l presente volume prende le mosse dalle ricerche condotte da Katharine Stahlbuhk e Monica Latella nell’ambito dei rispettivi Dottorati di ricerca (svolti rispettivamente al Kunsthistorisches Institut in Florenz e alla Sapienza Università di Roma) e dalla loro collaborazione con Stefano Pierguidi, collaborazione che ha consentito lo svolgimento di due giornate di studio tenutesi nel maggio 2021 a Roma presso la Bibliotheca Hertziana, Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte. Il workshop aveva come presupposto la volontà di mettere in discussione alcuni paradigmi consolidati dalla critica e dalla storiografia artistica, per lasciare spazio a un’interpretazione più ampia, in grado di mettere in luce la complessità del fenomeno della pittura a monocromo dal Trecento al Seicento. Infatti, se gli studi fino ad oggi prodotti da un lato hanno avuto il merito di indagare questioni di cronologia, iconografia e committenza delle singole opere, dall’altro sono stati caratterizzati spesso da un sostanziale disinteresse nei confronti delle forti implicazioni teoriche e critiche che un’opera d’arte a monocromo sottintende. A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso si è registrato un costante tentativo da parte degli studiosi di fornire interpretazioni univoche, con la pretesa di essere universalmente valide e che annullano le diverse istanze che la pittura a monocromo porta con sé. L’analisi di specifici fenomeni, di determinate tipologie offre, invece, la possibilità di una più profonda comprensione degli oggetti e delle idee teoriche alla loro base
La monocromia nella teoria e nella pratica pittorica dal Trecento al Seicento / Pierguidi, Stefano. - (2022).
La monocromia nella teoria e nella pratica pittorica dal Trecento al Seicento
pierguidi
2022
Abstract
l presente volume prende le mosse dalle ricerche condotte da Katharine Stahlbuhk e Monica Latella nell’ambito dei rispettivi Dottorati di ricerca (svolti rispettivamente al Kunsthistorisches Institut in Florenz e alla Sapienza Università di Roma) e dalla loro collaborazione con Stefano Pierguidi, collaborazione che ha consentito lo svolgimento di due giornate di studio tenutesi nel maggio 2021 a Roma presso la Bibliotheca Hertziana, Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte. Il workshop aveva come presupposto la volontà di mettere in discussione alcuni paradigmi consolidati dalla critica e dalla storiografia artistica, per lasciare spazio a un’interpretazione più ampia, in grado di mettere in luce la complessità del fenomeno della pittura a monocromo dal Trecento al Seicento. Infatti, se gli studi fino ad oggi prodotti da un lato hanno avuto il merito di indagare questioni di cronologia, iconografia e committenza delle singole opere, dall’altro sono stati caratterizzati spesso da un sostanziale disinteresse nei confronti delle forti implicazioni teoriche e critiche che un’opera d’arte a monocromo sottintende. A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso si è registrato un costante tentativo da parte degli studiosi di fornire interpretazioni univoche, con la pretesa di essere universalmente valide e che annullano le diverse istanze che la pittura a monocromo porta con sé. L’analisi di specifici fenomeni, di determinate tipologie offre, invece, la possibilità di una più profonda comprensione degli oggetti e delle idee teoriche alla loro baseI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.