Naturalismo e storicismo nell’etnologia rappresenta l’esordio di Ernesto de Martino nella cultura italiana e nel dibattito scientifico che riguarda la costruzione delle scienze etnologiche. Un esordio sfavillante, potremmo dire, visto che il giovane autore assumeva su di sé il compito titanico della critica radicale alle correnti etnologiche del suo tempo in nome della rifondazione epistemologica delle scienze dell’uomo. Da ciò si evince quale fosse la portata dell’opera e le particolari ambizioni del suo autore. L’opera prima di de Martino è altresì uno dei libri meno fortunati dell’etnologo napoletano, perlomeno da un punto di vista editoriale. Infatti, assieme a Magia e civiltà (1962), risulta assente dalle librerie da diversi anni, nonostante una nuova edizione del 1997 per la casa editrice Argo, con la curatela di Stefano De Matteis e un ricco apparato critico e documentario. La prima edizione dell’opera si situa all’interno di una delle collane editoriali più prestigiose per la cultura italiana del primo Novecento, la “Biblioteca di Cultura Moderna” ideata da Benedetto Croce presso l’editore Laterza. La copertina del libro ci ricorda come il tempo venisse all’epoca misurato non solo a partire dalla nascita di Cristo, ma anche dalla marcia su Roma. Infatti, in numeri arabi troviamo l’anno di edizione dell’opera, 1941, mentre in numeri romani, XIX, troviamo il suggello temporale dell’era fascista. In esergo, una dedica al maestro universitario di de Martino e suo relatore di tesi, Adolfo Omodeo. Alla fine del volume, scopriamo che la stampa era avvenuta già il 12 ottobre 1940. Il ritardo nella distribuzione e la impossibilità di ristampare il volume negli anni più cupi della guerra ci aiutano, in parte, a capire come mai il testo non abbia avuto riedizioni. La guerra e la catastrofe dell’Europa e dell’Italia aleggiano sulla stesura di questo libro, ne determinarono alcuni orientamenti di fondo che si riveleranno strategici e fecondi e ne minarono le possibilità di circolazione negli anni immediatamente successivi.
La crisi della civiltà e l’allargamento dell’autocoscienza per rischiarare l’azione / Fanelli, Antonio. - In: INDISCIPLINE. - ISSN 2784-8272. - 2(2022), pp. -109. [10.53145/indiscipline.v2i2.144]
La crisi della civiltà e l’allargamento dell’autocoscienza per rischiarare l’azione
Antonio Fanelli
2022
Abstract
Naturalismo e storicismo nell’etnologia rappresenta l’esordio di Ernesto de Martino nella cultura italiana e nel dibattito scientifico che riguarda la costruzione delle scienze etnologiche. Un esordio sfavillante, potremmo dire, visto che il giovane autore assumeva su di sé il compito titanico della critica radicale alle correnti etnologiche del suo tempo in nome della rifondazione epistemologica delle scienze dell’uomo. Da ciò si evince quale fosse la portata dell’opera e le particolari ambizioni del suo autore. L’opera prima di de Martino è altresì uno dei libri meno fortunati dell’etnologo napoletano, perlomeno da un punto di vista editoriale. Infatti, assieme a Magia e civiltà (1962), risulta assente dalle librerie da diversi anni, nonostante una nuova edizione del 1997 per la casa editrice Argo, con la curatela di Stefano De Matteis e un ricco apparato critico e documentario. La prima edizione dell’opera si situa all’interno di una delle collane editoriali più prestigiose per la cultura italiana del primo Novecento, la “Biblioteca di Cultura Moderna” ideata da Benedetto Croce presso l’editore Laterza. La copertina del libro ci ricorda come il tempo venisse all’epoca misurato non solo a partire dalla nascita di Cristo, ma anche dalla marcia su Roma. Infatti, in numeri arabi troviamo l’anno di edizione dell’opera, 1941, mentre in numeri romani, XIX, troviamo il suggello temporale dell’era fascista. In esergo, una dedica al maestro universitario di de Martino e suo relatore di tesi, Adolfo Omodeo. Alla fine del volume, scopriamo che la stampa era avvenuta già il 12 ottobre 1940. Il ritardo nella distribuzione e la impossibilità di ristampare il volume negli anni più cupi della guerra ci aiutano, in parte, a capire come mai il testo non abbia avuto riedizioni. La guerra e la catastrofe dell’Europa e dell’Italia aleggiano sulla stesura di questo libro, ne determinarono alcuni orientamenti di fondo che si riveleranno strategici e fecondi e ne minarono le possibilità di circolazione negli anni immediatamente successivi.File | Dimensione | Formato | |
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