Con la House of Music , una realizzazione che si colloca all’interno dell’ambizioso progetto di riqualificazione urbana Liget Budapest , “Abitare la Terra” torna ad occuparsi di Sou Fujimoto. Già nel 2010, con Architettura al margine: tra natura e artificio, veniva commentato il Padiglione di Basilea descrivendolo un’occasione, dell’architetto giapponese allora non ancora quarantenne, per riflettere sulla casa del futuro. L’aspirazione di annullare la separazione tra natura e ambiente edificato sembra confermata. Nel nuovo progetto ungherese la scala è monumentale. E di monumentale c’è anche il programma funzionale del citato Liget Budapest che nei prossimi anni porterà alla valorizzazione del parco municipale o Városliget. Il parco fu realizzato nel 1896 per il Millenario della conquista della Patria (Budapester Millenniumsausstellung) e, come spiega il magiarista Andrea Carteny, riproduceva per l’expo universale il mondo della grande Ungheria con i suoi differenti popoli e territori. L’edificio si configura come un grande disco-copertura sorretto da pochi, sottili, pilastri che presenta al piano d’ingresso una pianta libera che accoglie e distribuisce i visitatori sui 9.000 mq di superficie articolati su tre livelli. Varcata la soglia si è accolti sotto un cielo di 30mila foglie dorate fissate alla superficie ondulata della copertura, che secondo la relazione di progetto “sembra ispirarsi alla forma variabile delle onde sonore”.
House of Music / Spita, Leone. - In: ABITARE LA TERRA. - ISSN 1592-8608. - XXI:59(2022), pp. 20-25.
House of Music
leone spita
2022
Abstract
Con la House of Music , una realizzazione che si colloca all’interno dell’ambizioso progetto di riqualificazione urbana Liget Budapest , “Abitare la Terra” torna ad occuparsi di Sou Fujimoto. Già nel 2010, con Architettura al margine: tra natura e artificio, veniva commentato il Padiglione di Basilea descrivendolo un’occasione, dell’architetto giapponese allora non ancora quarantenne, per riflettere sulla casa del futuro. L’aspirazione di annullare la separazione tra natura e ambiente edificato sembra confermata. Nel nuovo progetto ungherese la scala è monumentale. E di monumentale c’è anche il programma funzionale del citato Liget Budapest che nei prossimi anni porterà alla valorizzazione del parco municipale o Városliget. Il parco fu realizzato nel 1896 per il Millenario della conquista della Patria (Budapester Millenniumsausstellung) e, come spiega il magiarista Andrea Carteny, riproduceva per l’expo universale il mondo della grande Ungheria con i suoi differenti popoli e territori. L’edificio si configura come un grande disco-copertura sorretto da pochi, sottili, pilastri che presenta al piano d’ingresso una pianta libera che accoglie e distribuisce i visitatori sui 9.000 mq di superficie articolati su tre livelli. Varcata la soglia si è accolti sotto un cielo di 30mila foglie dorate fissate alla superficie ondulata della copertura, che secondo la relazione di progetto “sembra ispirarsi alla forma variabile delle onde sonore”.File | Dimensione | Formato | |
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