Looking at the project and the built form of Ludovico Quaroni’s San Giusto neighborhood in Prato, the notion of the ‘open city’ is questioned as a spatial and ‘political’ alternative to the tendency of the contemporary city to organize itself into impenetrable enclaves. If on the one hand the illusion of living in the absence of contextual relations degenerates into the formation of such enclaves, on the other hand the need to live within recognizable boundaries remains a condition of collective life. San Giusto, with its open courtyards yet capable of defining confined spaces, still seems to offer, seventy years after its conception, a ‘progressive’ form of dwelling, where architectural and urban morphologies contribute to favoring dialogical relationships between the individual and the community.

Partendo dall’osservazione, tanto del progetto quanto della forma costruita, del quartiere San Giusto a Prato di Ludovico Quaroni, ci si interroga sulla nozione di ‘città aperta’ quale alternativa spaziale e ‘politica’ alla tendenza della città contemporanea di organizzarsi per nuclei segregati. Se da un lato l’illusione di vivere in assenza di relazioni contestuali de-genera nella formazione di enclave, dall’altro il bisogno di confini riconoscibili resta una condizione del vivere collettivo. San Giusto, con le sue corti aperte ma capaci di definire spazi circoscritti, sembra ancora offrire, a settant’anni dalla sua concezione, una forma ‘progressista’ dell’abitare, in cui morfologia architettonica e urbana concorrono a favorire relazioni dialogiche tra individuo e comunità.

La dialettica tra città aperta e città chiusa. Il quartiere San Giusto a Prato / PADOA SCHIOPPA, Caterina; Porqueddu, Luca. - In: TERRITORIO. - ISSN 1825-8689. - 100(2022), pp. 130-141. [10.3280/TR2022-100016]

La dialettica tra città aperta e città chiusa. Il quartiere San Giusto a Prato

Caterina Padoa Schioppa;Luca Porqueddu
2022

Abstract

Looking at the project and the built form of Ludovico Quaroni’s San Giusto neighborhood in Prato, the notion of the ‘open city’ is questioned as a spatial and ‘political’ alternative to the tendency of the contemporary city to organize itself into impenetrable enclaves. If on the one hand the illusion of living in the absence of contextual relations degenerates into the formation of such enclaves, on the other hand the need to live within recognizable boundaries remains a condition of collective life. San Giusto, with its open courtyards yet capable of defining confined spaces, still seems to offer, seventy years after its conception, a ‘progressive’ form of dwelling, where architectural and urban morphologies contribute to favoring dialogical relationships between the individual and the community.
2022
Partendo dall’osservazione, tanto del progetto quanto della forma costruita, del quartiere San Giusto a Prato di Ludovico Quaroni, ci si interroga sulla nozione di ‘città aperta’ quale alternativa spaziale e ‘politica’ alla tendenza della città contemporanea di organizzarsi per nuclei segregati. Se da un lato l’illusione di vivere in assenza di relazioni contestuali de-genera nella formazione di enclave, dall’altro il bisogno di confini riconoscibili resta una condizione del vivere collettivo. San Giusto, con le sue corti aperte ma capaci di definire spazi circoscritti, sembra ancora offrire, a settant’anni dalla sua concezione, una forma ‘progressista’ dell’abitare, in cui morfologia architettonica e urbana concorrono a favorire relazioni dialogiche tra individuo e comunità.
quartiere San Giusto; Ludovico Quaroni; apertura vs chiusura
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La dialettica tra città aperta e città chiusa. Il quartiere San Giusto a Prato / PADOA SCHIOPPA, Caterina; Porqueddu, Luca. - In: TERRITORIO. - ISSN 1825-8689. - 100(2022), pp. 130-141. [10.3280/TR2022-100016]
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