Costantino Dardi per Italconsult S.p.A. Geometrie italiane in Maghreb e in Medio Oriente. Dalla fine degli anni ’40, la ritrovata indipendenza di alcune area islamiche dell’Africa, del Golfo Persico e del subcontinente indiano, accelera il processo di modernizzazione infrastrutturale e urbana, avvalendosi di imprese, modelli e tecnici importati dall’Europa. Queste vicende si sovrappongono a quelle nostrane dell’architettura delle strutture disegnate e del progetto teorico, in un corto circuito tra situazione storica, domande culturali e ambizioni individuali. Esauritasi l’urgenza della Ricostruzione, gli architetti indagano i propri strumenti anche all’estero e il “metaprogetto” all’italiana trova nella “grande dimensione” dei paesaggi agricoli e costieri del Maghreb e del Medio Oriente un nuovo campo di sperimentazione. Assunto dalla società Italconsult per contribuire, tra gli anni ’70 e ’80, a cinque piani di carattere prevalentemente turistico-ricettivo, Costantino Dardi riscopre nella Tunisia e negli Emirati Arabi le care forme della geometria platonica e il desiderio di figurabilità e di astrazione logica che quei paesaggi suscitano nel processo insediativo. I progetti, con il contributo, tra gli altri, di Alberto Ponis, trovano la loro forma più compiuta nella figura del recinto, che ha radici profonde nella tradizione insediativa islamica, e che viene reinventato da Dardi in combinazione geometriche complesse, dove si realizza un equilibro tra l’ordine astratto della matrice artificiale e la geografia naturale del sito al quale tale matrice vuole dare figura.
Costantino Dardi per Italconsult S.p.A. Geometrie italiane in Maghreb e in Medio Oriente / Iossa, ROBERTO VINCENZO. - In: DAR. - ISSN 2785-3152. - Anno I:2(2022), pp. 88-97.
Costantino Dardi per Italconsult S.p.A. Geometrie italiane in Maghreb e in Medio Oriente
Roberto Vincenzo Iossa
2022
Abstract
Costantino Dardi per Italconsult S.p.A. Geometrie italiane in Maghreb e in Medio Oriente. Dalla fine degli anni ’40, la ritrovata indipendenza di alcune area islamiche dell’Africa, del Golfo Persico e del subcontinente indiano, accelera il processo di modernizzazione infrastrutturale e urbana, avvalendosi di imprese, modelli e tecnici importati dall’Europa. Queste vicende si sovrappongono a quelle nostrane dell’architettura delle strutture disegnate e del progetto teorico, in un corto circuito tra situazione storica, domande culturali e ambizioni individuali. Esauritasi l’urgenza della Ricostruzione, gli architetti indagano i propri strumenti anche all’estero e il “metaprogetto” all’italiana trova nella “grande dimensione” dei paesaggi agricoli e costieri del Maghreb e del Medio Oriente un nuovo campo di sperimentazione. Assunto dalla società Italconsult per contribuire, tra gli anni ’70 e ’80, a cinque piani di carattere prevalentemente turistico-ricettivo, Costantino Dardi riscopre nella Tunisia e negli Emirati Arabi le care forme della geometria platonica e il desiderio di figurabilità e di astrazione logica che quei paesaggi suscitano nel processo insediativo. I progetti, con il contributo, tra gli altri, di Alberto Ponis, trovano la loro forma più compiuta nella figura del recinto, che ha radici profonde nella tradizione insediativa islamica, e che viene reinventato da Dardi in combinazione geometriche complesse, dove si realizza un equilibro tra l’ordine astratto della matrice artificiale e la geografia naturale del sito al quale tale matrice vuole dare figura.File | Dimensione | Formato | |
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