Lo studio dell’economia protostorica in Europa si è sostanzialmente lasciato alle spalle dibattiti pluri-decennali su primitivismo vs. modernismo o su prospettive sostantivista vs. neoclassica: prevale un atteggiamento eclettico, che scaturisce anche dalla fase postmodernista o postprocessuale delle teorie archeologiche. La crescita dei dati e degli strumenti analitici rende possibili analisi delle economie del passato direttamente basate sulle evidenze archeologiche. Di fatto, il quadro della Nuova Economia Istituzionale è diventato dominante, esplicitamente o implicitamente, con alcune poche posizioni marxiste che a volte riappaiono, come emersione da una presenza costante sotto la superficie del dibattito. Gli studi favoriscono anche alcune ricerche contestuali, ma la visione generale emerge da analisi piuttosto ampie, che abbracciano secoli o millenni e una notevole ampiezza di territorio, a volte con una prospettiva molto generale: la World System Theory di Wallerstein è sempre pronta ad essere applicata. Questa prospettiva è fortemente influenzata anche dal neoliberismo, in cui i singoli attori prendono il sopravvento, mentre gli stati e i poteri centrali, attivi in modalità top-down, appaiono precedentemente (forse) sopravvalutati. Su questo sfondo, vengono qui discusse tre situazioni: la definizione degli standard di peso nel Mediterraneo e in Europa; la crescita del potere di spesa/acquisto individuale; il crescente controllo sulle assegnazioni dei campi. Questi casi convergono nell’indicare il periodo intorno al 1700-1300 a.C. come la fase cruciale di una prima transizione, corrispondente alla tendenza alla stabilizzazione degli insediamenti; nel 1050-720 a.C. si ebbe uno sviluppo più completo verso i processi economici attivi poi nell’età arcaica, in corrispondenza della transizione protourbana, almeno nelle aree mediterranee.
Tendenze contemporanee nello studio dell’economia protostorica europea / Vanzetti, Alessandro. - In: MEDITERRANEO ANTICO. - ISSN 1127-6061. - XXV:1-2(2022), pp. 13-48.
Tendenze contemporanee nello studio dell’economia protostorica europea
Alessandro Vanzetti
2022
Abstract
Lo studio dell’economia protostorica in Europa si è sostanzialmente lasciato alle spalle dibattiti pluri-decennali su primitivismo vs. modernismo o su prospettive sostantivista vs. neoclassica: prevale un atteggiamento eclettico, che scaturisce anche dalla fase postmodernista o postprocessuale delle teorie archeologiche. La crescita dei dati e degli strumenti analitici rende possibili analisi delle economie del passato direttamente basate sulle evidenze archeologiche. Di fatto, il quadro della Nuova Economia Istituzionale è diventato dominante, esplicitamente o implicitamente, con alcune poche posizioni marxiste che a volte riappaiono, come emersione da una presenza costante sotto la superficie del dibattito. Gli studi favoriscono anche alcune ricerche contestuali, ma la visione generale emerge da analisi piuttosto ampie, che abbracciano secoli o millenni e una notevole ampiezza di territorio, a volte con una prospettiva molto generale: la World System Theory di Wallerstein è sempre pronta ad essere applicata. Questa prospettiva è fortemente influenzata anche dal neoliberismo, in cui i singoli attori prendono il sopravvento, mentre gli stati e i poteri centrali, attivi in modalità top-down, appaiono precedentemente (forse) sopravvalutati. Su questo sfondo, vengono qui discusse tre situazioni: la definizione degli standard di peso nel Mediterraneo e in Europa; la crescita del potere di spesa/acquisto individuale; il crescente controllo sulle assegnazioni dei campi. Questi casi convergono nell’indicare il periodo intorno al 1700-1300 a.C. come la fase cruciale di una prima transizione, corrispondente alla tendenza alla stabilizzazione degli insediamenti; nel 1050-720 a.C. si ebbe uno sviluppo più completo verso i processi economici attivi poi nell’età arcaica, in corrispondenza della transizione protourbana, almeno nelle aree mediterranee.File | Dimensione | Formato | |
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