Ostia costituisce una fondamentale testimonianza per la conoscenza delle tecniche edilizie romane e della loro evoluzione in un ampio arco cronologico. Nell’ambito dell’edilizia tardoantica ostiense la grande diffusione dell’opera listata, soprattutto a partire dal III secolo d.C., permette di approfondire la tematica riguardante il riutilizzo del tufo, in particolare dei blocchetti, in origine caratteristici dell’opera reticolata. Esemplificativi in questo senso sono il Santuario della Bona Dea (IV, viii, 3), la Domus di Amore e Psiche (I, xiv, 5) e alcuni edifici gravitanti attorno al Campus della Magna Mater (IV, i, 3), oltre ad importanti attestazioni dall’area dell’antica Portus. A questi si aggiungono ora alcune testimonianze provenienti dal Mitreo dei marmi colorati (IV, ix, 5), recentemente messo in luce dal Progetto Ostia Marina dell’Università di Bologna. L’esame delle nuove scoperte e il riesame dei casi noti offre la possibilità di leggere con più attenzione questa particolare tecnica.
Il reimpiego dei blocchetti da opera reticolata nell’edilizia tardoantica ostiense / Cavina, Pietro; David, Massimiliano; Melega, Alessandro. - (2022), pp. 72-77. (Intervento presentato al convegno VIII ciclo di Studi Medievali tenutosi a Firenze).
Il reimpiego dei blocchetti da opera reticolata nell’edilizia tardoantica ostiense
Massimiliano David;Alessandro Melega
2022
Abstract
Ostia costituisce una fondamentale testimonianza per la conoscenza delle tecniche edilizie romane e della loro evoluzione in un ampio arco cronologico. Nell’ambito dell’edilizia tardoantica ostiense la grande diffusione dell’opera listata, soprattutto a partire dal III secolo d.C., permette di approfondire la tematica riguardante il riutilizzo del tufo, in particolare dei blocchetti, in origine caratteristici dell’opera reticolata. Esemplificativi in questo senso sono il Santuario della Bona Dea (IV, viii, 3), la Domus di Amore e Psiche (I, xiv, 5) e alcuni edifici gravitanti attorno al Campus della Magna Mater (IV, i, 3), oltre ad importanti attestazioni dall’area dell’antica Portus. A questi si aggiungono ora alcune testimonianze provenienti dal Mitreo dei marmi colorati (IV, ix, 5), recentemente messo in luce dal Progetto Ostia Marina dell’Università di Bologna. L’esame delle nuove scoperte e il riesame dei casi noti offre la possibilità di leggere con più attenzione questa particolare tecnica.File | Dimensione | Formato | |
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