Prima di cominciare a parlare è necessario porre una domanda di senso: servono veramente le rubriche valutative per svolgere il lavoro dell’insegnante? Nei contesti formativi di aggiornamento si coglie un gran circolare sotterraneo di schemi e modelli precompilati adatti a tutte le stagioni e ormai sono molte le scuole che pubblicano sul proprio sito istituzionale le rubriche valutative in uso nell’istituto, talvolta esemplificative, spesso estremamente analitiche (le più ricercate perché pronte all’uso). E’ in corso un più o meno rapido aggiornamento dal sistema decimale a quello descrittivo per i quattro livelli previsti dalla nuova normativa, e le sensazioni, ancora non verificate bisogna ammettere, sono che le nuove edizioni delle rubriche riportino semplicemente la conversione 9-10=Avanzato, 7-8=Intermedio, 6=Base, 4-5=In via di prima acquisizione. Per il resto quasi tutte le rubriche in circolazione sono strutturate secondo le regole classiche (Dimensioni, Obiettivi, Criteri/Indicatori, Livelli/Descrittori), il che può anche essere interpretato come indicatore di relativa efficacia della formazione alla valutazione svolta negli ultimi decenni: le rubriche esistono, sono diffuse e documentate. Ma servono veramente? Sono utilizzate secondo il loro significato e scopo? Si tornerà in conclusione su questi interrogativi, ma li utilizzeremo nel corso dell’esposizione proprio per dare un rinforzo di senso ad un processo che è sicuramente più complesso rispetto al tradizionale voto sintetico sul registro, ma che risulta fondamentale per connettere la fase della valutazione con quelle della progettazione e dell’intervento didattico, che poi dovrebbe essere il lavoro dell’insegnante, guidare il processo di insegnamento-apprendimento.
Le rubriche valutative: dalla progettazione alla valutazione / Asquini, Giorgio. - (2021), pp. 101-108.
Le rubriche valutative: dalla progettazione alla valutazione
Asquini, Giorgio
2021
Abstract
Prima di cominciare a parlare è necessario porre una domanda di senso: servono veramente le rubriche valutative per svolgere il lavoro dell’insegnante? Nei contesti formativi di aggiornamento si coglie un gran circolare sotterraneo di schemi e modelli precompilati adatti a tutte le stagioni e ormai sono molte le scuole che pubblicano sul proprio sito istituzionale le rubriche valutative in uso nell’istituto, talvolta esemplificative, spesso estremamente analitiche (le più ricercate perché pronte all’uso). E’ in corso un più o meno rapido aggiornamento dal sistema decimale a quello descrittivo per i quattro livelli previsti dalla nuova normativa, e le sensazioni, ancora non verificate bisogna ammettere, sono che le nuove edizioni delle rubriche riportino semplicemente la conversione 9-10=Avanzato, 7-8=Intermedio, 6=Base, 4-5=In via di prima acquisizione. Per il resto quasi tutte le rubriche in circolazione sono strutturate secondo le regole classiche (Dimensioni, Obiettivi, Criteri/Indicatori, Livelli/Descrittori), il che può anche essere interpretato come indicatore di relativa efficacia della formazione alla valutazione svolta negli ultimi decenni: le rubriche esistono, sono diffuse e documentate. Ma servono veramente? Sono utilizzate secondo il loro significato e scopo? Si tornerà in conclusione su questi interrogativi, ma li utilizzeremo nel corso dell’esposizione proprio per dare un rinforzo di senso ad un processo che è sicuramente più complesso rispetto al tradizionale voto sintetico sul registro, ma che risulta fondamentale per connettere la fase della valutazione con quelle della progettazione e dell’intervento didattico, che poi dovrebbe essere il lavoro dell’insegnante, guidare il processo di insegnamento-apprendimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.