Francesco Berarducci (1924-1992), architetto romano docente di Composizione Architettonica e Urbana presso la Sapienza di Roma, è un progettista poco studiato del secondo Novecento che necessita un approfondimento che dia spazio alla qualità del suo lavoro all’interno della storiografia. Dal suo archivio in buona parte inedito sono stati rinvenuti una serie di materiali che rivelano il suo modo di fare architettura, basato sul controllo simultaneo di scale differenti che consente di associare le sue visioni di città agli edifici da egli progettati. In tal senso, il suo contributo merita un approfondimento per le originali proposte che tengono insieme in maniera innovativa natura e artificio, architettura e paesaggio, città e geografia come frutto di un legame diretto che riesce a instaurare tra la speculazione teorica posta come base fondamentale del suo fare architettura, il disegno come strumento di indagine e possibilità di sperimentare visioni utopiche, il progetto come controllo della sua riflessione e la costruzione come reale e concreta verifica. L’analisi che si propone consente di poter estrapolare un sistema di regole, dispositivi metodologici e strumenti operativi che possono essere efficaci anche nel progetto contemporaneo per il loro grado di innovazione e originalità.
Transcalarità e progetto di architettura. Il contributo di Francesco Berarducci / Astone, Michele. - (2022), pp. 648-653. (Intervento presentato al convegno IX Forum ProArch. Transizioni. L'avvenire della didattica e della ricerca per il progetto di architettura tenutosi a Cagliari).
Transcalarità e progetto di architettura. Il contributo di Francesco Berarducci
michele astone
2022
Abstract
Francesco Berarducci (1924-1992), architetto romano docente di Composizione Architettonica e Urbana presso la Sapienza di Roma, è un progettista poco studiato del secondo Novecento che necessita un approfondimento che dia spazio alla qualità del suo lavoro all’interno della storiografia. Dal suo archivio in buona parte inedito sono stati rinvenuti una serie di materiali che rivelano il suo modo di fare architettura, basato sul controllo simultaneo di scale differenti che consente di associare le sue visioni di città agli edifici da egli progettati. In tal senso, il suo contributo merita un approfondimento per le originali proposte che tengono insieme in maniera innovativa natura e artificio, architettura e paesaggio, città e geografia come frutto di un legame diretto che riesce a instaurare tra la speculazione teorica posta come base fondamentale del suo fare architettura, il disegno come strumento di indagine e possibilità di sperimentare visioni utopiche, il progetto come controllo della sua riflessione e la costruzione come reale e concreta verifica. L’analisi che si propone consente di poter estrapolare un sistema di regole, dispositivi metodologici e strumenti operativi che possono essere efficaci anche nel progetto contemporaneo per il loro grado di innovazione e originalità.File | Dimensione | Formato | |
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