Il contributo contiene una riflessione sul tempo di lavoro e l'autonomia individuale. L'autore evidenzia come sulla materia dell’orario convergano numerose posizioni e interessi eziologicamente riconducibili a fattori diversi che, riassuntivamente possono essere ripartiti e riepilogati nelle trasformazioni organizzative favorite dall’innovazione tecnologica da un lato nonché, dall’altro, nel diverso posizionamento che nel comune sentire viene assunto dall’attività lavorativa e nel diverso bilanciamento di quest’ultima rispetto alla fruizione e all’esercizio di altre posizioni giuridiche. Integrità psicofisica e definitezza delle linee di confine tra obbligazione lavorativa e libera disponibilità del tempo risultano oggi esposte a nuove tensioni, conseguenti al fenomeno della cosiddetta time porosity, che richiedono nuovi approcci e nuove soluzioni rispetto ai contesti pregressi caratterizzati indubbiamente da una maggiore uniformità e stabilità dei modelli di organizzazione dell’orario di lavoro. Pertanto, vi è la necessità di un quadro di garanzie non solo dotato delle caratteristiche di tradizionale solidità dei presidi giuslavoristici, ma di cui venga anche formalmente ribadita la cogenza nei confronti dei lavoratori. Tutto ciò non oblitera né si pone in contraddizione con gli impulsi orientati verso l’assimilazione delle specificità individuali all’interno della dimensione lavorativa che si traducono in una promozione di forme di “soggettivazione regolativa” dirette a conciliare le scelte individuali con la normativa generale del rapporto di lavoro. Tale dinamica è valorizzata dalle previsioni di legge o dalle clausole di contratto collettivo che favoriscono interventi e forme di regolazione personalizzate dei tempi e degli orari di lavoro i quali, lungi dall’assumere un valore regressivo ed un significato di revisionistica negazione del divario di potere contrattuale, viceversa dischiudono importanti spazi di autodeterminazione funzionali proprio alla promozione di quei lavori giuridici connessi alla persona che il diritto del lavoro nel suo complesso appare orientato a perseguire.
Tempo di lavoro, modernità, autonomia individuale: considerazioni ispirate (d)alla lezione di Giuseppe Santoro Passarelli / Bellomo, Stefano. - In: LAVORO, DIRITTI, EUROPA. - ISSN 2611-3783. - 1(2023), pp. 1-17.
Tempo di lavoro, modernità, autonomia individuale: considerazioni ispirate (d)alla lezione di Giuseppe Santoro Passarelli
bellomo stefano
2023
Abstract
Il contributo contiene una riflessione sul tempo di lavoro e l'autonomia individuale. L'autore evidenzia come sulla materia dell’orario convergano numerose posizioni e interessi eziologicamente riconducibili a fattori diversi che, riassuntivamente possono essere ripartiti e riepilogati nelle trasformazioni organizzative favorite dall’innovazione tecnologica da un lato nonché, dall’altro, nel diverso posizionamento che nel comune sentire viene assunto dall’attività lavorativa e nel diverso bilanciamento di quest’ultima rispetto alla fruizione e all’esercizio di altre posizioni giuridiche. Integrità psicofisica e definitezza delle linee di confine tra obbligazione lavorativa e libera disponibilità del tempo risultano oggi esposte a nuove tensioni, conseguenti al fenomeno della cosiddetta time porosity, che richiedono nuovi approcci e nuove soluzioni rispetto ai contesti pregressi caratterizzati indubbiamente da una maggiore uniformità e stabilità dei modelli di organizzazione dell’orario di lavoro. Pertanto, vi è la necessità di un quadro di garanzie non solo dotato delle caratteristiche di tradizionale solidità dei presidi giuslavoristici, ma di cui venga anche formalmente ribadita la cogenza nei confronti dei lavoratori. Tutto ciò non oblitera né si pone in contraddizione con gli impulsi orientati verso l’assimilazione delle specificità individuali all’interno della dimensione lavorativa che si traducono in una promozione di forme di “soggettivazione regolativa” dirette a conciliare le scelte individuali con la normativa generale del rapporto di lavoro. Tale dinamica è valorizzata dalle previsioni di legge o dalle clausole di contratto collettivo che favoriscono interventi e forme di regolazione personalizzate dei tempi e degli orari di lavoro i quali, lungi dall’assumere un valore regressivo ed un significato di revisionistica negazione del divario di potere contrattuale, viceversa dischiudono importanti spazi di autodeterminazione funzionali proprio alla promozione di quei lavori giuridici connessi alla persona che il diritto del lavoro nel suo complesso appare orientato a perseguire.File | Dimensione | Formato | |
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