Il contributo indaga sulle vicende storiche del complesso gesuitico di San Giovanni a Macerata, esito di un lungo processo progettuale distinto in più fasi, e svolge alcune considerazioni sulle soluzioni architettoniche della fabbrica attuale. A causa della dispersione del materiale iconografico d’archivio, la letteratura ha tentato di ricostruire la storia dell’edificio e i relativi progetti solo attraverso l’interpretazione di fonti documentarie scritte, tra cui le lettere di risposta dei padri generali alle proposte andate perdute. Per lo stesso motivo non si conoscono neppure le fattezze del preesistente complesso gerosolimitano, né le caratteristiche della chiesa e del collegio durante le due fasi cinquecentesche a opera dei consiliarii aedificiorum Giovanni Tristano e Giovanni De Rosis. Altrettanto ambigua risulta la fase progettuale seicentesca legata all’architetto Rosato Rosati, che apre la strada alla costruzione dell’attuale complesso, verosimilmente molto diverso rispetto al precedente. A far luce su quest’ultima fase progettuale emerge un interessante disegno inedito, che non solo lascia spazio a ulteriori ipotesi sulle proposte progettuali del Rosati, ma consente anche di inserire il progetto nei contemporanei programmi urbani.
La chiesa di San Giovanni a Macerata: considerazioni intorno all’opera di Rosato Rosati / Faraone, Greta. - In: PALLADIO. - ISSN 0031-0379. - ANNO XXXV:N. 70 Luglio-Dicembre 2022(2022), pp. 43-62.
La chiesa di San Giovanni a Macerata: considerazioni intorno all’opera di Rosato Rosati.
Greta Faraone
Writing – Original Draft Preparation
2022
Abstract
Il contributo indaga sulle vicende storiche del complesso gesuitico di San Giovanni a Macerata, esito di un lungo processo progettuale distinto in più fasi, e svolge alcune considerazioni sulle soluzioni architettoniche della fabbrica attuale. A causa della dispersione del materiale iconografico d’archivio, la letteratura ha tentato di ricostruire la storia dell’edificio e i relativi progetti solo attraverso l’interpretazione di fonti documentarie scritte, tra cui le lettere di risposta dei padri generali alle proposte andate perdute. Per lo stesso motivo non si conoscono neppure le fattezze del preesistente complesso gerosolimitano, né le caratteristiche della chiesa e del collegio durante le due fasi cinquecentesche a opera dei consiliarii aedificiorum Giovanni Tristano e Giovanni De Rosis. Altrettanto ambigua risulta la fase progettuale seicentesca legata all’architetto Rosato Rosati, che apre la strada alla costruzione dell’attuale complesso, verosimilmente molto diverso rispetto al precedente. A far luce su quest’ultima fase progettuale emerge un interessante disegno inedito, che non solo lascia spazio a ulteriori ipotesi sulle proposte progettuali del Rosati, ma consente anche di inserire il progetto nei contemporanei programmi urbani.File | Dimensione | Formato | |
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