Chronic kidney disease is characterized by increasingly amplified fibrotic processes regardless of etiology. The severity of renal fibrosis seems to correlate with an increased risk of end-stage renal disease; therefore, monitoring of renal fibrosis over time may play an important role in the follow-up of both focal and diffuse renal diseases and in evaluating the response to treatments. Renal biopsy is the only method capable of providing objective and comparable information on the extent of fibrosis, but it is not suitable for outpatient monitoring of chronic kidney disease due to its invasiveness. Elastosonography is an innovative and non-invasive ultrasound method that allows the measurement of tissue elasticity through the transmission of mechanical waves and the measurement of their propagation speed. Although some authors have demonstrated the usefulness of elastosonographic techniques for the quantification of liver fibrosis, few studies have investigated the applications of elastosonography in renal pathology. Furthermore, the depth of native kidneys, the high anisotropy of the renal tissue, and the possibility of examining only a small region of interest currently limit its spread in clinical practice. The aim of this review is to examine the physical principles of elastosonography and to review the latest evidence about the possible applications of the ARFI (acoustic radiation force impulse) technique in the study of kidney diseases.

La patologia renale cronica, indipendentemente dall’eziologia, provoca un sovvertimento strutturale del parenchima con progressivo sviluppo di fibrosi. Il grado di fibrosi renale sembrerebbe correlare con un rischio aumentato di progressione verso l’uremia terminale; pertanto, il monitoraggio nel tempo della fibrosi renale può svolgere un ruolo importante nel follow-up delle patologie renali sia focali che diffuse, e nella valutazione della risposta ai trattamenti. La biopsia renale è l’unica metodica in grado di fornire informazioni oggettive e confrontabili sull’estensione della fibrosi rispetto al parenchima sano ma, data la sua invasività, non è indicata per il follow-up dei pazienti con malattia renale cronica. L’elastosonografia rappresenta una metodica ultrasonografica innovativa e non invasiva che consente la misura dell’elasticità tissutale attraverso la trasmissione di onde meccaniche e la misurazione della loro velocità di propagazione. Sebbene numerosi autori abbiano dimostrato l’utilità delle tecniche elastosonografiche per la quantificazione della fibrosi epatica, pochi sono gli studi sistematici sulle applicazioni dell’elastosonografia nelle patologie renali. Inoltre, fattori quali la profondità dei reni nativi rispetto al piano cutaneo, l’elevata anisotropia del tessuto renale e la possibilità di esaminare solamente una piccola regione di interesse limitano ad oggi la diffusione della metodica nella pratica clinica. Obiettivo di questa review è quello di riesaminare i principi fisici dell’elastosonografia e di passare in rassegna le ultime evidenze circa le possibili applicazioni del modulo ARFI (acoustic radiation force impulse) nello studio delle patologie renali.

L’imaging quantitativo nella clinica nefrologica: i limiti e le potenzialitàdell’elastosonografia [Quantitative imaging in nephrology: limits and potentials of elastosonography] / Granata, Antonio; Distefano, Giulio; Maccarrone, Rosario; Pesce, Francesco; Costanza, Giuseppa; Digiacomo, Antonio; Basile, Antonio; Romano, Marcello; Cantisani, Vito. - In: GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA. - ISSN 1724-5990. - 39:4(2022).

L’imaging quantitativo nella clinica nefrologica: i limiti e le potenzialitàdell’elastosonografia [Quantitative imaging in nephrology: limits and potentials of elastosonography]

Pesce, Francesco;Romano, Marcello
Penultimo
;
Cantisani, Vito
Ultimo
2022

Abstract

Chronic kidney disease is characterized by increasingly amplified fibrotic processes regardless of etiology. The severity of renal fibrosis seems to correlate with an increased risk of end-stage renal disease; therefore, monitoring of renal fibrosis over time may play an important role in the follow-up of both focal and diffuse renal diseases and in evaluating the response to treatments. Renal biopsy is the only method capable of providing objective and comparable information on the extent of fibrosis, but it is not suitable for outpatient monitoring of chronic kidney disease due to its invasiveness. Elastosonography is an innovative and non-invasive ultrasound method that allows the measurement of tissue elasticity through the transmission of mechanical waves and the measurement of their propagation speed. Although some authors have demonstrated the usefulness of elastosonographic techniques for the quantification of liver fibrosis, few studies have investigated the applications of elastosonography in renal pathology. Furthermore, the depth of native kidneys, the high anisotropy of the renal tissue, and the possibility of examining only a small region of interest currently limit its spread in clinical practice. The aim of this review is to examine the physical principles of elastosonography and to review the latest evidence about the possible applications of the ARFI (acoustic radiation force impulse) technique in the study of kidney diseases.
2022
La patologia renale cronica, indipendentemente dall’eziologia, provoca un sovvertimento strutturale del parenchima con progressivo sviluppo di fibrosi. Il grado di fibrosi renale sembrerebbe correlare con un rischio aumentato di progressione verso l’uremia terminale; pertanto, il monitoraggio nel tempo della fibrosi renale può svolgere un ruolo importante nel follow-up delle patologie renali sia focali che diffuse, e nella valutazione della risposta ai trattamenti. La biopsia renale è l’unica metodica in grado di fornire informazioni oggettive e confrontabili sull’estensione della fibrosi rispetto al parenchima sano ma, data la sua invasività, non è indicata per il follow-up dei pazienti con malattia renale cronica. L’elastosonografia rappresenta una metodica ultrasonografica innovativa e non invasiva che consente la misura dell’elasticità tissutale attraverso la trasmissione di onde meccaniche e la misurazione della loro velocità di propagazione. Sebbene numerosi autori abbiano dimostrato l’utilità delle tecniche elastosonografiche per la quantificazione della fibrosi epatica, pochi sono gli studi sistematici sulle applicazioni dell’elastosonografia nelle patologie renali. Inoltre, fattori quali la profondità dei reni nativi rispetto al piano cutaneo, l’elevata anisotropia del tessuto renale e la possibilità di esaminare solamente una piccola regione di interesse limitano ad oggi la diffusione della metodica nella pratica clinica. Obiettivo di questa review è quello di riesaminare i principi fisici dell’elastosonografia e di passare in rassegna le ultime evidenze circa le possibili applicazioni del modulo ARFI (acoustic radiation force impulse) nello studio delle patologie renali.
ARFI; fibrosis; quantitative imaging; renal elastosonography; ultrasound
01 Pubblicazione su rivista::01g Articolo di rassegna (Review)
L’imaging quantitativo nella clinica nefrologica: i limiti e le potenzialitàdell’elastosonografia [Quantitative imaging in nephrology: limits and potentials of elastosonography] / Granata, Antonio; Distefano, Giulio; Maccarrone, Rosario; Pesce, Francesco; Costanza, Giuseppa; Digiacomo, Antonio; Basile, Antonio; Romano, Marcello; Cantisani, Vito. - In: GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA. - ISSN 1724-5990. - 39:4(2022).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1675893
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