Il contributo analizza l’influenza esercitata dal monocromo fiammingo sulla pittura italiana tra fine ‘400 e ‘500, con particolare riferimento all’ambiente fiorentino dei pittori di San Marco e soprattutto alla figura di Fra’ Bartolomeo. Viene considerato in particolare l’effetto delle portelle esterne del Trittico Portinari, che si innesta sul più complesso tessuto di relazioni con il nord Europa facente capo alla cerchia medicea e alla diffusione di miniature a grisaille di fattura franco-borgognona. Le testimonianze di Vasari attestano l’estrema rilevanza del monocromo nell’opera di Fra’ Bartolomeo e dei suoi sodali (Mariotto Albertinelli, ma anche il giovane Raffaello a Firenze), nutrita anche dagli stimoli ricevuti dalla cerchia di Verrocchio (Leonardo) e Ghirlandaio. Per questo ambiente particolare, così profondamente coinvolto dalla predicazione di Savonarola, il richiamo ad un’estetica dell’austerità sembra aver assunto un ruolo significativo, trovando anche in questo caso una sponda sul fronte nordico della Devotio moderna. I passi vasariani supportano una teoria del monocromo che – come nella tradizione fiamminga – volge a produrre una sorta di effetto vivificante della scultura dipinta, tema che – sullo stesso parallelismo geografico/culturale - trova continuità e riscontro sia nella vita di Lambert Lombard, elaborata da Lampsonio e utilizzata da Vasari, che nel pensiero del Lomazzo.
"Sugli scambi italo-fiamminghi nella pittura a monocromo tra XV e XVI secolo: le testimonianze di Vasari, Lampsonio e Lomazzo" / Baldriga, Irene. - (2022), pp. 107-127. (Intervento presentato al convegno “La monocromia nella teoria e nella pratica pittorica dal Trecento al Seicento” tenutosi a Roma, Bibliotheca Hertziana).
"Sugli scambi italo-fiamminghi nella pittura a monocromo tra XV e XVI secolo: le testimonianze di Vasari, Lampsonio e Lomazzo"
Baldriga Irene
2022
Abstract
Il contributo analizza l’influenza esercitata dal monocromo fiammingo sulla pittura italiana tra fine ‘400 e ‘500, con particolare riferimento all’ambiente fiorentino dei pittori di San Marco e soprattutto alla figura di Fra’ Bartolomeo. Viene considerato in particolare l’effetto delle portelle esterne del Trittico Portinari, che si innesta sul più complesso tessuto di relazioni con il nord Europa facente capo alla cerchia medicea e alla diffusione di miniature a grisaille di fattura franco-borgognona. Le testimonianze di Vasari attestano l’estrema rilevanza del monocromo nell’opera di Fra’ Bartolomeo e dei suoi sodali (Mariotto Albertinelli, ma anche il giovane Raffaello a Firenze), nutrita anche dagli stimoli ricevuti dalla cerchia di Verrocchio (Leonardo) e Ghirlandaio. Per questo ambiente particolare, così profondamente coinvolto dalla predicazione di Savonarola, il richiamo ad un’estetica dell’austerità sembra aver assunto un ruolo significativo, trovando anche in questo caso una sponda sul fronte nordico della Devotio moderna. I passi vasariani supportano una teoria del monocromo che – come nella tradizione fiamminga – volge a produrre una sorta di effetto vivificante della scultura dipinta, tema che – sullo stesso parallelismo geografico/culturale - trova continuità e riscontro sia nella vita di Lambert Lombard, elaborata da Lampsonio e utilizzata da Vasari, che nel pensiero del Lomazzo.File | Dimensione | Formato | |
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