Applicazioni di Social network analysis per comprendere la resilienza delle cosche mafiose

La mafia italiana ruota intorno ad un sistema di valori e norme incentrato sulla protezione del segreto, che consente all’organizzazione di difendersi dagli attacchi esterni. In particolare, un elemento costitutivo del sistema mafioso consiste nel dare priorità al gruppo rispetto al singolo: ogni affiliato, durante il rituale d’iniziazione, giura di essere sempre fedele alla società mafiosa e di rinnegare finanche i propri familiari se dovessero agire contro gli interessi del gruppo. Questo lavoro di ricerca ha l’obiettivo di osservare il modo in cui il “principio del noi” mafioso si traduce nell’asseto reticolare dei clan, generando reti criminali stabili, resilienti e durature nel tempo. Si indagherà questo aspetto attraverso una ricerca empirica che, utilizzando gli strumenti della Social Network Analysis, analizza comparativamente la rete di un clan mafioso e la rete di un’associazione per delinquere non mafiosa finalizzata alla corruzione. In particolare, lo studio si concentrerà sull’analisi delle componenti debolmente connesse e sulle caratteristiche degli articulation points della rete, cioè quei nodi che se vengono rimossi aumentano il numero di componenti connesse nel grafo. L’idea alla base di questo lavoro è dimostrare che reti più robuste e longeve nel tempo, come quelle mafiose, si configurano per una scarsa frequenza e una diversa distribuzione e caratterizzazione dei nodi-ponte. Nella strategia organizzativa mafiosa e nella conformazione delle reti mafiose, infatti, il singolo può indubbiamente acquisire una certa rilevanza e importanza ma non sarà mai indispensabile alla sopravvivenza criminale e sociale del sodalizio. Il lavoro, inoltre, si pone un obiettivo di natura metodologica, mettendo in evidenza come l’applicazione della network analysis consenta di andare oltre le riflessioni puramente teoriche che ancora dominano negli studi su questo particolare fenomeno sociale.