Venturino Ventura, una delle figure più̀ produttive dell’architettura italiana degli anni 50-70 del ventesimo secolo, ha sperimentato il proprio linguaggio architettonico avvalendosi delle influenze stilistiche intercettate nei differenti periodi storici. Nell’architetto romano convivono diverse esperienze linguistiche che gli hanno permesso di Interpretare la modernità: volumi espressionisti, scomposizioni De Stijl e atmosfere wrightiane, fino ad alcune contaminazioni del futurismo. Fin da giovanissimo è protagonista del ventennio dell’Italia fascista con importanti concorsi e la realizzazione della torre del partito fascista nella mostra d’oltremare di Napoli. Eclettico sperimentatore nella stagione della palazzina romana, nell’ultimo periodo della sua vita si dedica alla scrittura di un manoscritto inedito, "La città condannata", mai pubblicato, che sembra contenere domande e risposte sulle problematiche che soffocano le città della modernità. Moduli abitativi, risparmio del suolo, mobilità, ambiente e sviluppo consapevole tra la città antica e quella moderna. Sia nello sviluppo verticale che in quello orizzontale il Ventura ipotizza delle maglie e regole entro cui si sviluppa il corpo dell’edificio (architettura programmata/visionaria), creando una struttura dal gusto metabolista, che riesce a gestire le modificazioni sociali e comportamentali della società moderna nella mutevolezza dei prospetti, nei collegamenti urbani che negli spazi filtro tra l’antica città e i nuovi nuclei abitativi. Le inedite e utopiche rappresentazioni che accompagnano il testo sono il nucleo centrale della presente ricerca dove le operazioni di analisi grafica e di ri-disegno vogliono essere strumento di verifica del pensiero dell’architetto romano in pieno riferimento all’ambito disciplinare dell’ICAR 17. Le esperienze dei manufatti abitativi e degli edifici per uffici diventano dati analitici per l’individuazione di un modello interpretativo da esplorare e confrontare. La Mancanza di un archivio personale dell’autore ci impone di ripercorrere da un lato gli aspetti critici e teorici che in questi anni hanno analizzato l’opera del Ventura, dall’altro è necessaria una ricognizione dei progetti e dei disegni di progetti o concorsi che possano permetterci di rintracciare quel modus operandi personale di ogni architetto, che in questo caso coincidono con particolari momenti storici del nostro paese. Nel campo dell’architettura quando si parla di momenti storici ci si riferisce anche ad una storia visiva della rappresentazione, ogni periodo ha un linguaggio che viene decodificato, che viene modificato e superato ed è per questo che la mancanza di un archivio personale ci impone una prima opera di ricognizione, di archiviazione, di selezione e ridisegno di alcuni particolari problemi morfologici e di analisi di problematiche architettoniche risolte in modo totalmente personale. Gli obiettivi del presente contributo di ricerca mirano a: -Censimento delle opere del Ventura, -Censimento della critica che si riferisce al lavoro del Ventura, -Recupero dei disegni di progetto e concorsi, -Riorganizzazione del materiale autografo riferito al testo inedito “La città condannata” -Analisi grafica della proposta dell’architettura e urbanistica tecno emotiva ipotizzata graficamente nel manoscritto inedito.

Dal segno al disegno: le architetture del manoscritto inedito “La città condannata” di Venturino Ventura / Valcerca, Ivan. - (2023 May 19).

Dal segno al disegno: le architetture del manoscritto inedito “La città condannata” di Venturino Ventura

VALCERCA, IVAN
19/05/2023

Abstract

Venturino Ventura, una delle figure più̀ produttive dell’architettura italiana degli anni 50-70 del ventesimo secolo, ha sperimentato il proprio linguaggio architettonico avvalendosi delle influenze stilistiche intercettate nei differenti periodi storici. Nell’architetto romano convivono diverse esperienze linguistiche che gli hanno permesso di Interpretare la modernità: volumi espressionisti, scomposizioni De Stijl e atmosfere wrightiane, fino ad alcune contaminazioni del futurismo. Fin da giovanissimo è protagonista del ventennio dell’Italia fascista con importanti concorsi e la realizzazione della torre del partito fascista nella mostra d’oltremare di Napoli. Eclettico sperimentatore nella stagione della palazzina romana, nell’ultimo periodo della sua vita si dedica alla scrittura di un manoscritto inedito, "La città condannata", mai pubblicato, che sembra contenere domande e risposte sulle problematiche che soffocano le città della modernità. Moduli abitativi, risparmio del suolo, mobilità, ambiente e sviluppo consapevole tra la città antica e quella moderna. Sia nello sviluppo verticale che in quello orizzontale il Ventura ipotizza delle maglie e regole entro cui si sviluppa il corpo dell’edificio (architettura programmata/visionaria), creando una struttura dal gusto metabolista, che riesce a gestire le modificazioni sociali e comportamentali della società moderna nella mutevolezza dei prospetti, nei collegamenti urbani che negli spazi filtro tra l’antica città e i nuovi nuclei abitativi. Le inedite e utopiche rappresentazioni che accompagnano il testo sono il nucleo centrale della presente ricerca dove le operazioni di analisi grafica e di ri-disegno vogliono essere strumento di verifica del pensiero dell’architetto romano in pieno riferimento all’ambito disciplinare dell’ICAR 17. Le esperienze dei manufatti abitativi e degli edifici per uffici diventano dati analitici per l’individuazione di un modello interpretativo da esplorare e confrontare. La Mancanza di un archivio personale dell’autore ci impone di ripercorrere da un lato gli aspetti critici e teorici che in questi anni hanno analizzato l’opera del Ventura, dall’altro è necessaria una ricognizione dei progetti e dei disegni di progetti o concorsi che possano permetterci di rintracciare quel modus operandi personale di ogni architetto, che in questo caso coincidono con particolari momenti storici del nostro paese. Nel campo dell’architettura quando si parla di momenti storici ci si riferisce anche ad una storia visiva della rappresentazione, ogni periodo ha un linguaggio che viene decodificato, che viene modificato e superato ed è per questo che la mancanza di un archivio personale ci impone una prima opera di ricognizione, di archiviazione, di selezione e ridisegno di alcuni particolari problemi morfologici e di analisi di problematiche architettoniche risolte in modo totalmente personale. Gli obiettivi del presente contributo di ricerca mirano a: -Censimento delle opere del Ventura, -Censimento della critica che si riferisce al lavoro del Ventura, -Recupero dei disegni di progetto e concorsi, -Riorganizzazione del materiale autografo riferito al testo inedito “La città condannata” -Analisi grafica della proposta dell’architettura e urbanistica tecno emotiva ipotizzata graficamente nel manoscritto inedito.
19-mag-2023
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Note: Dal segno al disegno: le architetture del manoscritto inedito “La città condannata” di Venturino Ventura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1669241
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