Nell’aprile del 1950, a Venezia, durante il congresso La Resistenza e la cultura italiana, Amelia Rosselli incontra il poeta lucano Rocco Scotellaro, destinato a segnare indelebilmente la sua formazione, la sua vicenda biografica e la sua poetica. Tra i due giovani intellettuali, provenienti da ambienti diversi, ma con evidenti punti di contatto in ambito politico e culturale, si svilupperà un legame reciproco, estremamente profondo. Grazie a Rocco Scotellaro, Amelia Rosselli inizierà progressivamente a uscire dall’isolamento, intessendo rapporti con esponenti della scena culturale contemporanea, si avvicinerà alla lettura dei poeti italiani e avvierà la sua produzione poetica in italiano. I due autori daranno vita a un dialogo culturale e poetico, costituito da consigli di letture e di scambi di versi, reciprocamente dedicati, che ci restituiscono una sorta di “laboratorio poetico” condiviso. L’ideale “dialogo poetico” tra i due amici non si interromperà mai, neanche con la prematura e improvvisa scomparsa del poeta tricaricese. Nelle raccolte scotellariane sono riconoscibili, infatti, alcune poesie dedicate ad Amelia Rosselli, così come nell’intera opera della poetessa, sono presenti diversi riferimenti all’amico scomparso. Il trauma per la morte di Scotellaro inciderà tanto nella vita di Rosselli, da rendere necessario un lungo periodo di cure presso il Sanatorio Bellevue, la celebre clinica per malattie nervose diretta da Ludwig Binswanger. Nell’articolo si intende ricostruire il rapporto tra i due autori, analizzando i testi che testimoniano il detto “dialogo poetico”, con particolare attenzione all’influenza che la figura di Rocco Scotellaro ebbe nella formazione, nella poetica e negli sviluppi della complessa vicenda biografica di Amelia Rosselli.
Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli: tracce di un ininterrotto dialogo poetico / Sabia, Mara. - In: STUDI (E TESTI) ITALIANI. - ISSN 1724-3653. - 50(2023), pp. 147-183.
Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli: tracce di un ininterrotto dialogo poetico
Mara Sabia
2023
Abstract
Nell’aprile del 1950, a Venezia, durante il congresso La Resistenza e la cultura italiana, Amelia Rosselli incontra il poeta lucano Rocco Scotellaro, destinato a segnare indelebilmente la sua formazione, la sua vicenda biografica e la sua poetica. Tra i due giovani intellettuali, provenienti da ambienti diversi, ma con evidenti punti di contatto in ambito politico e culturale, si svilupperà un legame reciproco, estremamente profondo. Grazie a Rocco Scotellaro, Amelia Rosselli inizierà progressivamente a uscire dall’isolamento, intessendo rapporti con esponenti della scena culturale contemporanea, si avvicinerà alla lettura dei poeti italiani e avvierà la sua produzione poetica in italiano. I due autori daranno vita a un dialogo culturale e poetico, costituito da consigli di letture e di scambi di versi, reciprocamente dedicati, che ci restituiscono una sorta di “laboratorio poetico” condiviso. L’ideale “dialogo poetico” tra i due amici non si interromperà mai, neanche con la prematura e improvvisa scomparsa del poeta tricaricese. Nelle raccolte scotellariane sono riconoscibili, infatti, alcune poesie dedicate ad Amelia Rosselli, così come nell’intera opera della poetessa, sono presenti diversi riferimenti all’amico scomparso. Il trauma per la morte di Scotellaro inciderà tanto nella vita di Rosselli, da rendere necessario un lungo periodo di cure presso il Sanatorio Bellevue, la celebre clinica per malattie nervose diretta da Ludwig Binswanger. Nell’articolo si intende ricostruire il rapporto tra i due autori, analizzando i testi che testimoniano il detto “dialogo poetico”, con particolare attenzione all’influenza che la figura di Rocco Scotellaro ebbe nella formazione, nella poetica e negli sviluppi della complessa vicenda biografica di Amelia Rosselli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.