Ancora alla fine del V secolo, il giorno del 15 febbraio, uomini seminudi correvano intorno al Palatino sferzando i passanti, soprattutto le donne, con cinghie di pelle di capra, reiterando, come da secoli, l’arcaico rito lustrale dei Lupercalia. Lo scenario della festa – in particolare l’asse della via Sacra: Aug. civ. 18.12 – esibiva un’impressionante sequenza di edifici e monumenti, con statue e iscrizioni, che testimoniavano il passato grandioso della città pagana con molti rimandi alle sue origini mitiche. Esso, tuttavia, già mostrava inequivocabili i segni della nuova fede che, ormai da un secolo (dall’editto di Teodosio del 395), aveva decretato la chiusura dei templi e la sospensione degli antichi riti, avviando la progressiva costruzione del nuovo paesaggio religioso cristiano. In questo processo di risemantizzazione, forse non casualmente, la prima processione fissa del calendario cristiano di Roma, la Candelora, istituita da Sergio I (687-701), si sarebbe svolta con analoghi significati purificatori, il 14 febbraio, nello stesso scenario urbano del Foro Romano, ormai largamente cristianizzato. Si tratta, come è ben noto, di un capitolo esemplare della ‘conversione’ di Roma che si manifestò – tra continuità e rottura, tra conflitto e convivenza – nella progressiva trasformazione materiale e simbolica dello spazio della città, primo tra tutti quello del centro politico, religioso e rappresentativo della capitale imperiale, tra Campidoglio e Palatino, lungo l’asse della millenaria via Sacra. L’identificazione del percorso e dell’estensione della Sacra via – la più celebre delle strade di Roma antica – è stato tra i temi di archeologia romana più dibattuti degli ultimi decenni, ma sembra avere trovato una soluzione nella recente valorizzazione di due documenti scritti – un frammento di calendario di avanzata età augustea e un misconosciuto passo di Galeno – che ne confermano la tradizionale identificazione con il tratto stradale esteso tra la piazza del Foro e l’area dell’Arco di Tito
Sacra via vs via Sacra. Persistenza e trasformazione di un percorso cerimoniale tra età antica e medioevo / Palombi, Domenico. - (2023). (Intervento presentato al convegno Viae Urbis Le strade a Roma nel medioevo tenutosi a Roma).
Sacra via vs via Sacra. Persistenza e trasformazione di un percorso cerimoniale tra età antica e medioevo
domenico palombi
2023
Abstract
Ancora alla fine del V secolo, il giorno del 15 febbraio, uomini seminudi correvano intorno al Palatino sferzando i passanti, soprattutto le donne, con cinghie di pelle di capra, reiterando, come da secoli, l’arcaico rito lustrale dei Lupercalia. Lo scenario della festa – in particolare l’asse della via Sacra: Aug. civ. 18.12 – esibiva un’impressionante sequenza di edifici e monumenti, con statue e iscrizioni, che testimoniavano il passato grandioso della città pagana con molti rimandi alle sue origini mitiche. Esso, tuttavia, già mostrava inequivocabili i segni della nuova fede che, ormai da un secolo (dall’editto di Teodosio del 395), aveva decretato la chiusura dei templi e la sospensione degli antichi riti, avviando la progressiva costruzione del nuovo paesaggio religioso cristiano. In questo processo di risemantizzazione, forse non casualmente, la prima processione fissa del calendario cristiano di Roma, la Candelora, istituita da Sergio I (687-701), si sarebbe svolta con analoghi significati purificatori, il 14 febbraio, nello stesso scenario urbano del Foro Romano, ormai largamente cristianizzato. Si tratta, come è ben noto, di un capitolo esemplare della ‘conversione’ di Roma che si manifestò – tra continuità e rottura, tra conflitto e convivenza – nella progressiva trasformazione materiale e simbolica dello spazio della città, primo tra tutti quello del centro politico, religioso e rappresentativo della capitale imperiale, tra Campidoglio e Palatino, lungo l’asse della millenaria via Sacra. L’identificazione del percorso e dell’estensione della Sacra via – la più celebre delle strade di Roma antica – è stato tra i temi di archeologia romana più dibattuti degli ultimi decenni, ma sembra avere trovato una soluzione nella recente valorizzazione di due documenti scritti – un frammento di calendario di avanzata età augustea e un misconosciuto passo di Galeno – che ne confermano la tradizionale identificazione con il tratto stradale esteso tra la piazza del Foro e l’area dell’Arco di TitoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.