Gli spazi pubblici rappresentano luoghi in cui le persone trascorrono il loro tempo libero. Questo è vero in particolare se lo spazio pubblico è gradevole, accogliente, di facile accesso e con molte attività da svolgere. In Italia non esiste una legge specifica per il progetto urbano; per questo motivo, la creazione di uno spazio pubblico è affidata a diversi tipi di strumenti urbanistici. Allo stesso modo, anche i fondi che possono essere destinati alla loro creazione sono diversi a seconda dello strumento urbanistico utilizzato e possono essere pubblici o pubblici e privati; inoltre, la progettazione può essere realizzata dal tecnico dell'amministrazione o da un esperto privato. Ma in ogni caso, comprendere le cause del successo di uno spazio pubblico non è facile e sono molti i fattori che vi concorrono. Dal 2020 una nuova condizione ha caratterizzato lo spazio pubblico italiano e mondiale. La pandemia di Covid-19 ha interessato tutto il mondo e, anche se in modo e misura diversi, ha cambiato le abitudini e l'uso di luoghi e città; (Carmona, Heath, Oc, Tiesdell, 2010; Gehl, 2010, 2016, 2020; Mehaffy, Elmlund, Farrell, 2019) in molti Paesi gli spazi pubblici sono rimasti completamente vuoti per mesi e nuovi paesaggi urbani hanno sostituito i precedenti, trasformando il privato in pubblico (Friedmann, 2010; Francis, Giles-Corti, Wood, Knuiman, 2012; Zelinka, Brennan, 2001). (Carmona, 2019; Madanipour, Knierbein, Degros, 2014). (Karsten, 2003; Zhai, Li, Liu, 2018). La loro riapertura, anche se con restrizioni diverse, ha riaffermato l’importanza dello spazio pubblico come luogo di socializzazione, attività all’aperto, connessione, espressione della qualità e vivibilità urbana (Sepe, 2022). Partendo da queste premesse, l'obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di una ricerca condotta nell'ambito della Community Spazio Pubblico di cui l’autrice è responsabile che ha l'obiettivo di raccogliere le migliori pratiche dello spazio pubblico in Italia, a partire dalla Carta dello Spazio Pubblico che è stata adottata durante la seconda Biennale dello Spazio Pubblico tenutasi a Roma nel 2013. La Carta è composta da 50 principi che costituiscono una sorta di linee guida per spazi pubblici vivibili e sostenibili. Per comprendere il rapporto tra teoria e pratica e verificare la validità della Carta dopo 10 anni dalla sua creazione sono stati raccolti circa 30 casi studio (UN Habitat, 2013, 2016; Garau, Lancerin, Sepe, 2015). Di questi verranno presentati il database creato dall’autrice ad hoc per la raccolta dei dati dei casi studio e il Foro Italico di Palermo, il Parco delle Rupicole a Roma, RespirArt a Pampeago in Val di Fiemme, quali casi emblematici di tipologie diverse di spazi.
Qualità urbana e salubrità degli spazi pubblici / Sepe, Marichela. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 2239-4222. - 304(2022), pp. 77-82.
Qualità urbana e salubrità degli spazi pubblici
Sepe Marichela
2022
Abstract
Gli spazi pubblici rappresentano luoghi in cui le persone trascorrono il loro tempo libero. Questo è vero in particolare se lo spazio pubblico è gradevole, accogliente, di facile accesso e con molte attività da svolgere. In Italia non esiste una legge specifica per il progetto urbano; per questo motivo, la creazione di uno spazio pubblico è affidata a diversi tipi di strumenti urbanistici. Allo stesso modo, anche i fondi che possono essere destinati alla loro creazione sono diversi a seconda dello strumento urbanistico utilizzato e possono essere pubblici o pubblici e privati; inoltre, la progettazione può essere realizzata dal tecnico dell'amministrazione o da un esperto privato. Ma in ogni caso, comprendere le cause del successo di uno spazio pubblico non è facile e sono molti i fattori che vi concorrono. Dal 2020 una nuova condizione ha caratterizzato lo spazio pubblico italiano e mondiale. La pandemia di Covid-19 ha interessato tutto il mondo e, anche se in modo e misura diversi, ha cambiato le abitudini e l'uso di luoghi e città; (Carmona, Heath, Oc, Tiesdell, 2010; Gehl, 2010, 2016, 2020; Mehaffy, Elmlund, Farrell, 2019) in molti Paesi gli spazi pubblici sono rimasti completamente vuoti per mesi e nuovi paesaggi urbani hanno sostituito i precedenti, trasformando il privato in pubblico (Friedmann, 2010; Francis, Giles-Corti, Wood, Knuiman, 2012; Zelinka, Brennan, 2001). (Carmona, 2019; Madanipour, Knierbein, Degros, 2014). (Karsten, 2003; Zhai, Li, Liu, 2018). La loro riapertura, anche se con restrizioni diverse, ha riaffermato l’importanza dello spazio pubblico come luogo di socializzazione, attività all’aperto, connessione, espressione della qualità e vivibilità urbana (Sepe, 2022). Partendo da queste premesse, l'obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di una ricerca condotta nell'ambito della Community Spazio Pubblico di cui l’autrice è responsabile che ha l'obiettivo di raccogliere le migliori pratiche dello spazio pubblico in Italia, a partire dalla Carta dello Spazio Pubblico che è stata adottata durante la seconda Biennale dello Spazio Pubblico tenutasi a Roma nel 2013. La Carta è composta da 50 principi che costituiscono una sorta di linee guida per spazi pubblici vivibili e sostenibili. Per comprendere il rapporto tra teoria e pratica e verificare la validità della Carta dopo 10 anni dalla sua creazione sono stati raccolti circa 30 casi studio (UN Habitat, 2013, 2016; Garau, Lancerin, Sepe, 2015). Di questi verranno presentati il database creato dall’autrice ad hoc per la raccolta dei dati dei casi studio e il Foro Italico di Palermo, il Parco delle Rupicole a Roma, RespirArt a Pampeago in Val di Fiemme, quali casi emblematici di tipologie diverse di spazi.File | Dimensione | Formato | |
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