Introduzione - In Italia il tema dei requisiti igienico-sanitari delle abitazioni è stato affrontato a partire dalla legge n. 5849/1888. L’ultimo provvedimento nazionale completo in materia è stato il DM 5 luglio 1975. La letteratura scientifica negli anni successivi ha ampiamente documentato l’impatto sanitario negativo di condizioni abitative inadeguate a causa di situazioni che tale decreto non contempla (es: inquinamento indoor, cambiamenti climatici, invecchiamento della popolazione, povertà) è stato quindi avviato un ampio dibattito sulla necessità di aggiornare tale decreto e definire nuovi standard sanitari abitativi minimi. Il presente contributo analizza i requisiti sanitari della normativa in materia di edilizia di alcuni Paesi dell’Europa occidentale per individuare il tipo di approccio utilizzato (prescrittivo/prestazionale) e trarne indicazioni per l’aggiornamento della norma italiana. Materiali e metodi - La revisione analizza e confronta le norme di nove paesi europei (Italia, Germania, Inghilterra, Francia, Spagna, Olanda, Portogallo, Svezia), selezionati tra quelli pi. popolati e simili dal punto di vista socioeconomico. I regolamenti analizzati sono quelli pi. aggiornati scaricabili dai siti dei canali ufficiali di ogni Paese. L’analisi considera sia l’approccio utilizzato, sia l’attenzione posta alla tutela della salute, alla sostenibilità e all’equità. Risultati - In alcuni paesi si utilizza un approccio misto: prescrittivo per i requisiti dimensionali e prestazionale per gli altri (es. comfort acustico, comfort termoigrometrico, illuminazione naturale, inquinamento indoor, ventilazione) (Germania, Spagna). In altri, la formulazione della norma è prestazionale (es: non dimensione, ma arredabilità della stanza) (Olanda, Svezia, Danimarca), ma molti aspetti sono rinviati a norme tecniche di settore. Italia, Francia e Portogallo utilizzano una formulazione prescrittiva, mentre l’Inghilterra usa un approccio funzionale orientato al mercato. Conclusioni - La formulazione dei criteri e la descrizione dei singoli standard nei diversi Paesi varia, con livelli di attenzione alle esigenze di salute, sostenibilità ed equità molto diversi. In Italia, l’emanazione dello schema di Regolamento Edilizio Tipo (RET- Intesa Stato, Regioni e ANCI del 20.10.2016), che prevedeva anche di tener conto, tra i prerequisiti, dei contenuti del DM 5 luglio 1975, pu. essere l’occasione per aggiornare tale provvedimento in un’ottica prestazionale, uniformandolo nell’impostazione a molte norme tecniche e rispondendo in tal modo a quanto previsto dall’articolo 3 comma 5 lettera d)2, del D.lgs. 222/2016.
Presupposti per l'aggiornamento del DM del 5 luglio 1975: dall'approccio prescritto all'approccio prestazione / Appolloni, Letizia; D'Alessandro, Daniela. - In: JOURNAL OF PREVENTIVE MEDICINE AND HYGIENE. - ISSN 2421-4248. - 63:2 supplement 1 June 2022(2022), pp. 29-29.
Presupposti per l'aggiornamento del DM del 5 luglio 1975: dall'approccio prescritto all'approccio prestazione
Appolloni, Letizia
Primo
Writing – Original Draft Preparation
;D'Alessandro, DanielaUltimo
Writing – Review & Editing
2022
Abstract
Introduzione - In Italia il tema dei requisiti igienico-sanitari delle abitazioni è stato affrontato a partire dalla legge n. 5849/1888. L’ultimo provvedimento nazionale completo in materia è stato il DM 5 luglio 1975. La letteratura scientifica negli anni successivi ha ampiamente documentato l’impatto sanitario negativo di condizioni abitative inadeguate a causa di situazioni che tale decreto non contempla (es: inquinamento indoor, cambiamenti climatici, invecchiamento della popolazione, povertà) è stato quindi avviato un ampio dibattito sulla necessità di aggiornare tale decreto e definire nuovi standard sanitari abitativi minimi. Il presente contributo analizza i requisiti sanitari della normativa in materia di edilizia di alcuni Paesi dell’Europa occidentale per individuare il tipo di approccio utilizzato (prescrittivo/prestazionale) e trarne indicazioni per l’aggiornamento della norma italiana. Materiali e metodi - La revisione analizza e confronta le norme di nove paesi europei (Italia, Germania, Inghilterra, Francia, Spagna, Olanda, Portogallo, Svezia), selezionati tra quelli pi. popolati e simili dal punto di vista socioeconomico. I regolamenti analizzati sono quelli pi. aggiornati scaricabili dai siti dei canali ufficiali di ogni Paese. L’analisi considera sia l’approccio utilizzato, sia l’attenzione posta alla tutela della salute, alla sostenibilità e all’equità. Risultati - In alcuni paesi si utilizza un approccio misto: prescrittivo per i requisiti dimensionali e prestazionale per gli altri (es. comfort acustico, comfort termoigrometrico, illuminazione naturale, inquinamento indoor, ventilazione) (Germania, Spagna). In altri, la formulazione della norma è prestazionale (es: non dimensione, ma arredabilità della stanza) (Olanda, Svezia, Danimarca), ma molti aspetti sono rinviati a norme tecniche di settore. Italia, Francia e Portogallo utilizzano una formulazione prescrittiva, mentre l’Inghilterra usa un approccio funzionale orientato al mercato. Conclusioni - La formulazione dei criteri e la descrizione dei singoli standard nei diversi Paesi varia, con livelli di attenzione alle esigenze di salute, sostenibilità ed equità molto diversi. In Italia, l’emanazione dello schema di Regolamento Edilizio Tipo (RET- Intesa Stato, Regioni e ANCI del 20.10.2016), che prevedeva anche di tener conto, tra i prerequisiti, dei contenuti del DM 5 luglio 1975, pu. essere l’occasione per aggiornare tale provvedimento in un’ottica prestazionale, uniformandolo nell’impostazione a molte norme tecniche e rispondendo in tal modo a quanto previsto dall’articolo 3 comma 5 lettera d)2, del D.lgs. 222/2016.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.