Il testo di Sara Protasoni approfondisce la storia dell’asilo nido di Ivrea che Olivetti commissionò agli architetti Luigi Figini e Gino Pollini, tra il 1939 e il 1941, per i figli e le figlie del personale. L’asilo è espressione di un preciso modello di cura e della responsabilità sociale dell’impresa olivettiana: la presa in carico della crescita dei bambini rientra in un’idea di ambiente lavorativo che non si limita a chiedere al dipendente un servizio in cambio di denaro, ma offre un contesto di realizzazione personale che passa anche attraverso il benessere familiare. Il nodo centrale del libro è una questione filosofica che riguarda lo statuto di questa “arte impegnata” e che interroga, oggi, il nostro rapporto con il disegno del comune: come vengono distribuiti nello spazio cultura, ricchezza, servizi? Quale peso viene attribuito all’affetto, al sentimento che l’abitante nutre per il proprio territorio, e come viene assecondato o rappresentato? Quale funzione ha l’interazione tra forme umane e vegetali nella percezione di un abitare condiviso, libero dalla chiusura antropocentrica delle quattro pareti?
S. Protasoni, "Figini e Pollini. L'asilo Olivetti a Ivrea" / Rugini, Adele. - In: POLEMOS. - ISSN 2281-9517. - (2023), pp. 253-255.
S. Protasoni, "Figini e Pollini. L'asilo Olivetti a Ivrea"
Adele Rugini
2023
Abstract
Il testo di Sara Protasoni approfondisce la storia dell’asilo nido di Ivrea che Olivetti commissionò agli architetti Luigi Figini e Gino Pollini, tra il 1939 e il 1941, per i figli e le figlie del personale. L’asilo è espressione di un preciso modello di cura e della responsabilità sociale dell’impresa olivettiana: la presa in carico della crescita dei bambini rientra in un’idea di ambiente lavorativo che non si limita a chiedere al dipendente un servizio in cambio di denaro, ma offre un contesto di realizzazione personale che passa anche attraverso il benessere familiare. Il nodo centrale del libro è una questione filosofica che riguarda lo statuto di questa “arte impegnata” e che interroga, oggi, il nostro rapporto con il disegno del comune: come vengono distribuiti nello spazio cultura, ricchezza, servizi? Quale peso viene attribuito all’affetto, al sentimento che l’abitante nutre per il proprio territorio, e come viene assecondato o rappresentato? Quale funzione ha l’interazione tra forme umane e vegetali nella percezione di un abitare condiviso, libero dalla chiusura antropocentrica delle quattro pareti?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.