Questo contributo percorre il racconto deduttivo di Italo Calvino Il conte di Montecristo (1967) alla ricerca di un metodo di adesione alla realtà. I due protagonisti, accumunati dal medesimo desiderio di evasione, vivono ingabbiati in un meccanismo-fortezza che si ripete nello spazio e nel tempo uguale a se stesso. Si vuole indagare il procedimento attraverso cui, prendendo le mosse dall’epistemologia di Popper, Calvino tenta di creare una mappa mentale di prigione perfetta per cercare nella prigione reale l’errore costruttivo che potrebbe consentire la fuga.
La fortezza della possibilità. Italo Calvino e la ripetizione in Il conte di Montecristo / Ciotti, Monica. - (2023), pp. 309-317. (Intervento presentato al convegno Repetita iuvant? Un approccio multidisciplinare alla ripetizione tenutosi a Siena; Italy).
La fortezza della possibilità. Italo Calvino e la ripetizione in Il conte di Montecristo
Monica Ciotti
2023
Abstract
Questo contributo percorre il racconto deduttivo di Italo Calvino Il conte di Montecristo (1967) alla ricerca di un metodo di adesione alla realtà. I due protagonisti, accumunati dal medesimo desiderio di evasione, vivono ingabbiati in un meccanismo-fortezza che si ripete nello spazio e nel tempo uguale a se stesso. Si vuole indagare il procedimento attraverso cui, prendendo le mosse dall’epistemologia di Popper, Calvino tenta di creare una mappa mentale di prigione perfetta per cercare nella prigione reale l’errore costruttivo che potrebbe consentire la fuga.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.