Marshall Berman rilegge il dramma del Faust di Goethe attraverso il progetto della modernità e constata quanto l’uomo moderno al pari dell’eroe faustiano sia costretto a trasformare radicalmente l’intero universo fisico, sociale e morale per trasformare sé stesso (Berman, 1982). La sua azione promuove grandi forme di sviluppo sul piano intellettuale, morale, economico e sociale, ma ad un alto prezzo sul piano umano. La modernità si pone cioè come processo di continua metamorfosi di sé stesso: “sotto le pressioni dell’economia mondiale moderna, il processo di sviluppo deve a sua volta soggiacere ad uno sviluppo ininterrotto. Dove esso è in atto, tutte le persone, le cose, le istituzioni e gli ambienti che sono innovativi e di avanguardia in un determinato momento storico, diventeranno retrogradi e superati in quello successivo” (ibidem). Il processo metamorfico è continuo e non riconosce confini fisici e temporali per invadere nel profondo la vita delle persone, il modo in cui si organizzano e i prodotti che fabbricano. Nella sua lotta continua tra nuovo e tradizione, la modernità non riesce però a disegnare un processo unificato che assorbe e cancella ogni traccia di passato. Piuttosto, le culture, soprattutto le più periferiche, dimostrano una creatività a riappropriarsi e rielaborare forme e tecnologie (Canclini, 2005). L’immagine del rizoma disegnato da Deleuze e Guattari (1987) spiega una figura organizzativa che supera la struttura piramidale, per mettere in relazione risorse locali, conoscenze e competenze in una geografia decentrata. Il processo di differenziazione progressiva attuato dal progetto moderno, che ha portato alla conoscenza disciplinare, si confronta con la proliferazione di forme ibride che pongono nuovi quesiti alle scienze oggettivanti. Bruno Latour constata quanto scienza, politica, economia, diritto, religione, tecnologia e produzione si intrecciano in forme inedite e difficili da classificare (Latour, 1995). L’uomo non si ritrova più al centro e la scienza e la tecnica perdono l’innocenza.

Il design e la metamorfosi della modernità / Imbesi, Lorenzo. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - 64/18:(2018), pp. 22-30.

Il design e la metamorfosi della modernità

Imbesi, Lorenzo
2018

Abstract

Marshall Berman rilegge il dramma del Faust di Goethe attraverso il progetto della modernità e constata quanto l’uomo moderno al pari dell’eroe faustiano sia costretto a trasformare radicalmente l’intero universo fisico, sociale e morale per trasformare sé stesso (Berman, 1982). La sua azione promuove grandi forme di sviluppo sul piano intellettuale, morale, economico e sociale, ma ad un alto prezzo sul piano umano. La modernità si pone cioè come processo di continua metamorfosi di sé stesso: “sotto le pressioni dell’economia mondiale moderna, il processo di sviluppo deve a sua volta soggiacere ad uno sviluppo ininterrotto. Dove esso è in atto, tutte le persone, le cose, le istituzioni e gli ambienti che sono innovativi e di avanguardia in un determinato momento storico, diventeranno retrogradi e superati in quello successivo” (ibidem). Il processo metamorfico è continuo e non riconosce confini fisici e temporali per invadere nel profondo la vita delle persone, il modo in cui si organizzano e i prodotti che fabbricano. Nella sua lotta continua tra nuovo e tradizione, la modernità non riesce però a disegnare un processo unificato che assorbe e cancella ogni traccia di passato. Piuttosto, le culture, soprattutto le più periferiche, dimostrano una creatività a riappropriarsi e rielaborare forme e tecnologie (Canclini, 2005). L’immagine del rizoma disegnato da Deleuze e Guattari (1987) spiega una figura organizzativa che supera la struttura piramidale, per mettere in relazione risorse locali, conoscenze e competenze in una geografia decentrata. Il processo di differenziazione progressiva attuato dal progetto moderno, che ha portato alla conoscenza disciplinare, si confronta con la proliferazione di forme ibride che pongono nuovi quesiti alle scienze oggettivanti. Bruno Latour constata quanto scienza, politica, economia, diritto, religione, tecnologia e produzione si intrecciano in forme inedite e difficili da classificare (Latour, 1995). L’uomo non si ritrova più al centro e la scienza e la tecnica perdono l’innocenza.
2018
ibrido; sapere disciplinare; fordismo; deterritorializzazione; rizoma
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Il design e la metamorfosi della modernità / Imbesi, Lorenzo. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - 64/18:(2018), pp. 22-30.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1671801
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