Trieste aveva guardato all’Oriente fin dal 1775 con la nascita della Compagnia Imperiale Asiatica, unica del genere in un porto del Mediterraneo. Sarà la società Lloyd con il suo settore di navigazione ad attivare dal 1880 collegamenti con Hong Kong, Singapore e Shangai, consentendo servizi postali, trasporti passeggeri e merci, mentre il suo presidente, il barone Elio Morpurgo insieme a Pasquale Revoltella e Carlo Zanella, diventeranno appassionati collezionisti di oggetti esotici. La passione per l’Oriente aveva animato anche l’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo come testimoniano le stanze del Castello di Miramare, il “salotto Cinese” e il “salotto Giapponese”. Con la nomina a console onorario del Giappone del triestino Georg von Hutterott nel 1879 e l’arrivo a Trieste di una divisione navale giapponese nel 1907, il giapponismo assume contorni istituzionali e sfumature diplomatiche. L’orientalismo dunque affascina tutta l’Europa e Trieste non fa eccezione. Così anche la moda, il costume, gli arredi interni delle case subiscono il fascino dell’esotico, una passione che attraverserà anche il Novecento, come dimostra la produzione di Carlo Worsty e Argio Orell, curatori, tra il 1910 e il 1912, di due mostre di arte giapponese nella sede dell’Esposizione Permanente del Circolo Artistico triestino. Il porto dunque, luogo di transito e di approdo, come veicolo privilegiato di scambio non solo di merce ma anche agente mediatore tra culture diverse.

Venti d’Oriente nel Mediterraneo: il porto di Trieste e il gusto per l’esotico tra Otto e Novecento / Vinciguerra, Barbara. - (2023), pp. 931-952. (Intervento presentato al convegno La questione Mediterraneo. Tradizione, cambiamenti, prospettive tenutosi a Messina) [10.13129/979-12-80899-02-6].

Venti d’Oriente nel Mediterraneo: il porto di Trieste e il gusto per l’esotico tra Otto e Novecento

Barbara Vinciguerra
2023

Abstract

Trieste aveva guardato all’Oriente fin dal 1775 con la nascita della Compagnia Imperiale Asiatica, unica del genere in un porto del Mediterraneo. Sarà la società Lloyd con il suo settore di navigazione ad attivare dal 1880 collegamenti con Hong Kong, Singapore e Shangai, consentendo servizi postali, trasporti passeggeri e merci, mentre il suo presidente, il barone Elio Morpurgo insieme a Pasquale Revoltella e Carlo Zanella, diventeranno appassionati collezionisti di oggetti esotici. La passione per l’Oriente aveva animato anche l’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo come testimoniano le stanze del Castello di Miramare, il “salotto Cinese” e il “salotto Giapponese”. Con la nomina a console onorario del Giappone del triestino Georg von Hutterott nel 1879 e l’arrivo a Trieste di una divisione navale giapponese nel 1907, il giapponismo assume contorni istituzionali e sfumature diplomatiche. L’orientalismo dunque affascina tutta l’Europa e Trieste non fa eccezione. Così anche la moda, il costume, gli arredi interni delle case subiscono il fascino dell’esotico, una passione che attraverserà anche il Novecento, come dimostra la produzione di Carlo Worsty e Argio Orell, curatori, tra il 1910 e il 1912, di due mostre di arte giapponese nella sede dell’Esposizione Permanente del Circolo Artistico triestino. Il porto dunque, luogo di transito e di approdo, come veicolo privilegiato di scambio non solo di merce ma anche agente mediatore tra culture diverse.
2023
La questione Mediterraneo. Tradizione, cambiamenti, prospettive
Trieste, porto, Mediterraneo-Oriente, scambi culturali.
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Venti d’Oriente nel Mediterraneo: il porto di Trieste e il gusto per l’esotico tra Otto e Novecento / Vinciguerra, Barbara. - (2023), pp. 931-952. (Intervento presentato al convegno La questione Mediterraneo. Tradizione, cambiamenti, prospettive tenutosi a Messina) [10.13129/979-12-80899-02-6].
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