Un contributo per la comprensione deimeccanismi della “vendetta” nella tragedia senecana a partire dal punto di vista dell’antropologia della parentela dei Romani. L’ira di Giunone nell’Hercules Furens di Seneca è mossa non tanto dalla gelosia sessuale nei confronti di Giove, quanto dall’invidia causata dalla perdita del suo ruolo di coniunx e mater a beneficio delle tante paelices e dei tanti figli bastardi di Giove. È a partire da tale sentimento che la dea concepisce una macchinazione che ha come fine quello di mantenere forzosamente in vita un Ercole sconfitto ed infelice che vorrebbe invece suicidarsi. Del tutto funzionali alla realizzazione di questo piano sono da un lato la sopravvivenza di Anfitrione e dall’altro la morte dei figli e della moglie di Ercole, l’eliminazione dei quali rende possibile lo spostamento dell’identità dell’eroe dal piano divino (che lo vede al contempo pater e figlio di Giove) a quello umano (che lo vede figlio di un uomo anziano). Il piano di Giunone, tuttavia, opera anche ad un livello più profondo come meccanismo di confusione cognitiva, rendendo ambigua, opaca e ambivalente la figura di Ercole per tutto il corso della tragedia
Nella rete di Giunone. Cause, forme e finalità della vendetta nell’Hercules Furens di Seneca / Li Causi, Pietro. - In: DIONISO. - ISSN 1824-0240. - 5:(2006), pp. 118-138.
Nella rete di Giunone. Cause, forme e finalità della vendetta nell’Hercules Furens di Seneca
Li Causi, Pietro
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2006
Abstract
Un contributo per la comprensione deimeccanismi della “vendetta” nella tragedia senecana a partire dal punto di vista dell’antropologia della parentela dei Romani. L’ira di Giunone nell’Hercules Furens di Seneca è mossa non tanto dalla gelosia sessuale nei confronti di Giove, quanto dall’invidia causata dalla perdita del suo ruolo di coniunx e mater a beneficio delle tante paelices e dei tanti figli bastardi di Giove. È a partire da tale sentimento che la dea concepisce una macchinazione che ha come fine quello di mantenere forzosamente in vita un Ercole sconfitto ed infelice che vorrebbe invece suicidarsi. Del tutto funzionali alla realizzazione di questo piano sono da un lato la sopravvivenza di Anfitrione e dall’altro la morte dei figli e della moglie di Ercole, l’eliminazione dei quali rende possibile lo spostamento dell’identità dell’eroe dal piano divino (che lo vede al contempo pater e figlio di Giove) a quello umano (che lo vede figlio di un uomo anziano). Il piano di Giunone, tuttavia, opera anche ad un livello più profondo come meccanismo di confusione cognitiva, rendendo ambigua, opaca e ambivalente la figura di Ercole per tutto il corso della tragediaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


