Il 27 aprile 2023, a seguito di un complesso processo negoziale, il Consiglio di sicurezza ha adottato la risoluzione 2681 (2023), con la quale ha condannato i Talebani per le severe politiche restrittive adottate nei confronti delle donne in Afghanistan. Nello specifico, la decisione censura la scelta dell’attuale regime di impedire alle donne afghane di lavorare nelle organizzazioni nazionali e internazionali, comprese dunque le agenzie delle Nazioni Unite in Afghanistan, e chiede ai Talebani di operare una «swiftly reverse» di tutte le misure intraprese che ledono profondamente i diritti delle donne e i principi internazionali in materia. Da quando, nell'agosto 2021, i Talebani hanno ripreso il controllo del territorio del Paese degli aquiloni, i diritti delle donne sono stati gravemente e sistematicamente violati. Il nuovo governo de facto, infatti, ha subito adottato provvedimenti molto severi, nonostante le iniziali rassicurazioni di rispettare le donne e i loro diritti seppure entro i limiti fissati dalla Sharia. Questi includono il divieto per le donne di muoversi liberamente, di frequentare corsi di studio, di lavorare, e l'obbligo di indossare indumenti che coprano integralmente il corpo. A fronte di una situazione tanto drammatica, la risoluzione 2681 (2023) rappresenta indubbiamente un passo importante, seppur tardivo, verso la tutela delle donne in Afghanistan. Di fatti, l’approvazione della delibera consigliare è arrivata solo a seguito dell’emanazione di un decreto dei Talebani che vietava alle donne di lavorare all’interno delle organizzazioni nazionali e internazionali, tra cui, quindi, anche l’UNAMA (United Nations Assistance Mission in Afghanistan), la missione politica speciale dispiegata in Afghanistan. Malgrado il ritardo, giova comunque rilevare che il Consiglio di sicurezza sembra finalmente fare sul serio al cospetto di violazioni dei diritti delle donne afghane che non hanno precedenti nella storia contemporanea della comunità internazionale. Infatti, già a marzo 2023, aveva adottato due decisioni - la risoluzione 2678 (2023) e la risoluzione 2679 (2023) - in cui, oltre a rinnovare il mandato della missione UNAMA, sottolineava l’importanza di affrontare la grave questione della condizione femminile in Afghanistan. Di seguito, verranno esaminati gli aspetti giuridici più rilevanti della risoluzione 2681 (2023), dopo una breve rassegna storico-giuridica degli eventi che hanno portato all'attuale situazione in Afghanistan che sarà corredata da un'analisi del ruolo svolto nel Paese dalla missione UNAMA.

Nella risoluzione 2681 (2023) il consiglio di sicurezza condanna per la prima volta i talebani per la persecuzione delle donne in Afghanistan. Una reazione pronta, adeguata ed effettiva? / Barletta, Mariangela. - In: ORDINE INTERNAZIONALE E DIRITTI UMANI. - ISSN 2284-3531. - 3(2023), pp. 700-706.

Nella risoluzione 2681 (2023) il consiglio di sicurezza condanna per la prima volta i talebani per la persecuzione delle donne in Afghanistan. Una reazione pronta, adeguata ed effettiva?

mariangela barletta
2023

Abstract

Il 27 aprile 2023, a seguito di un complesso processo negoziale, il Consiglio di sicurezza ha adottato la risoluzione 2681 (2023), con la quale ha condannato i Talebani per le severe politiche restrittive adottate nei confronti delle donne in Afghanistan. Nello specifico, la decisione censura la scelta dell’attuale regime di impedire alle donne afghane di lavorare nelle organizzazioni nazionali e internazionali, comprese dunque le agenzie delle Nazioni Unite in Afghanistan, e chiede ai Talebani di operare una «swiftly reverse» di tutte le misure intraprese che ledono profondamente i diritti delle donne e i principi internazionali in materia. Da quando, nell'agosto 2021, i Talebani hanno ripreso il controllo del territorio del Paese degli aquiloni, i diritti delle donne sono stati gravemente e sistematicamente violati. Il nuovo governo de facto, infatti, ha subito adottato provvedimenti molto severi, nonostante le iniziali rassicurazioni di rispettare le donne e i loro diritti seppure entro i limiti fissati dalla Sharia. Questi includono il divieto per le donne di muoversi liberamente, di frequentare corsi di studio, di lavorare, e l'obbligo di indossare indumenti che coprano integralmente il corpo. A fronte di una situazione tanto drammatica, la risoluzione 2681 (2023) rappresenta indubbiamente un passo importante, seppur tardivo, verso la tutela delle donne in Afghanistan. Di fatti, l’approvazione della delibera consigliare è arrivata solo a seguito dell’emanazione di un decreto dei Talebani che vietava alle donne di lavorare all’interno delle organizzazioni nazionali e internazionali, tra cui, quindi, anche l’UNAMA (United Nations Assistance Mission in Afghanistan), la missione politica speciale dispiegata in Afghanistan. Malgrado il ritardo, giova comunque rilevare che il Consiglio di sicurezza sembra finalmente fare sul serio al cospetto di violazioni dei diritti delle donne afghane che non hanno precedenti nella storia contemporanea della comunità internazionale. Infatti, già a marzo 2023, aveva adottato due decisioni - la risoluzione 2678 (2023) e la risoluzione 2679 (2023) - in cui, oltre a rinnovare il mandato della missione UNAMA, sottolineava l’importanza di affrontare la grave questione della condizione femminile in Afghanistan. Di seguito, verranno esaminati gli aspetti giuridici più rilevanti della risoluzione 2681 (2023), dopo una breve rassegna storico-giuridica degli eventi che hanno portato all'attuale situazione in Afghanistan che sarà corredata da un'analisi del ruolo svolto nel Paese dalla missione UNAMA.
2023
donne afghane; diritti delle donne; Afghanistan; ris. 2681 (2023) del Consiglio di sicurezza; talebani; Consiglio di sicurezza
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Nella risoluzione 2681 (2023) il consiglio di sicurezza condanna per la prima volta i talebani per la persecuzione delle donne in Afghanistan. Una reazione pronta, adeguata ed effettiva? / Barletta, Mariangela. - In: ORDINE INTERNAZIONALE E DIRITTI UMANI. - ISSN 2284-3531. - 3(2023), pp. 700-706.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1685021
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