La storiografia tradizionalmente attribuisce alla stampa un ruolo determinante nell’avvio della modernità in Europa, benché non si tratti di un’impresa esclusivamente europea. Alla metà del Cinquecento, quando i primi missionari gesuiti fanno il loro ingresso in Cina, la vivacità del mondo editoriale cinese, il basso costo dei libri e la loro ampia diffusione li colpiscono profondamente e essi non mancano di darne conto nelle relazioni che periodicamente inviano in Europa. Purtroppo tali fonti sono rimaste a lungo appannaggio degli storici delle missioni e hanno avuto scarsa eco tra gli storici del libro. Come è stato giustamente notato, sino a quando «gli storici del libro in Europa non conosceranno appieno il livello di raffinatezza e complessità raggiunto dalle tipografie cinesi assai prima di Gutenberg.» (Henry D. Smith, II, Japaneseness and the History of the Book, «Monumenta Nipponica», 53, 4, 1998, pp. 499-514:501-2), non potrà instaurarsi un vero dialogo tra gli storici del libro in Europa e gli storici del libro in Cina. Questo saggio si propone di offrire un contributo alla costruzione di questo dialogo a partire dal progetto gesuitico di integrazione del curriculum di studi per l’accesso ai concorsi pubblici, rivisitato dal punto di vista della storia del libro. Benché il progetto sia rimasto incompiuto, la presenza dei testi gesuitici in cinese nelle collezioni librarie imperiali e nelle biblioteche private, nonché le numerose riedizioni a stampa delle stesse, indicano che i missionari furono in grado di interagire proficuamente con le élite culturali del paese, anche a costo di generare fraintendimenti rispetto alle loro iniziali intenzioni. Il saggio si conclude con un invito ad adottare un modo meno autoreferenziale di guardare ai contatti tra le culture, proponendo di esaminare questi fraintendimenti non già come insuccessi ma come appropriazioni creative generatrici di nuova conoscenza
Gesuiti, libri e «culture del testo» in Cina nella prima modernità / Corsi, Elisabetta. - In: LA BIBLIOFILIA. - ISSN 0006-0941. - CXXV:1(2023), pp. 131-150.
Gesuiti, libri e «culture del testo» in Cina nella prima modernità
Elisabetta Corsi
Writing – Original Draft Preparation
2023
Abstract
La storiografia tradizionalmente attribuisce alla stampa un ruolo determinante nell’avvio della modernità in Europa, benché non si tratti di un’impresa esclusivamente europea. Alla metà del Cinquecento, quando i primi missionari gesuiti fanno il loro ingresso in Cina, la vivacità del mondo editoriale cinese, il basso costo dei libri e la loro ampia diffusione li colpiscono profondamente e essi non mancano di darne conto nelle relazioni che periodicamente inviano in Europa. Purtroppo tali fonti sono rimaste a lungo appannaggio degli storici delle missioni e hanno avuto scarsa eco tra gli storici del libro. Come è stato giustamente notato, sino a quando «gli storici del libro in Europa non conosceranno appieno il livello di raffinatezza e complessità raggiunto dalle tipografie cinesi assai prima di Gutenberg.» (Henry D. Smith, II, Japaneseness and the History of the Book, «Monumenta Nipponica», 53, 4, 1998, pp. 499-514:501-2), non potrà instaurarsi un vero dialogo tra gli storici del libro in Europa e gli storici del libro in Cina. Questo saggio si propone di offrire un contributo alla costruzione di questo dialogo a partire dal progetto gesuitico di integrazione del curriculum di studi per l’accesso ai concorsi pubblici, rivisitato dal punto di vista della storia del libro. Benché il progetto sia rimasto incompiuto, la presenza dei testi gesuitici in cinese nelle collezioni librarie imperiali e nelle biblioteche private, nonché le numerose riedizioni a stampa delle stesse, indicano che i missionari furono in grado di interagire proficuamente con le élite culturali del paese, anche a costo di generare fraintendimenti rispetto alle loro iniziali intenzioni. Il saggio si conclude con un invito ad adottare un modo meno autoreferenziale di guardare ai contatti tra le culture, proponendo di esaminare questi fraintendimenti non già come insuccessi ma come appropriazioni creative generatrici di nuova conoscenzaFile | Dimensione | Formato | |
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