A metà del primo libro del De beneficiis (I 8) Seneca interrompe il flusso dell’argomentazione per introdurre il racconto di Eschine e Sofocle. Diversamente da come si potrebbe pensare, tuttavia, l’aneddoto in questione non solo non è da leggere come una frattura, ma si pone in netta continuità con l’impianto teorico del trattato. I due personaggi, infatti, realizzano, e per certi versi “personificano”, il modello del beneficium perfetto esposto nei primi paragrafi del I libro. In particolare, il dono di sé che fa il giovane auditor e la promessa del maestro di contraccambiare rendendolo migliore rappresentano, in linea con il progetto dell’autore, i momenti di una contentio honestissima virtualmente infinita, le mosse di una “gara nel bene” mediante la quale si attiva una forma virtuosa di reciprocità che riesce a prescindere dall’aleatorietà e dalla relatività dei beni materiali, rendendo questi ultimi semplici interfacce semiotiche o meri strumenti per l’espressione della volunta...
La teoria in azione. Il dono di Eschine e la riflessione senecana sui beneficia / LI CAUSI, P.. - In: ANNALI ONLINE DELL'UNIVERSITÀ DI FERRARA. SEZIONE LETTERE. - ISSN 1826-803X. - 3, 1:(2008), pp. 95-110.
La teoria in azione. Il dono di Eschine e la riflessione senecana sui beneficia
LI CAUSI P.
Writing – Original Draft Preparation
2008
Abstract
A metà del primo libro del De beneficiis (I 8) Seneca interrompe il flusso dell’argomentazione per introdurre il racconto di Eschine e Sofocle. Diversamente da come si potrebbe pensare, tuttavia, l’aneddoto in questione non solo non è da leggere come una frattura, ma si pone in netta continuità con l’impianto teorico del trattato. I due personaggi, infatti, realizzano, e per certi versi “personificano”, il modello del beneficium perfetto esposto nei primi paragrafi del I libro. In particolare, il dono di sé che fa il giovane auditor e la promessa del maestro di contraccambiare rendendolo migliore rappresentano, in linea con il progetto dell’autore, i momenti di una contentio honestissima virtualmente infinita, le mosse di una “gara nel bene” mediante la quale si attiva una forma virtuosa di reciprocità che riesce a prescindere dall’aleatorietà e dalla relatività dei beni materiali, rendendo questi ultimi semplici interfacce semiotiche o meri strumenti per l’espressione della volunta...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


