L’insorgere di dissidi socio-politici ha sempre teso a stimolare lo sviluppo e la conservazione delle relazioni culturali tra letterati che – più o meno volontariamente – si allontanano dalla lingua, dalla cultura e dalla società di provenienza, come nel caso particolare di esuli ed espatriati, ma anche di diplomatici e viaggiatori. Attraverso la costruzione di reti e tramite l’influenza reciproca esercitata da questi intellettuali, si è giunti alla creazione e al consolidamento di uno spazio letterario che ha delineato una nuova dimensione di cosmopolitismo europeo e nazionalismo fra loro integrati. Caffè, riviste, sodalizi conviviali o sorti in condizioni di clandestinità sono solo alcuni esempi di istituzionalizzazione di una “rete situazionale” che ha fondato un sistema collettivo di luoghi di dibattito e confronto su temi e problematiche comuni a diversi settori del sapere umanistico. Corti e salotti possono allora essere intesi come luoghi (fisici o metaforici) che hanno favorito la circolazione di idee tra letterati e centri di produzione anche entro contesti ostili. Le reti – basate sul reciproco rapporto di influenza e contaminazione tra autori, opere e personaggi – hanno permesso, e permettono tuttora, di rendere la cultura un bene che può essere condiviso, specchio attraente di un’epoca pur caratterizzata da avversità di varia natura. Obiettivo del convegno dottorale sarà riflettere sull’ambiente e sulla costruzione o decostruzione della rete culturale, approfondendo l’influenza che questa esercita sulla genesi di un testo e sulla sua trasmissione. A partire da questi spunti, verranno accolti interventi che riflettano intorno alla nascita e allo sviluppo delle reti culturali, nell’ambito di contesti conflittuali e d’eccezione, in autori e autrici italiani o di lingua italiana. Saranno privilegiati contributi che indaghino: 1) l’operatività della rete culturale maturata nella precarietà del contesto bellico e le conseguenti strategie di scrittura adottate (carteggi, epistolari, diari, etc.), come nel caso particolare dei diplomatici, lontani dalla patria e dai propri riferimenti culturali; 2) i linguaggi cifrati e i simboli adoperati nelle comunicazioni poetiche e in prosa in luogo di contenuti sensibili, sconvenienti e destinati a un bersaglio specifico o a un pubblico circoscritto; 3) il testo nella sua materialità e nelle sue dinamiche di diffusione e ricezione in relazione alla condizione di esilio o prigionia, che spesso ha costretto il letterato a servirsi di supporti non convenzionali (biglietti, note, appunti, etc.) e a istituire talvolta una rete clandestina che potesse supportarlo; 4) avantesti, scritture testimoniali o autobiografiche che raccontano la condizione di autori e autrici in-between tra più mondi e reti culturali, come nel caso di letterati che – a seguito di un allontanamento volontario o imposto – hanno smesso di riconoscersi nelle società di origine e/o di arrivo per abbracciare la condizione dell’erranza e del dispatrio.

L’insorgere di dissidi socio-politici ha sempre teso a stimolare lo sviluppo e la conservazione delle relazioni culturali tra letterati che – più o meno volontariamente – si allontanano dalla lingua, dalla cultura e dalla società di provenienza, come nel caso particolare di esuli ed espatriati, ma anche di diplomatici e viaggiatori. Attraverso la costruzione di reti e tramite l’influenza reciproca esercitata da questi intellettuali, si è giunti alla creazione e al consolidamento di uno spazio letterario che ha delineato una nuova dimensione di cosmopolitismo europeo e nazionalismo fra loro integrati. Caffè, riviste, sodalizi conviviali o sorti in condizioni di clandestinità sono solo alcuni esempi di istituzionalizzazione di una “rete situazionale” che ha fondato un sistema collettivo di luoghi di dibattito e confronto su temi e problematiche comuni a diversi settori del sapere umanistico. Corti e salotti possono allora essere intesi come luoghi (fisici o metaforici) che hanno favorito la circolazione di idee tra letterati e centri di produzione anche entro contesti ostili. Le reti – basate sul reciproco rapporto di influenza e contaminazione tra autori, opere e personaggi – hanno permesso, e permettono tuttora, di rendere la cultura un bene che può essere condiviso, specchio attraente di un’epoca pur caratterizzata da avversità di varia natura. Obiettivo del convegno dottorale sarà riflettere sull’ambiente e sulla costruzione o decostruzione della rete culturale, approfondendo l’influenza che questa esercita sulla genesi di un testo e sulla sua trasmissione. A partire da questi spunti, verranno accolti interventi che riflettano intorno alla nascita e allo sviluppo delle reti culturali, nell’ambito di contesti conflittuali e d’eccezione, in autori e autrici italiani o di lingua italiana. Saranno privilegiati contributi che indaghino: • l’operatività della rete culturale maturata nella precarietà del contesto bellico e le conseguenti strategie di scrittura adottate (carteggi, epistolari, diari, etc.), come nel caso particolare dei diplomatici, lontani dalla patria e dai propri riferimenti culturali; • i linguaggi cifrati e i simboli adoperati nelle comunicazioni poetiche e in prosa in luogo di contenuti sensibili, sconvenienti e destinati a un bersaglio specifico o a un pubblico circoscritto; • il testo nella sua materialità e nelle sue dinamiche di diffusione e ricezione in relazione alla condizione di esilio o prigionia, che spesso ha costretto il letterato a servirsi di supporti non convenzionali (biglietti, note, appunti, etc.) e a istituire talvolta una rete clandestina che potesse supportarlo; • avantesti, scritture testimoniali o autobiografiche che raccontano la condizione di autori e autrici in-between tra più mondi e reti culturali, come nel caso di letterati che – a seguito di un allontanamento volontario o imposto – hanno smesso di riconoscersi nelle società di origine e/o di arrivo per abbracciare la condizione dell’erranza e del dispatrio.

Reti culturali in contesti d'eccezione: strategie di resistenza degli intellettuali e della scrittura / Galetto, Giorgio; Meloni, Elena; Marziali, Giulia; Mondelli, Luca; Petri, Martina; Russo, Milena; Spano', Vincenzo. - (2023). (Intervento presentato al convegno Reti culturali in contesti d'eccezione: strategie di resistenza degli intellettuali e della scrittura tenutosi a Sapienza, Università di Roma nel 12-13 gennaio 2023).

Reti culturali in contesti d'eccezione: strategie di resistenza degli intellettuali e della scrittura

Giorgio Galetto;Elena Meloni;Giulia Marziali;Luca Mondelli;Martina Petri;Milena Russo;Vincenzo Spano
2023

Abstract

L’insorgere di dissidi socio-politici ha sempre teso a stimolare lo sviluppo e la conservazione delle relazioni culturali tra letterati che – più o meno volontariamente – si allontanano dalla lingua, dalla cultura e dalla società di provenienza, come nel caso particolare di esuli ed espatriati, ma anche di diplomatici e viaggiatori. Attraverso la costruzione di reti e tramite l’influenza reciproca esercitata da questi intellettuali, si è giunti alla creazione e al consolidamento di uno spazio letterario che ha delineato una nuova dimensione di cosmopolitismo europeo e nazionalismo fra loro integrati. Caffè, riviste, sodalizi conviviali o sorti in condizioni di clandestinità sono solo alcuni esempi di istituzionalizzazione di una “rete situazionale” che ha fondato un sistema collettivo di luoghi di dibattito e confronto su temi e problematiche comuni a diversi settori del sapere umanistico. Corti e salotti possono allora essere intesi come luoghi (fisici o metaforici) che hanno favorito la circolazione di idee tra letterati e centri di produzione anche entro contesti ostili. Le reti – basate sul reciproco rapporto di influenza e contaminazione tra autori, opere e personaggi – hanno permesso, e permettono tuttora, di rendere la cultura un bene che può essere condiviso, specchio attraente di un’epoca pur caratterizzata da avversità di varia natura. Obiettivo del convegno dottorale sarà riflettere sull’ambiente e sulla costruzione o decostruzione della rete culturale, approfondendo l’influenza che questa esercita sulla genesi di un testo e sulla sua trasmissione. A partire da questi spunti, verranno accolti interventi che riflettano intorno alla nascita e allo sviluppo delle reti culturali, nell’ambito di contesti conflittuali e d’eccezione, in autori e autrici italiani o di lingua italiana. Saranno privilegiati contributi che indaghino: • l’operatività della rete culturale maturata nella precarietà del contesto bellico e le conseguenti strategie di scrittura adottate (carteggi, epistolari, diari, etc.), come nel caso particolare dei diplomatici, lontani dalla patria e dai propri riferimenti culturali; • i linguaggi cifrati e i simboli adoperati nelle comunicazioni poetiche e in prosa in luogo di contenuti sensibili, sconvenienti e destinati a un bersaglio specifico o a un pubblico circoscritto; • il testo nella sua materialità e nelle sue dinamiche di diffusione e ricezione in relazione alla condizione di esilio o prigionia, che spesso ha costretto il letterato a servirsi di supporti non convenzionali (biglietti, note, appunti, etc.) e a istituire talvolta una rete clandestina che potesse supportarlo; • avantesti, scritture testimoniali o autobiografiche che raccontano la condizione di autori e autrici in-between tra più mondi e reti culturali, come nel caso di letterati che – a seguito di un allontanamento volontario o imposto – hanno smesso di riconoscersi nelle società di origine e/o di arrivo per abbracciare la condizione dell’erranza e del dispatrio.
2023
L’insorgere di dissidi socio-politici ha sempre teso a stimolare lo sviluppo e la conservazione delle relazioni culturali tra letterati che – più o meno volontariamente – si allontanano dalla lingua, dalla cultura e dalla società di provenienza, come nel caso particolare di esuli ed espatriati, ma anche di diplomatici e viaggiatori. Attraverso la costruzione di reti e tramite l’influenza reciproca esercitata da questi intellettuali, si è giunti alla creazione e al consolidamento di uno spazio letterario che ha delineato una nuova dimensione di cosmopolitismo europeo e nazionalismo fra loro integrati. Caffè, riviste, sodalizi conviviali o sorti in condizioni di clandestinità sono solo alcuni esempi di istituzionalizzazione di una “rete situazionale” che ha fondato un sistema collettivo di luoghi di dibattito e confronto su temi e problematiche comuni a diversi settori del sapere umanistico. Corti e salotti possono allora essere intesi come luoghi (fisici o metaforici) che hanno favorito la circolazione di idee tra letterati e centri di produzione anche entro contesti ostili. Le reti – basate sul reciproco rapporto di influenza e contaminazione tra autori, opere e personaggi – hanno permesso, e permettono tuttora, di rendere la cultura un bene che può essere condiviso, specchio attraente di un’epoca pur caratterizzata da avversità di varia natura. Obiettivo del convegno dottorale sarà riflettere sull’ambiente e sulla costruzione o decostruzione della rete culturale, approfondendo l’influenza che questa esercita sulla genesi di un testo e sulla sua trasmissione. A partire da questi spunti, verranno accolti interventi che riflettano intorno alla nascita e allo sviluppo delle reti culturali, nell’ambito di contesti conflittuali e d’eccezione, in autori e autrici italiani o di lingua italiana. Saranno privilegiati contributi che indaghino: 1) l’operatività della rete culturale maturata nella precarietà del contesto bellico e le conseguenti strategie di scrittura adottate (carteggi, epistolari, diari, etc.), come nel caso particolare dei diplomatici, lontani dalla patria e dai propri riferimenti culturali; 2) i linguaggi cifrati e i simboli adoperati nelle comunicazioni poetiche e in prosa in luogo di contenuti sensibili, sconvenienti e destinati a un bersaglio specifico o a un pubblico circoscritto; 3) il testo nella sua materialità e nelle sue dinamiche di diffusione e ricezione in relazione alla condizione di esilio o prigionia, che spesso ha costretto il letterato a servirsi di supporti non convenzionali (biglietti, note, appunti, etc.) e a istituire talvolta una rete clandestina che potesse supportarlo; 4) avantesti, scritture testimoniali o autobiografiche che raccontano la condizione di autori e autrici in-between tra più mondi e reti culturali, come nel caso di letterati che – a seguito di un allontanamento volontario o imposto – hanno smesso di riconoscersi nelle società di origine e/o di arrivo per abbracciare la condizione dell’erranza e del dispatrio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1665208
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