accanto all’arma materiale distruttiva vi è anche l’arma morale costruttiva, la forza resistente1 , l’arma non violenta. E, d’altro canto, la violenza di un’“arma” non si lega esclusivamente alla sua attitudine ad uccidere, ma più in generale, alla sua capacità di “violare”, di generare sofferenza (fisica, morale, culturale), di ferire, di minacciare, di domi- nare2 . Ancora, l’intelligenza può essere messa al servizio della violenza armata e, in quanto strumento di “intelligence”, supportare operazioni di guerra e di dominio, divenendo “ragione armata”.
2022
Il costituzionalismo democratico moderno può sopravvivere alla guerra?
disarmo; guerra e costituzione; nato
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Il sentiero abbandonato del disarmo / Amorosi, MARIA CATERINA. - (2022), pp. 115-140. (Intervento presentato al convegno Il costituzionalismo democratico moderno può sopravvivere alla guerra? tenutosi a "Rome; Italy").
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