In periodi di crisi la tenuta dell’impianto del sapere di una società, può essere messa duramente alla prova dall’emergere di teorie alternative e narrazioni che costituiscono un linguaggio della crisi creativamente distruttivo, che assomma in sé ideali di rigenerazione religiosa e politica, di risveglio intellettuale e di ricostituzione delle relazioni politiche e sociali su altre ed inedite basi. I ciclici ritorni, rintracciabili fin dall’alba dei tempi, di profezie millenaristiche, apocalittico-escatologiche e in generale di carattere politico-religioso ne sono la dimostrazione storica. Anche nella nostra epoca, seguendo un andamento carsico, simili forme di pensiero fanno la loro comparsa ponendosi in aperta polemica con la narrativa ufficiale del sapere e con il sistema politico nel suo complesso. Si tratta in sostanza di forme di sapere alternativo che si giustificano più per opposizione che per la propria coerenza e solidità teorica interna. Da circa vent’anni a questa parte tale fenomeno ha conosciuto una espansione che, con la crisi pandemica di COVID-19, è deflagrato in maniera parossistica con l’affermazione delle più disparate teorie del complotto. Con il presente contributo si intende fornire un’analisi dell’origine, della diffusione e dell’influenza di queste forme di descrizioni del reale che si oppongono alle teorie ufficiali e che possono arrivare a incidere con forza nelle relazioni e negli equilibri politici della società. Si opererà quindi un approfondito studio del fenomeno seguendo un approccio sociologico-religioso che evidenzi quegli aspetti che più lo avvicinano, per toni e finalità, a precedenti di tipo profetico e millenaristico. Le teorie del complotto possono essere, infatti, analizzate a partire da modelli elaborati dalla sociologia della religione nello studio dei fenomeni di tipo profetico-settario condividendo con essi alcuni tratti fondamentali, tra i quali: la presenza della figura carismatica del profeta; il progetto politico-religioso di rinnovamento utopico della società; il carattere di universalità e onnicomprensività; la ricostruzione manichea della realtà; la separazione settaria; la pretesa di universalità e veridicità assoluta (M.L. Maniscalco,1992; E. Pace, 1997; D. Robertson, 2015). Si tratta di un sistema di pensiero che pretende di rendere comprensibile e addomesticare una realtà in crisi, caotica prescrivendo un ordine ideale semplice, coerente e alla portata di tutti. E’ una narrazione che corre sui social network e che non necessita di canali ufficiali di diffusione. La sua legittimità dipende da qualche figura carismatica, o potremmo dire imprenditore del carisma (E. Pace, 2010), in grado di veicolare un messaggio non da valutare e approfondire ma piuttosto in cui credere in maniera fideistica. Un messaggio in grado di abbracciare ogni ambito della dimensione umana, da quella spirituale a quella materiale e sociale, e di mettere a sistema ogni sfera del sapere, secondo una ricostruzione quasi cosmologica. Non si può quindi disconoscere il carattere squisitamente politico di tali teorie che disegnano modelli di società e relazioni politiche alternative e sono in grado di mobilitare una partecipazione su basi quasi ideologiche (K.M. Douglas, 2021). Pertanto il presente contributo intende fornire un’analisi delle cosiddette teorie del complotto evidenziandone da un lato le caratteristiche più di tipo politico-religioso, valutandone parimenti gli effetti prodotti a livello politico-sociale, dall’altro osservando la loro influenza sulla circolazione e lo sviluppo del sapere.

Il complotto covid-19. Analisi sociologico-religiosa del contro sapere dell’intellettuale cospirazionista / Monti, Francesco. - (2022), pp. 72-78. (Intervento presentato al convegno II Seminario Seminario nazionale dei Dottorandi e delle Dottorande in Scienze Politiche "Il sapere e la sua diffusione nell’età contemporanea" tenutosi a Pisa; Italia).

Il complotto covid-19. Analisi sociologico-religiosa del contro sapere dell’intellettuale cospirazionista

Francesco Monti
2022

Abstract

In periodi di crisi la tenuta dell’impianto del sapere di una società, può essere messa duramente alla prova dall’emergere di teorie alternative e narrazioni che costituiscono un linguaggio della crisi creativamente distruttivo, che assomma in sé ideali di rigenerazione religiosa e politica, di risveglio intellettuale e di ricostituzione delle relazioni politiche e sociali su altre ed inedite basi. I ciclici ritorni, rintracciabili fin dall’alba dei tempi, di profezie millenaristiche, apocalittico-escatologiche e in generale di carattere politico-religioso ne sono la dimostrazione storica. Anche nella nostra epoca, seguendo un andamento carsico, simili forme di pensiero fanno la loro comparsa ponendosi in aperta polemica con la narrativa ufficiale del sapere e con il sistema politico nel suo complesso. Si tratta in sostanza di forme di sapere alternativo che si giustificano più per opposizione che per la propria coerenza e solidità teorica interna. Da circa vent’anni a questa parte tale fenomeno ha conosciuto una espansione che, con la crisi pandemica di COVID-19, è deflagrato in maniera parossistica con l’affermazione delle più disparate teorie del complotto. Con il presente contributo si intende fornire un’analisi dell’origine, della diffusione e dell’influenza di queste forme di descrizioni del reale che si oppongono alle teorie ufficiali e che possono arrivare a incidere con forza nelle relazioni e negli equilibri politici della società. Si opererà quindi un approfondito studio del fenomeno seguendo un approccio sociologico-religioso che evidenzi quegli aspetti che più lo avvicinano, per toni e finalità, a precedenti di tipo profetico e millenaristico. Le teorie del complotto possono essere, infatti, analizzate a partire da modelli elaborati dalla sociologia della religione nello studio dei fenomeni di tipo profetico-settario condividendo con essi alcuni tratti fondamentali, tra i quali: la presenza della figura carismatica del profeta; il progetto politico-religioso di rinnovamento utopico della società; il carattere di universalità e onnicomprensività; la ricostruzione manichea della realtà; la separazione settaria; la pretesa di universalità e veridicità assoluta (M.L. Maniscalco,1992; E. Pace, 1997; D. Robertson, 2015). Si tratta di un sistema di pensiero che pretende di rendere comprensibile e addomesticare una realtà in crisi, caotica prescrivendo un ordine ideale semplice, coerente e alla portata di tutti. E’ una narrazione che corre sui social network e che non necessita di canali ufficiali di diffusione. La sua legittimità dipende da qualche figura carismatica, o potremmo dire imprenditore del carisma (E. Pace, 2010), in grado di veicolare un messaggio non da valutare e approfondire ma piuttosto in cui credere in maniera fideistica. Un messaggio in grado di abbracciare ogni ambito della dimensione umana, da quella spirituale a quella materiale e sociale, e di mettere a sistema ogni sfera del sapere, secondo una ricostruzione quasi cosmologica. Non si può quindi disconoscere il carattere squisitamente politico di tali teorie che disegnano modelli di società e relazioni politiche alternative e sono in grado di mobilitare una partecipazione su basi quasi ideologiche (K.M. Douglas, 2021). Pertanto il presente contributo intende fornire un’analisi delle cosiddette teorie del complotto evidenziandone da un lato le caratteristiche più di tipo politico-religioso, valutandone parimenti gli effetti prodotti a livello politico-sociale, dall’altro osservando la loro influenza sulla circolazione e lo sviluppo del sapere.
2022
II Seminario Seminario nazionale dei Dottorandi e delle Dottorande in Scienze Politiche "Il sapere e la sua diffusione nell’età contemporanea"
Covid-19; complottismo; contro sapere; settarismo; millenarismo; sociologia della religione
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Il complotto covid-19. Analisi sociologico-religiosa del contro sapere dell’intellettuale cospirazionista / Monti, Francesco. - (2022), pp. 72-78. (Intervento presentato al convegno II Seminario Seminario nazionale dei Dottorandi e delle Dottorande in Scienze Politiche "Il sapere e la sua diffusione nell’età contemporanea" tenutosi a Pisa; Italia).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1671697
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