La pagina di Centuria, una «foglia ampia come il mondo»

Starting from some considerations on the relationship between writing and the physical space of the page, the essay proposes a critical reading of «Centuria» that aims to reflect on the gap between this work and its predecessors through analysis and interpretation of the rhetorical solutions adopted in the work. The stylistic analysis is related to some theoretical statements of the author, who notoriously did not like the novel nor did he ever want to write about it. The investigation shows how even «Centuria», which seems to indulge more in narrative, actually maintains a rhetorical horizon of great finesse, subtly deceptive, based precisely on the relationship between chosen contrainte (the one-page measure for each «romanzo fiume») and the conception and use of rhetoric as a «table of freedoms», that is, not as closure in a single plot, but as an opening to infinite possibilities, each as wide as the world.

Muovendo da alcune considerazioni sul rapporto tra scrittura e spazio fisico della pagina, il saggio propone una lettura critica di «Centuria» che intende riflettere sullo scarto tra quest’opera e le precedenti mediante analisi e interpretazione delle soluzioni retoriche adottate nell’opera. L’analisi stilistica è messa in relazione con alcune dichiarazioni teoriche dell’autore, che notoriamente non apprezzava il romanzo né ha mai voluto scriverne. L’indagine mostra come anche «Centuria», che sembra concedersi di più alla narrativa, mantenga in realtà un orizzonte retorico di grande finezza, sottilmente ingannatore, fondato proprio sul rapporto tra contrainte scelta (la misura di una pagina per ogni «romanzo fiume») e la concezione e l’uso della retorica come «tavola delle libertà», ovvero non come chiusura in un’unica trama, ma come apertura a infiniti possibili, ciascuno ampio quanto il mondo.