Il quartiere di San Lorenzo a Roma è noto storicamente per aver assunto la connotazione di quartiere operaio e popolare ed essere stato protagonista del bombardamento del ‘43, nonché centro di mobilitazioni sociali. La memoria del luogo ha determinato una marcata componente storico-identitaria la quale, però, non è riuscita a salvaguardare il quartiere da fenomeni di deterritorializzazione e gentrification. La causa principale del recente orientamento volto a situazioni di degrado e di conflitto è da ricercarsi nell’assetto urbanistico il quale ha innescato una serie di interferenze nell’identità del luogo, si pensi ad esempio alle pressioni esterne esercitate dalla rete viaria e dalla Città Universitaria. Le contraddizioni del quartiere sono evidenti nei processi di deterritorializzazione, in cui la dimensione valoriale è stata fagocitata dalla logica del consumo e dal prevalere dei servizi di leisure, che hanno avuto come risultato condizioni di degrado e conflittualità. In questo caso, quindi, il “profilo configurativo” (Turco, 2010), fatto di relazioni, emozioni e sentimenti, si è andato impoverendo ed è stato trasformato. In tale contesto si inseriscono le pratiche di educazione al paesaggio (Turco, 2020) promosse da geografe e geografi dell'Università Sapienza di Roma i quali si propongono come mediatori culturali nel processo di risignificazione dei luoghi e degli spazi vissuti. La presenza sul campo e la risposta alle richieste culturali dell’immediato circondario dell’Università si è tradotta in eventi aperti al pubblico come la Notte internazionale della Geografia e l’Estate Romana a San Lorenzo i quali coniugano la presenza delle istituzioni con attività di Public Geography. Il territorio in quanto bene comune è tale solo se la comunità è artefice della sua definizione e riconosce il valore antropologico dello spazio. In questa direzione, l’educazione al paesaggio fortemente connotata sul piano emotivo e cognitivo, contribuisce ad attuare quei processi di riterritorializzazione che sono lo strumento privilegiato della geografia per la risoluzione dei fenomeni di impoverimento alla base delle situazioni di conflitto e violenza.
L'educazione al paesaggio come pratica di mediazione geografica nei processi di risignificazione dei luoghi e di riduzione dei conflitti nel quartiere di San Lorenzo a Roma / DE FILPO, Monica; Grippo, Epifania. - In: DOCUMENTI GEOGRAFICI. - ISSN 2281-7549. - (2022).
L'educazione al paesaggio come pratica di mediazione geografica nei processi di risignificazione dei luoghi e di riduzione dei conflitti nel quartiere di San Lorenzo a Roma
monica de filpo;epifania grippo
2022
Abstract
Il quartiere di San Lorenzo a Roma è noto storicamente per aver assunto la connotazione di quartiere operaio e popolare ed essere stato protagonista del bombardamento del ‘43, nonché centro di mobilitazioni sociali. La memoria del luogo ha determinato una marcata componente storico-identitaria la quale, però, non è riuscita a salvaguardare il quartiere da fenomeni di deterritorializzazione e gentrification. La causa principale del recente orientamento volto a situazioni di degrado e di conflitto è da ricercarsi nell’assetto urbanistico il quale ha innescato una serie di interferenze nell’identità del luogo, si pensi ad esempio alle pressioni esterne esercitate dalla rete viaria e dalla Città Universitaria. Le contraddizioni del quartiere sono evidenti nei processi di deterritorializzazione, in cui la dimensione valoriale è stata fagocitata dalla logica del consumo e dal prevalere dei servizi di leisure, che hanno avuto come risultato condizioni di degrado e conflittualità. In questo caso, quindi, il “profilo configurativo” (Turco, 2010), fatto di relazioni, emozioni e sentimenti, si è andato impoverendo ed è stato trasformato. In tale contesto si inseriscono le pratiche di educazione al paesaggio (Turco, 2020) promosse da geografe e geografi dell'Università Sapienza di Roma i quali si propongono come mediatori culturali nel processo di risignificazione dei luoghi e degli spazi vissuti. La presenza sul campo e la risposta alle richieste culturali dell’immediato circondario dell’Università si è tradotta in eventi aperti al pubblico come la Notte internazionale della Geografia e l’Estate Romana a San Lorenzo i quali coniugano la presenza delle istituzioni con attività di Public Geography. Il territorio in quanto bene comune è tale solo se la comunità è artefice della sua definizione e riconosce il valore antropologico dello spazio. In questa direzione, l’educazione al paesaggio fortemente connotata sul piano emotivo e cognitivo, contribuisce ad attuare quei processi di riterritorializzazione che sono lo strumento privilegiato della geografia per la risoluzione dei fenomeni di impoverimento alla base delle situazioni di conflitto e violenza.File | Dimensione | Formato | |
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