Nell’avvertenza del volume Le Modulor, Le Corbu- sier chiarisce cosa sono Architettura e Meccanica as- segnando alla seconda la “virtù” della determinatezza e ammettendo che quanto presentato nel volume è il risultato “tangibile” di un lavoro, lungo una vita, di studio, analisi, riflessioni e passioni. Le Corbusier con Le Modulor, incarna e aspira ad una visione dell’ar- chitetto demiurgo: tenta e, a suo modo riesce a di- mostrare – prendendo in prestito la matematica e la geometria (fino ad allora conosciute) – che esiste una “regola” superiore, intrinseca nelle cose, che “governa” l’atto progettuale. Una regola che lui non inventa ma scopre o, meglio, riesce a comprendere attraverso l’esperienza del progetto. Le Corbusier immagina Le Modulor come un nuovo sistema metrico, lo vuole sul tavolo di ogni architetto, così come impresso sui muri di ogni cantiere per far sì che “il muratore, il car- pentiere, il fabbro vi sceglieranno in ogni istante le mi- sure del loro lavoro e tutti questi lavori diversi e diffe- renziati saranno i testimoni dell’armonia. Questo è il mio sogno”. La domanda è: quanto di questo sogno si è avverato e cosa ne rimane oggi?
Design, Modernità, Industria. Il “sogno infranto” del controllo totale / Di Lucchio, Loredana; Imbesi, Lorenzo. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - (2016), pp. 140-146.
Design, Modernità, Industria. Il “sogno infranto” del controllo totale
Di Lucchio, Loredana;Imbesi, Lorenzo
2016
Abstract
Nell’avvertenza del volume Le Modulor, Le Corbu- sier chiarisce cosa sono Architettura e Meccanica as- segnando alla seconda la “virtù” della determinatezza e ammettendo che quanto presentato nel volume è il risultato “tangibile” di un lavoro, lungo una vita, di studio, analisi, riflessioni e passioni. Le Corbusier con Le Modulor, incarna e aspira ad una visione dell’ar- chitetto demiurgo: tenta e, a suo modo riesce a di- mostrare – prendendo in prestito la matematica e la geometria (fino ad allora conosciute) – che esiste una “regola” superiore, intrinseca nelle cose, che “governa” l’atto progettuale. Una regola che lui non inventa ma scopre o, meglio, riesce a comprendere attraverso l’esperienza del progetto. Le Corbusier immagina Le Modulor come un nuovo sistema metrico, lo vuole sul tavolo di ogni architetto, così come impresso sui muri di ogni cantiere per far sì che “il muratore, il car- pentiere, il fabbro vi sceglieranno in ogni istante le mi- sure del loro lavoro e tutti questi lavori diversi e diffe- renziati saranno i testimoni dell’armonia. Questo è il mio sogno”. La domanda è: quanto di questo sogno si è avverato e cosa ne rimane oggi?File | Dimensione | Formato | |
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