Nel corso del XX secolo l'idea funzionalista dell'“edificio macchina” ha introdotto il concetto di “ciclo di vita utile” nella disciplina architettonica, alimentando la tendenza a concepire gli organismi edilizi alla pari di beni di consumo: essi sono l'espressione di un bisogno preciso e hanno un orizzonte temporale limitato. La grande varietà tipologica e tecnologica espressa dal secolo scorso ci ha lasciato in dote una vasta gamma di manufatti che ora, a distanza di alcuni decenni, si stanno avvicinando alla fine della loro vita programmata. Ciò che caratterizza questo stock di edifici anonimi e ordinari non è il loro particolare valore architettonico – inteso come consapevole trasmissione ai posteri in virtù di un giudizio di valore – ma la loro quantità e diffusione sul territorio. Un patrimonio troppo vasto per essere semplicemente demolito e sostituito. Questo contributo, pubblicato sul n. 2/2023 della rivista svizzera “Archi”, esplora due decenni di sperimentazione europea sul tema della trasformazione dell’edilizia abitativa, alle due scale della casa unifamiliare e degli edifici residenziali multipiano. Attraverso i differenti approcci messi in campo si è tentato di individuare strategie e strumenti replicabili per superare l’impostazione ereditata e innescare processi virtuosi di riattivazione.
Modernità espansa. Sovrascrittura e sperimentazione / Frediani, Daniele. - In: ARCHI. - ISSN 1422-5417. - 2(2023), pp. 17-23.
Modernità espansa. Sovrascrittura e sperimentazione
Daniele Frediani
Primo
2023
Abstract
Nel corso del XX secolo l'idea funzionalista dell'“edificio macchina” ha introdotto il concetto di “ciclo di vita utile” nella disciplina architettonica, alimentando la tendenza a concepire gli organismi edilizi alla pari di beni di consumo: essi sono l'espressione di un bisogno preciso e hanno un orizzonte temporale limitato. La grande varietà tipologica e tecnologica espressa dal secolo scorso ci ha lasciato in dote una vasta gamma di manufatti che ora, a distanza di alcuni decenni, si stanno avvicinando alla fine della loro vita programmata. Ciò che caratterizza questo stock di edifici anonimi e ordinari non è il loro particolare valore architettonico – inteso come consapevole trasmissione ai posteri in virtù di un giudizio di valore – ma la loro quantità e diffusione sul territorio. Un patrimonio troppo vasto per essere semplicemente demolito e sostituito. Questo contributo, pubblicato sul n. 2/2023 della rivista svizzera “Archi”, esplora due decenni di sperimentazione europea sul tema della trasformazione dell’edilizia abitativa, alle due scale della casa unifamiliare e degli edifici residenziali multipiano. Attraverso i differenti approcci messi in campo si è tentato di individuare strategie e strumenti replicabili per superare l’impostazione ereditata e innescare processi virtuosi di riattivazione.File | Dimensione | Formato | |
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