Gli aspetti distintivi del gioco d’azzardo costituiscono il fulcro di un ampio corpus di studio all’interno della letteratura sulle dipendenze. Questa parte da un forte accordo nel ritenere i vari livelli di gioco come punti di un continuum, da livelli non patologici alla manifestazione di una vera e propria dipendenza, piuttosto che come categorie indipendenti tra di loro. Nonostante le diverse classificazioni proposte dagli studi compiuti in materia, è importante sottolineare l’enorme variabilità interindividuale presente tra i giocatori, che influisce, ovviamente, tanto nella prognosi quanto nel trattamento; infatti, è fondamentale tener conto degli aspetti legati all’eziologia, alle caratteristiche di personalità, psicopatologiche e cognitive, nonché ai fattori motivazionali dei giocatori, che sembrerebbero essere alla base dello sviluppo e del mantenimento della dipendenza. Cercando di colmare un gap di letteratura, si propone questo studio, il cui intento è quello di estendere la ricerca empirica, ponendo attenzione sulle differenze che vi sono tra i giocatori “puri” (assenza di altre dipendenze) e giocatori con dipendenza da sostanze, per favorire la comprensione delle caratteristiche personologiche e psicopatologiche dei giocatori d’azzardo, nelle sue peculiarità. Data l’elevata comorbidità del disturbo da gioco d’azzardo patologico con il disturbo da uso di sostanze, indagare il primo, concentrandosi principalmente sui giocatori d’azzardo puri, potrebbe fornire una migliore comprensione dei fattori sottostanti coinvolti nello sviluppo e nel mantenimento del comportamento patologico. Inoltre, risulta importante per fornire indicazioni utili per la prevenzione del disturbo, oltre che per fornire interventi clinici efficaci su misura per le caratteristiche individuali, compatibilmente con la specificità della dipendenza. Nell’elaborato, a seguito di un inquadramento nosografico del gioco d’azzardo, a partire dalla sua nascita fino alla categorizzazione all’interno dei manuali diagnostici psichiatrici, è stato dedicato uno spazio anche agli aspetti normativi nazionali e internazionali che regolano il gioco d’azzardo, oltre ad un focus sulle motivazioni che sottendono la condotta di gioco. Successivamente ci si focalizza sul tema del gioco d’azzardo patologico e le similarità e le differenze con il disturbo da uso di sostanze, passando per i costrutti che integrano variabili di tipo clinico per arrivare ad aspetti più prettamente cognitivi. Questa panoramica teorica pone le basi per lo studio empirico, condotto al fine di indagare se vi siano elementi comuni o di distinzione tra i cosiddetti giocatori d’azzardo “puri”, giocatori in comorbidità con altre dipendenze e un gruppo di controllo. La ricerca proposta è stata condotta all’interno di due comunità residenziali di recupero. Tutti i partecipanti sono stati valutati tramite misure self-report e task comportamentali. In particolare, nell’ambito di questo studio è stato costruito un task ad hoc (Gambling Affective Task) con il fine di indagare come uno specifico mood, indotto dagli stimoli presentati, possa influire sulle scelte di gioco. Lo studio, integrando aspetti clinici e cognitivi, ha permesso di rilevare peculiarità dei giocatori d’azzardo che, se ulteriormente approfondite, potrebbero rappresentare fattori su cui porre primariamente attenzione tanto nella prevenzione quanto nella riabilitazione dei giocatori.

Il disturbo da gioco d’azzardo: un confronto tra giocatori «puri» e con dipendenza da sostanze / Mari, Emanuela. - (2022 Feb 24).

Il disturbo da gioco d’azzardo: un confronto tra giocatori «puri» e con dipendenza da sostanze

MARI, EMANUELA
24/02/2022

Abstract

Gli aspetti distintivi del gioco d’azzardo costituiscono il fulcro di un ampio corpus di studio all’interno della letteratura sulle dipendenze. Questa parte da un forte accordo nel ritenere i vari livelli di gioco come punti di un continuum, da livelli non patologici alla manifestazione di una vera e propria dipendenza, piuttosto che come categorie indipendenti tra di loro. Nonostante le diverse classificazioni proposte dagli studi compiuti in materia, è importante sottolineare l’enorme variabilità interindividuale presente tra i giocatori, che influisce, ovviamente, tanto nella prognosi quanto nel trattamento; infatti, è fondamentale tener conto degli aspetti legati all’eziologia, alle caratteristiche di personalità, psicopatologiche e cognitive, nonché ai fattori motivazionali dei giocatori, che sembrerebbero essere alla base dello sviluppo e del mantenimento della dipendenza. Cercando di colmare un gap di letteratura, si propone questo studio, il cui intento è quello di estendere la ricerca empirica, ponendo attenzione sulle differenze che vi sono tra i giocatori “puri” (assenza di altre dipendenze) e giocatori con dipendenza da sostanze, per favorire la comprensione delle caratteristiche personologiche e psicopatologiche dei giocatori d’azzardo, nelle sue peculiarità. Data l’elevata comorbidità del disturbo da gioco d’azzardo patologico con il disturbo da uso di sostanze, indagare il primo, concentrandosi principalmente sui giocatori d’azzardo puri, potrebbe fornire una migliore comprensione dei fattori sottostanti coinvolti nello sviluppo e nel mantenimento del comportamento patologico. Inoltre, risulta importante per fornire indicazioni utili per la prevenzione del disturbo, oltre che per fornire interventi clinici efficaci su misura per le caratteristiche individuali, compatibilmente con la specificità della dipendenza. Nell’elaborato, a seguito di un inquadramento nosografico del gioco d’azzardo, a partire dalla sua nascita fino alla categorizzazione all’interno dei manuali diagnostici psichiatrici, è stato dedicato uno spazio anche agli aspetti normativi nazionali e internazionali che regolano il gioco d’azzardo, oltre ad un focus sulle motivazioni che sottendono la condotta di gioco. Successivamente ci si focalizza sul tema del gioco d’azzardo patologico e le similarità e le differenze con il disturbo da uso di sostanze, passando per i costrutti che integrano variabili di tipo clinico per arrivare ad aspetti più prettamente cognitivi. Questa panoramica teorica pone le basi per lo studio empirico, condotto al fine di indagare se vi siano elementi comuni o di distinzione tra i cosiddetti giocatori d’azzardo “puri”, giocatori in comorbidità con altre dipendenze e un gruppo di controllo. La ricerca proposta è stata condotta all’interno di due comunità residenziali di recupero. Tutti i partecipanti sono stati valutati tramite misure self-report e task comportamentali. In particolare, nell’ambito di questo studio è stato costruito un task ad hoc (Gambling Affective Task) con il fine di indagare come uno specifico mood, indotto dagli stimoli presentati, possa influire sulle scelte di gioco. Lo studio, integrando aspetti clinici e cognitivi, ha permesso di rilevare peculiarità dei giocatori d’azzardo che, se ulteriormente approfondite, potrebbero rappresentare fattori su cui porre primariamente attenzione tanto nella prevenzione quanto nella riabilitazione dei giocatori.
24-feb-2022
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Note: Tesi dottorato Emanuela Mari
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1678340
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