In great ancient infrastructure, an evolutionary line can be traced from ancient restoration, through functional maintenance processes, to modern archaeological restoration. Any interventions undertaken can be clearly deduced by reading the traces left on the monument and, at times, also from any damage incurred through the reuse of materials; for the most part, however, they are mainly of a structural nature. This contribution focuses on the conditions of a construction extending almost 15 kilometres (considering only the emerging part, that closest to Rome) which are certainly critical and finding the necessary economic resources (generally unavailable) proves to be problematic, as does the logistic side of the maintenance itself. However, various interventions have been undertaken over the last decades, even if they cannot be considered sufficient or decisive. In particular, we will look at some measures that were directly put in place under the author’s supervision in collaboration with officials of the Superintendence; an activity fuelled by that technical and cultural passion that unites those who dedicate themselves to preserving and conserving these assets, but which often remain unrecognised.

Nelle grandi infrastrutture antiche si può tracciare una linea evolutiva che va dal restauro antico, attraverso processi di manutenzione funzionale, fino al restauro archeologico moderno. Gli interventi effettuati sono chiaramente deducibili dalla lettura delle tracce lasciate sul monumento e, a volte, anche da eventuali danni subiti attraverso il riutilizzo dei materiali; per la maggior parte, però, sono prevalentemente di natura strutturale. Questo contributo si concentra sulle condizioni di una costruzione che si estende per quasi 15 chilometri (considerando solo la parte emergente, quella più vicina a Roma) che sono certamente critiche e il reperimento delle risorse economiche necessarie (generalmente non disponibili) si rivela problematico, così come l'aspetto logistico della manutenzione stessa. Tuttavia, negli ultimi decenni sono stati intrapresi diversi interventi, anche se non possono essere considerati sufficienti o risolutivi. In particolare, si analizzeranno alcune misure messe in atto direttamente sotto la supervisione dell'autore in collaborazione con i funzionari della Soprintendenza; un'attività alimentata da quella passione tecnica e culturale che accomuna coloro che si dedicano alla salvaguardia e alla conservazione di questi beni, ma che spesso rimane misconosciuta.

L’acquedotto Claudio a Roma: consolidamenti antichi e restauri moderni / DE CESARIS, Fabrizio. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - 75-76(2022), pp. 5-24.

L’acquedotto Claudio a Roma: consolidamenti antichi e restauri moderni

fabrizio de cesaris
2022

Abstract

In great ancient infrastructure, an evolutionary line can be traced from ancient restoration, through functional maintenance processes, to modern archaeological restoration. Any interventions undertaken can be clearly deduced by reading the traces left on the monument and, at times, also from any damage incurred through the reuse of materials; for the most part, however, they are mainly of a structural nature. This contribution focuses on the conditions of a construction extending almost 15 kilometres (considering only the emerging part, that closest to Rome) which are certainly critical and finding the necessary economic resources (generally unavailable) proves to be problematic, as does the logistic side of the maintenance itself. However, various interventions have been undertaken over the last decades, even if they cannot be considered sufficient or decisive. In particular, we will look at some measures that were directly put in place under the author’s supervision in collaboration with officials of the Superintendence; an activity fuelled by that technical and cultural passion that unites those who dedicate themselves to preserving and conserving these assets, but which often remain unrecognised.
2022
Nelle grandi infrastrutture antiche si può tracciare una linea evolutiva che va dal restauro antico, attraverso processi di manutenzione funzionale, fino al restauro archeologico moderno. Gli interventi effettuati sono chiaramente deducibili dalla lettura delle tracce lasciate sul monumento e, a volte, anche da eventuali danni subiti attraverso il riutilizzo dei materiali; per la maggior parte, però, sono prevalentemente di natura strutturale. Questo contributo si concentra sulle condizioni di una costruzione che si estende per quasi 15 chilometri (considerando solo la parte emergente, quella più vicina a Roma) che sono certamente critiche e il reperimento delle risorse economiche necessarie (generalmente non disponibili) si rivela problematico, così come l'aspetto logistico della manutenzione stessa. Tuttavia, negli ultimi decenni sono stati intrapresi diversi interventi, anche se non possono essere considerati sufficienti o risolutivi. In particolare, si analizzeranno alcune misure messe in atto direttamente sotto la supervisione dell'autore in collaborazione con i funzionari della Soprintendenza; un'attività alimentata da quella passione tecnica e culturale che accomuna coloro che si dedicano alla salvaguardia e alla conservazione di questi beni, ma che spesso rimane misconosciuta.
acquedotto; restauro; criticità strutturale; consolidamento, antico monumento romano
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
L’acquedotto Claudio a Roma: consolidamenti antichi e restauri moderni / DE CESARIS, Fabrizio. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - 75-76(2022), pp. 5-24.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
De Cesaris_Acquedotto-Claudio-Roma_2022.pdf

solo gestori archivio

Note: Copertina, frontespizio, indice, articolo
Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 5.4 MB
Formato Adobe PDF
5.4 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1677623
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact