La strada a Roma nella sua realtà materiale, dalle tecniche di realizzazione ai problemi della carrabilità e delle acque

L’insieme delle strade e delle piazze di Roma si configura come un organismo che ingloba, circonda e connette il costruito, un corpo che interagisce costantemente con la intricata e stratificata trama viaria capitolina medievale. Uno degli aspetti più rilevanti di questa interazione è dato dal rapporto della viabilità con le acque reflue e di scarico prodotte dall’attività umana. Queste, infatti, che a diverse ragioni invadono la carreggiata, per motivi di uso, igiene e salubrità, se ne devono andare e il loro allontanamento è strettamente collegato alle strade, alla loro forma, ai materiali, alle tecniche costruttive, rappresentando sempre, queste e i sistemi di smaltimento, un’unica infrastruttura. La documentazione d’archivio e i dati materiali in merito sono relativamente scarsi per il periodo di riferimento, ma una loro attenta analisi, insieme allo studio dell’efficiente rete antica, della normativa bassomedievale e degli interventi realizzati a garanzia delle condizioni di salubrità dal XV sec., offrono un quadro sulle condizioni della strada e dello smaltimento delle acque ben esemplificativo dello stato dell’arte e della sua evoluzione dall’epoca Tardoantica fino alle soglie del Rinascimento. Uso, manutenzione, dismissione, abbandono, riutilizzo, integrazione, sovrapposizione caratterizzano le vie e le fognature per tutto questo lasso di tempo, secondo modalità di volta in volta differenti e riferite a un utilizzo solitamente ‘immediato’ e locale di queste infrastrutture e senza, sulla base delle attuali conoscenze, un sistema strutturato, ampio e pianificato.