Vici e regiones. I confini urbani di Roma, tra politica, religione e società

A Roma, un consistente corpus di fonti letterarie ed epigrafiche, messo a confronto con un più limitato ma significativo dossier archeologico, consente di verificare l’esistenza di un insieme di strumenti per la definizione e la delimitazione topografica, per la identificazione toponomastica, per la gestione amministrativa, per la fruizione e la percezione sociale dello spazio urbano. Tale sistema è innervato, per così dire, nella struttura toponomastica della città che rivela una organizzazione « a scatole cinesi » in grado di garantire la più puntuale identificazione di tutte le sue componenti spaziali, alle diverse scale : un macrotoponimo, sempre di origine geografica (Palatium, Esquiliae, Quirinalis, ecc.) funge da « contenitore » di uno o più livelli di identificazione spaziale subordinata, la cui articolazione non appare costante (ma questo potrebbe dipendere da un difetto di documentazione)