La vicenda della morte violenta dell’imperatore Niceforo Foca (969), ucciso con la complicità della moglie Teofano dal nipote Giovanni Tzimisce, è uno tra i molti temi che suscitarono interesse nell’ambito della moda bizantina iniziata in Grecia e in Europa a fine Ottocento. A differenza di altre figure che contribuirono alla costruzione dell’immagine stereotipica di una Bisanzio decadente, Niceforo colpiva per i suoi tratti ascetici: assorbito dai suoi doveri di capo militare, il rozzo imperatore era diventato estraneo anche alla moglie, la bella e sensuale Teofano, che tramò contro di lui per portare sul trono l’amante Giovanni. Gli ingredienti per ricavarne un dramma storico c’erano tutti, e tra i primi a farlo fu Vernardhakis nel 1903. Ormai acquisiti al repertorio teatrale, Niceforo e Teofano avrebbero ispirato autori come Kazantzakis (Νικηφόρος Φωκάς), Theotokàs (Λάκαινα) e Terzakis (Θεοφανώ). Se Kazantzakis presentava un dialogo inedito in cui Cristo, apparso all’imperatore, denunciava la propria solitudine e lo implorava di salvarlo, a fare da sfondo al dramma in cinque atti di Theotokàs era invece l’occupazione nazista degli anni Quaranta. Niceforo non era più un asceta lacerato dalla ricerca di Dio e di un senso alla propria missione di imperatore, bensì un tiranno, rispetto al quale brillava l’eroismo di Giovanni Tzimisce, che uccidendolo liberava l’umanità da un oppressore. Il presente contributo, incentrato sul moderno teatro greco, mira a mettere in luce analogie e differenze nella trattazione della vicenda, riconducendole alle circostanze storiche, alla poetica dei singoli autori e alla loro reinterpretazione di alcuni temi universali come la solitudine di chi detiene il potere, il rapporto con il divino, il ruolo della donna e l’uccisione del tiranno.
L'ultima notte del tiranno: Niceforo Foca nel teatro greco tra Otto e Novecento / Cerroni, Enrico. - (2023), pp. 157-174. (Intervento presentato al convegno Convegno internazionale Grecia e Italia 1821-2021: due secoli di storie condivise tenutosi a Atene).
L'ultima notte del tiranno: Niceforo Foca nel teatro greco tra Otto e Novecento
Enrico Cerroni
2023
Abstract
La vicenda della morte violenta dell’imperatore Niceforo Foca (969), ucciso con la complicità della moglie Teofano dal nipote Giovanni Tzimisce, è uno tra i molti temi che suscitarono interesse nell’ambito della moda bizantina iniziata in Grecia e in Europa a fine Ottocento. A differenza di altre figure che contribuirono alla costruzione dell’immagine stereotipica di una Bisanzio decadente, Niceforo colpiva per i suoi tratti ascetici: assorbito dai suoi doveri di capo militare, il rozzo imperatore era diventato estraneo anche alla moglie, la bella e sensuale Teofano, che tramò contro di lui per portare sul trono l’amante Giovanni. Gli ingredienti per ricavarne un dramma storico c’erano tutti, e tra i primi a farlo fu Vernardhakis nel 1903. Ormai acquisiti al repertorio teatrale, Niceforo e Teofano avrebbero ispirato autori come Kazantzakis (Νικηφόρος Φωκάς), Theotokàs (Λάκαινα) e Terzakis (Θεοφανώ). Se Kazantzakis presentava un dialogo inedito in cui Cristo, apparso all’imperatore, denunciava la propria solitudine e lo implorava di salvarlo, a fare da sfondo al dramma in cinque atti di Theotokàs era invece l’occupazione nazista degli anni Quaranta. Niceforo non era più un asceta lacerato dalla ricerca di Dio e di un senso alla propria missione di imperatore, bensì un tiranno, rispetto al quale brillava l’eroismo di Giovanni Tzimisce, che uccidendolo liberava l’umanità da un oppressore. Il presente contributo, incentrato sul moderno teatro greco, mira a mettere in luce analogie e differenze nella trattazione della vicenda, riconducendole alle circostanze storiche, alla poetica dei singoli autori e alla loro reinterpretazione di alcuni temi universali come la solitudine di chi detiene il potere, il rapporto con il divino, il ruolo della donna e l’uccisione del tiranno.File | Dimensione | Formato | |
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