Il presente contributo offre alcune considerazioni intorno alla riflessione sulla modernità di Hans Blumenberg soffermandosi sul concetto chiave di “crisi”. Ripercorrendo alcune sue tesi giovanili in netta discontinuità con La Legittimità dell’età moderna, nelle quali egli operava una critica nei confronti del nichilismo moderno causato dalla rimozione di Dio come fondamento extrateoretico dell’interpretazione ontologica, e dalla perdita di un equilibrio teologico tra metafisica e storicità, emergeranno infatti alcuni nodi e alcune aporie che soggiacciono anche all’evoluzione in senso “anti-cristiano” della sua indagine matura. In particolare, si cercherà di evidenziare il motivo per il quale la difesa della legittimità dell’età moderna non poteva evitare di continuare a lavorare sul nesso tra cristianesimo e nozione di crisi. Nonostante con accento fortemente diverso, Blumenberg sembra infatti persistere nell’intuizione iniziale per la quale, affinché il logos si scopra ragione finita e storica, esso deve passare attraverso (e rammemorare) la crisi ed il rischio nichilista rappresentati dall’ipotesi dell’assolutismo teologico, quasi che possa destarsi alla sua piena consapevolezza storica solo sulla scorta di una ferita originaria prodotta dall’iperbole dell’assoluto.
L’assoluto e la storia. Crisi e legittimità della modernità in Hans Blumenberg / Battista, Ludovico. - In: AQUINAS. - ISSN 0003-7362. - LXV (1)(2022), pp. 33-54.
L’assoluto e la storia. Crisi e legittimità della modernità in Hans Blumenberg
Ludovico Battista
2022
Abstract
Il presente contributo offre alcune considerazioni intorno alla riflessione sulla modernità di Hans Blumenberg soffermandosi sul concetto chiave di “crisi”. Ripercorrendo alcune sue tesi giovanili in netta discontinuità con La Legittimità dell’età moderna, nelle quali egli operava una critica nei confronti del nichilismo moderno causato dalla rimozione di Dio come fondamento extrateoretico dell’interpretazione ontologica, e dalla perdita di un equilibrio teologico tra metafisica e storicità, emergeranno infatti alcuni nodi e alcune aporie che soggiacciono anche all’evoluzione in senso “anti-cristiano” della sua indagine matura. In particolare, si cercherà di evidenziare il motivo per il quale la difesa della legittimità dell’età moderna non poteva evitare di continuare a lavorare sul nesso tra cristianesimo e nozione di crisi. Nonostante con accento fortemente diverso, Blumenberg sembra infatti persistere nell’intuizione iniziale per la quale, affinché il logos si scopra ragione finita e storica, esso deve passare attraverso (e rammemorare) la crisi ed il rischio nichilista rappresentati dall’ipotesi dell’assolutismo teologico, quasi che possa destarsi alla sua piena consapevolezza storica solo sulla scorta di una ferita originaria prodotta dall’iperbole dell’assoluto.File | Dimensione | Formato | |
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